di Marcella Sansoni
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Ponza è un’isola ed è figlia di vulcani e sta nel mare Mediterraneo. A circa 40 miglia dalla costa del Lazio, Italia.
Nantucket anche è un’isola, e sta nel mare oceano. Non so di chi sia figlia ma sta a sud anch’essa, di Cape Cod, Massachussets, Stati Uniti d’America.
Il naufragio più famoso di Ponza fu quando nel ’43 degli aerosiluranti inglesi affondarono il postale Santa Lucia facendo decine di morti.
Il più famoso di Nantucket fu quello del piroscafo italiano Andrea Doria. Colò a picco, nel 1956, dopo la collisione con una nave svedese.
A Ponza ci sono e ci sono stati pescatori e marinai, coloni e, da vari anni, sono arrivati anche molti forestieri.
Lo stesso deve essere successo a Nantucket, dove in più, prima della colonizzazione, c’erano gli indiani.
Nuntacket ha avuto due grandi cantori, Herman Melville con Moby Dick e Edgar Allan Poe, con Gordon Pym.
Ponza direi di no, almeno di quel livello, a parte una fugace dichiarazione d’amore da parte di Eugenio Montale, leggibile lungo la strada dei vini che si percorre per raggiungere la punta del Fieno, oppure sulla via della spiaggia di Santa Maria, su un pannello che riproduce il profilo di Zannone, Ponza e Palmarola.
Ma sia l’una che l’altra isola hanno avuto e hanno, a parte molti vip, ospiti di gran riguardo…
…Arrivano da mari profondi, più o meno imponenti… Balene… facciamo balenotteri o forse globicefali, oltre a delfini in quantità. Insomma gli dei del Grande Blu.
Gli abitanti di Nantucket, scrive Melville in Moby Dick, cominciarono dalle telline sepolte nella sabbia delle sue spiagge e passando per gli sgombri e i merluzzi arrivarono a mettere in mare una flotta baleniera capace di dichiarare “guerra in eterno alla più formidabile massa animale sopravvissuta al diluvio…” ma si era nel 1850 e la caccia alle balene poteva ancora rappresentare soggetto da racconto epico e non era ecologicamente scorrettissima.
Il pescatore a Ponza si è per fortuna limitato al pesce spada ma, come quello di Nantucket “risiede ed esulta in mare… questa è la sua casa: queste le sue faccende, che nessun diluvio di Noè interromperebbe… egli vive sul mare….”.
Dal porto di Ponza partirono molti migranti verso l’America.
Dal porto di Nantucket, in America, partì il Grampus di Gordon Pym verso una angosciante avventura.
E sempre di lì partì l’ancora più famoso Pecquod dell’inquieto e arrogante capitano Achab che inseguiva il suo personale demone: la magnifica e candida Moby Dick.
È probabile che anche a Ponza ci siano stati capitani inquieti e magari arroganti che salparono per inseguire qualcosa. Va così nella letteratura perché così va anche nella vita.
A Ponza non c’è un Pequod, ma ogni tanto ci sono piccole Moby Dick che alimentano la fantasia, e così una piccola balena, giustamente grigia, è stata dipinta su vecchi pannelli di legno che coprono la vista di un cantiere, nella strada della spiaggia di Santa Maria, a Ponza.
L’ha dipinta una discendente di coloni che ha il mare per casa.
La balena in questione, non si chiama Moby Dick ma, come si conviene, è immersa in un mare blu, blu come quello che è proprio a pochi metri dai pannelli: il mare di Santa Maria che prende il Levante.
Non ricorda neanche un po’ il demonio ed è difficile – visto che sorride – che possa far pensare ad un viaggio maledetto e senza ritorno negli abissi però… però è una balena, e nel pannello accanto alla balena c’è ancora mare… non si sa quale perché poi alla fine il mare è uno soltanto e su quel mare qualche volta si affaccia perfino il profilo dell’isola di Nantucket, proprio accanto a Ponza.
Perché in ogni isola che si rispetti ci sono mari profondi, marinai e spazi capaci di accogliere qualsiasi inquietudine, sogno, fine o amore…