proposto da Sandro Russo
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Prendiamo lo spunto da un’immagine tante volte vista, in originale o nelle copie dei tanti imitatori che ad essa si sono rifatti. Un’immagine di quiete ed un topos che noi isolani, di nascita o di adozione, ci portiamo dentro.
Porto di Trieste (1907), di Egon Schiele. Piccola opera (circa 25 cm x 40) conservata al Leopold Museum Vienna, dipinta dall’artista appena diciassettenne
Egon Schiele, nasce nel 1890 a Tulln, una cittadina nei pressi di Vienna.
E’ un genio precoce; dipinge dall’età di 15 anni. Nel 1907 arriva a Trieste.
Egon Schiele. Barca a Trieste (1907?). Questo è un secondo quadro giovanile dipinto a Trieste
Egon Schiele. Barca di pescatori riflessa sull’acqua (1908). Un altro dipinto del primo Schiele. Il porto dovrebbe essere ancora quello di Trieste. Schiele conobbe Klimt solo qualche anno dopo
Piccola digressione su Trieste e il suo porto.
Alcuni luoghi hanno qualcosa di magico; come uno spirito del luogo che aleggia e viene percepito in tempi e da persone diverse con modalità che si collegano tra loro.
A questo ho pensato osservando queste foto di Roberto Furlan, fotografo triestino:
La Lanterna di Trieste. Foto di Roberto Furlan
La Gioia sul riflesso. Foto di Roberto Furlan
Ma torniamo a Egon Schiele, alla sua vita e alle acque
Esponente di spicco del cosiddetto ‘Decadentismo viennese’ – insieme a Gustav Klimt (1862 – 1918) e Oskar Kokoschka (1886- 1980) -, Egon Schiele ha una vita breve e intensa come poche; brucia esperienze e passioni con un’inquietudine febbrile, quasi presaga.
Guardiamo con il senno del poi i dipinti che raffigurano l’acqua, senza entrare nel merito delle sue ossessione maggiori: la raffigurazione della figura umana e del sesso…
Egon Schiele. Il Mulino (1914)
Proprio quando nel 1914 la sua fama artistica si va affermando, scoppia la prima guerra mondiale: sarà la fine di un’epoca, con il crollo definitivo dell’impero asburgico; Schiele raffigurerà questo imminente crollo ne ‘Il Mulino’, dove una fragile struttura di legno è travolta dalla crescente forza dell’acqua che distrugge e spazza via la fragile opera dell’uomo
Schiele. Torrente di montagna, del 1918, l’anno della morte
La precipua natura dei suoi dipinti e la sua morte prematura fanno assurgere Schiele a simbolo dell’artista incompreso, raffigurazione stereotipa dell’uomo frustrato ed alienato dalla società, percepita come refrattaria e punitiva nei confronti dell’Artista.
Egon Schiele, alla morte di Klimt, è considerato il più importante pittore austriaco, ma la sua carriera e la sua vita, finalmente toccate dal successo, vengono bruscamente stroncate.
Nell’autunno del 1918 – un mese prima della fine della guerra – l’influenza spagnola, che ha provocato più di venti milioni di morti in Europa, raggiunge Vienna. La moglie di Schiele, Edith Harms, incinta di sei mesi, muore il 28 ottobre. Durante l’agonia della moglie, l’artista la ritrae più volte. Purtroppo lui stesso non scampa al contagio e muore, tre giorni dopo, il 31 ottobre, a soli 28 anni.
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Note
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Notizie biografiche su Egon Schiele da Wikipedia
Foto di Roberto Furlan da Fotocommunity