di Rita Bosso
I quadri di Antonietta Mazzella sono fatti con crastule (frammenti di mattonelle), recuperate sulle spiagge di Santa Maria e di Giancos.
Quando gli ultimi turisti lasciano Ponza e l’isola diventa più triste o più vera, secondo i punti di vista, Antonietta fa il suo cambio di stagione: ritira dalla spiaggia i tavoli del ristorante, ripone le pentole e riprende tele, colle e pennelli.
Il suo primo lavoro fu un bancone realizzato per l’albergo-ristorante di famiglia, la storica Pensione Silvia a Santa Maria in cui alloggiò anche Benito Mussolini, nell’estate del 1943; i clienti dell’albergo, osservando il bancone, citavano Gaudì ma Antonietta, all’epoca, nulla sapeva dell’architetto catalano. Laureata in lettere, impegnata nella conduzione dell’attività di famiglia, ha impostato da autodidatta il suo percorso creativo, senza curarsi troppo delle basi teoriche; ai muratori ha chiesto come incollare le mattonelle, il resto lo ha fatto da sé osservando, provando, sbagliando e riprovando. E’ da rilevare che Antonietta incolla su tela anziché utilizzare, come in genere avviene per i mosaici, supporti più consistenti (cemento o legno).
Il mare le porta crastule tra cui scava le tessere che utilizzerà: sceglie le diverse tonalità di verde con cui compone l’onnipresente collina di Santa Maria, i rosa, i gialli e i celeste per le facciate delle case, col pennarello indelebile traccia velocemente i segni di persiane e ringhiere; le mattonelle policrome diventano allegri pesci palla che inducono nell’osservatore similitudini col Parc Guell di Gaudì ma anche con il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle.
Antonietta realizza una dozzina di pezzi all’anno, ma costantemente ricerca ed accantona le sue crastule; ha esposto al Museo Pisacane di Ponza.