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Abbiamo appena appreso che Giustino non c’è più.
Una grande perdita, non solo per i suoi familiari e i suoi amici, ma per l’isola tutta.
La sua vita, qualcuno la racconterà per esteso… dalla nascita a Ponza, alla giovinezza, all’avventura da emigrante in America, al ritorno fortemente voluto.
Da qui in avanti Giustino diventa un’istituzione, a Ponza; gli ultimi quaranta e passa anni della vita del Fieno lo vedono protagonista di un mondo – il microcosmo del Fieno – che per anni ha ruotato intorno alla sua famosa cantina – ‘a cantina ‘i Giustin’ – a picco sul mare.
Lo ritroveremo ancora Giustino, tante volte, nei nostri pensieri e su queste pagine…
Una citazione di Giustino nel bel libro fotografico di Paolo Costa “La vite è bella” [digitare -La vite è bella – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio]
Giovanni Conte di Silvano
18 Aprile 2014 at 20:08
Grande uomo, grande lavoratore, sempre sorridente… Ciao Giustino
polina ambrosino
19 Aprile 2014 at 16:35
ULTIMO ADDIO
PIETRE E SASSI SULLA STRADA, MA CORREVI VELOCE:
PASSO SPEDITO, BORSA A TRACOLLA, BASTONE IN MANO.
UOMO DI ANTICA SAGGEZZA
E DI RARA EDUCAZIONE.
DI BUON MATTINO
DA CONTADINO
CON LA PIOGGIA O CON IL SOLE,
E CON IL CANE, AMICO E SOSTEGNO,
PARTIVI PER IL TUO REGNO,
LA TERRA OLTRE LA COLLINA
DOVE L’UNIVERSO SALUTA OGNI MATTINA
LE VIGNE E LE CANTINA:
IL FIENO DI PONZA
RAGIONE DI UNA VITA
DI FATICHE E DI AMICIZIA
DI SUDORE E DI SAPIENZA.
IL RE DEL FIENO E’ MORTO
E PIANGONO ANCHE I SASSI
MENTRE NEL VENTO
VIAGGIANO SICURI
I TUOI PASSI:
ADDIO ZIO GIUSTINO
SALUTACI I PARENTI E GLI AMICI
CHE TI ASPETTANO
FELICI
E PREPARANO UNA PASQUETTA
DA ANTICA TRADIZIONE
MENTRE NOI TI SALUTIAMO CON IMMENSA COMMOZIONE:
ARRIVEDERCI, SEMPRE CON IL SORRISO!
Lino Pagano
19 Aprile 2014 at 19:05
Tra viuzze e parracine, ’a via p’i cantine. Dedicata ai pionieri del ‘Fieno’
Tra viuzze e parracine,
rugiada e sole di mattina,
lucertole freddolose
stese al sole tra le erbe odorose.
Sali, scendi e poi risali con l’asino che tira,
poi si ferma annusa l’aria, raglia e si rigira,
la stradina che porta in cima al monte
ha Chiaia di Luna a destra e di fronte
Arriviamo su di prima mattina,
nell’aria frizzantina,
ovunque silenzio ancora,
laggiù in lontananza spunta l’aurora;
il cielo è di un pallido rosa,
sembra quasi un vestito da sposa.
Scolliniamo sul crinale: meraviglia!
Guardi lontano per miglia e miglia
il vecchio corpo di guardia, la punta,
e il mare, intorno, che lo contrappunta
e sempre là tra viti e vastacietti
è uno spettacolo che non ti aspetti,
tra voli di quaglie e tortorelle
tutto ti sembra bello…
Guardi la stradina che scende
– il racconto non rende –
i gradoni del cammino
sulle vie del vino
un percorso per giganti
che avran fatto in tanti
pietre di lava fusa
dividono il terreno per chi lo usa.
In lontananza già Liberato e Luigino
arrivati per primi, ma vedo già Giustino
avviarsi verso le cantine,
con l’asino e il suo basto;
porta i barili e il resto.
C’è pure ’u Schàffer, fucile a spalla e coppola in testa
e il cane intorno che gli fa festa,
’Ngiulille e Boffacazone sono già fuori le cantine,
si preparano al lavoro, come tutte le mattine.
’U Schàffer tira fuori le panche, il tavolino,
i bicchieri e il bottiglione di vino.
Tu arrivi e sei il benvenuto
appena porgi il tuo saluto,
ti ritrovi in mano un bicchiere di vino
…e sono solo le sei di mattino!
Ma poi il lavoro impegna,
nel silenzio che regna;
ogni tanto nell’aria un richiamo,
che rimbalza tra il monte e il piano.
La risposta passa dall’uno all’altro posto,
come tra sentinelle di un avamposto.
Quando il sole picchia in testa più forte
cominci a temere per la tua sorte…
solo chi è abituato resiste;
ora a tutti fa piacere una sosta.
Si torna al fresco della cantina
Dove qualcuno ha pensato alla cucina.
E qui per sorte o per magia
si beve e si mangia tutti in allegria…
Il giorno si svolge piano piano:
è più lento il lavoro pomeridiano
finché la brezza sale dal mare
con l’umido salino della sera…
E viene l’ora del ritorno:
è finito anche questo giorno.
Ci vuole tempo per arrivare in cima,
nessuno ha fretta di arrivare prima
proprio lassù una poiana vola
fa cerchi in cielo, con sfondo Palmarola.
È forse il suo modo di dire
addio al giorno che se ne va a dormire.
Che differenza tra la sera e la mattina,
la luce soffusa del giorno
e quella di fuoco acceso al ritorno
Un asino e i Vecchi: carico in spalla, che fa meno male
e la fune, che tiene a bada l’animale
che lento scende per la via scoscesa,
di pietre in fila, come banchi in una chiesa,
resta soltanto un’ora di luce,
si torna a casa, alla famiglia, in pace.
Domani ancora sulla via del Fieno, come tutte le mattine
tra viuzze strette e parracine
giorno dopo giorno è passata una vita
ti volti indietro ed è già finita.