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Non eri ponzese ma eri un pezzo di Ponza, forse di più.
Pippo Dell’Acqua, notissimo commerciante, è deceduto a Castelforte, in un posto ameno dove risiedeva spesso per via della figlia, andata in sposa un professionista di quelle parti.
Pippo proveniva da quella terra meravigliosa chiamata Conegliano Veneto, un paese che amava profondamente, di cui apprezzava il dialetto e ha conservato sempre il suo accento inconfondibile.
Era un personaggio verace, spontaneo e genuino, sempre con il sorriso pronto, un esempio di buona educazione, di correttezza e lealtà.
Pippo sapeva gestire i bar come pochi.
È arrivato a Ponza dalla Svizzera dove era emigrato in cerca di fortuna, lì ha conoscuito la moglie, una signora sarda che viveva in perfetta simbiosi con lui. Quando ha cominciato a gestire il bar in piazza Pisacane, è stato subito un successo: tanti clienti, affari a gonfie vele.
Poi Pippo è passato a Campo Inglese vicino la discoteca, per chiudere in bellezza la sua attività a le Forna Chiesa, una continua escalation, tutti in fila per fare colazione.
Sapeva dialogare con ponzesi e turisti, il cliente per lui era sacro. Era un uomo competentissimo di vini, come tutti quelli di Conegliano, dove esiste la migliore scuola per enologi d’Italia.
Tra Cabernet, Pinot e Teroldego ci stava bene, ma il suo vino preferito era il Ramandolo, docg, di provenienza udinese.
Epico uno scherzo ideato dal solito Peppe Tricoli, allora vice-sindaco.
Pippo, una mattina presto, andò ad aprire il bar in piazza, trovò una barca che impediva l’ingresso, posizionata ad arte.
Un vigile urbano, d’accordo con i burloni amici di Peppe, lo multò per sosta vietata di imbarcazione. Pippo si recò subito a pagarla al comando dei Vigili Urbani, ma era talmente infuriato che tirava fuori solo monetine da dieci lire.
Naturalmente, tutti erano al corrente dello scherzo. Vigili compresi.
Giuseppe Mazzella
5 Febbraio 2014 at 11:40
Un paio di anni fa, incontrando Pippo allo sbarco del traghetto, gli chiesi in che modo era capitato a Ponza.
Questo il suo ricordo: “Accompagnavo mia madre, vedova da molti anni, in una delle gite periodiche che facevamo. Capitammo per caso a Formia e scorgemmo nel porto la nave per Ponza. Decidemmo di salirvi con la macchina. Fino ad allora non sapevo nemmeno dell’esistenza dell’isola.
Una volta sbarcati, restai folgorato dalla sua bellezza. Non avevo mai visto un posto di tale meraviglia!
Decisi di tornarci quasi subito a viverci e lavorare. Tornato a casa, lasciai il lavoro che avevo all’estero, e mi trasferii a Ponza. Per sempre. Ero l’uomo più felice del mondo. Oltre quarant’anni in un paradiso terrestre!”.
Gli siamo tutti grati per la sua vita operosa e per il grande amore per la nostra isola.
Giusy
6 Febbraio 2014 at 13:27
Mi dispiace moltissimo che Pippo se n’è andato! Era il primo signore ponzese che non è ponzese.
Salutiamolo con un sorriso, come ha fatto sempre lui.
Erminio Italo Di Nora
17 Febbraio 2014 at 11:59
A Pippo: Signori si nasce
Una Grande Anima pura, proprio come quella di un bambino.
Un Cuore talmente grande, da poter ospitare sempre e comunque anche la più piccola richiesta di aiuto.
Portavoce del bene dell’isola, messaggero di pace, Pippo rappresenterà per l’eternità uno dei massi portanti su cui si poggia Ponza.
Una Punto bianca, un asciugamano attorno al collo, e una mano tesa per accogliere tutti.
Non indossava maschere, un vero mediano, sempre pronto a lottare per il bene comune.
Mi piace ricordarti così, con una canzone che ti vedrà protagonista anche in Cielo.
Grazie Pippo!
http://www.youtube.com/watch?v=G2kjGmxfohE
Con affetto.
Erminio Italo