di Teresa Denurra
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Leggermente diversa, ma altrettanto bella la versione di Vecchioni del brano di McLean (testo di Roberto Vecchioni e Enrico Nascimbeni), dall’album Canzoni e cicogne (2000).
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Guarderò le stelle
Com’erano la notte ad Arles,
Notte stellata (1889) – The Museum of Modern Art – New York
Appese sopra il tuo boulevard;
Io sono dentro agli occhi tuoi,
Víncent.
Sognerò i tuoi fiori,
Narcisi sparpagliati al vento,
Il giallo immenso e lo scontento
Negli occhi che non ridono,
Negli occhi tuoi,
Vincent.
Autoritratto con cappello di feltro (1887) – Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam
Dolce amico mio,
Fragile compagno mio,
Al lume spento della tua pazzia
Te ne sei andato via,
Piegando il collo
Come il gambo un fiore:
Scommetto un girasole.
Sparpagliato grano,
Pulviscolo spezzato a luce
E bocche aperte senza voce
Nei vecchi dallo sguardo che non c’è
Poi le nostre sedie
La sedia di van Gogh ad Arles (1888); Tate Gallery. A fianco: La sedia di Gauguin ad Arles (1888) Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam
Le nostre sedie così vuote
Così “persone”,
Così abbandonate
E il tuo tabacco sparso qua e là.
Dolce amico,
Fragile compagno mio
Che hai tentato sotto le tue dita
Di fermarla, la vita:
Come una donna amata alla follia
La vita andava via:
E più la rincorrevi
E più la dipingevi
a colpi rossi per tenerla stretta
Gialli come dire “Aspetta!”,
Campo di grano con volo di corvi (Auvers-sur-Oise: luglio 1890, poco prima di morire); Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam
Fino a che i colori
Non bastaron più…
E avrei voluto dirti, Vincent,
Questo mondo non si meritava
Un uomo bello come te!
Guarderò le stelle,
La tua, la mia metà del mondo
Che sono le due scelte in fondo:
O andare via o rimanere via.
Dolce amico mio,
Fragile compagno mio,
Io, in questo mare,
Non mi perdo mai;
Ma in ogni mare sai
“tous le bateaux
Vont à l’hasard pour rien”.
Addio, da Paul Gauguin.
“Per agire nel mondo, occorre morire a se stessi. L’uomo non sta sulla terra solo per essere felice, neppure per essere semplicemente onesto. Vi si trova per realizzare grandi cose per la società, per raggiungere la nobiltà d’animo e andare oltre la volgarità in cui si trascina l’esistenza di quasi tutti gli individui” .
(Vincent van Gogh)
[Il mare della vita e Vincent (2) – Fine]