Attualità

Tutto sommato qualcosa mi ricordo, di Gigi Proietti

di Silverio Lamonica
Libro Proietti

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In occasione del Natale appena trascorso, ho voluto regalarmi un bel libro.
Non è “un libro qualsiasi”, è un fantastico “baule”… quasi tascabile, ma colmo di tante  preziose meraviglie: sensazioni, emozioni, ricordi… che l’autore, il grande Gigi,  ci offre a piene mani con un ritmo incalzante, avvincente, come il susseguirsi di rutilanti fuochi d’artificio nel corso di uno strabiliante spettacolo pirotecnico.
Sono i ricordi della sua vita. Ma l’autore non ama definirla “biografia”, proprio perché questo termine rimanda immancabilmente ad una certa prosa solenne, piuttosto “paludata”, alla maniera delle cronistorie di una volta sui “grandi del passato”.
Niente di tutto questo. Infatti ce la presenta come  “una chiacchierata tra amici”, in cui l’autoironia predomina e avvince il lettore: inizia con un sonoro schiaffo datogli dal parroco del Tufello, il quartiere in cui abitava da bambino e che lui va a visitare dopo tanti anni, ormai adulto. La stessa scena ce la ripropone nello sceneggiato televisivo San Filippo Neri (una delle tante sue magistrali interpretazioni) quando una ragazza del suo oratorio rivede – dopo diversi anni – un coetaneo che si era dato alla fuga e, prima di abbracciarlo, lo schiaffeggia).
E rivivono i giochi dei bambini di una volta,  come la filastrocca dei numeri da uno a undici, il cui inizio “Uno, er monte e la luna” ricorda la nostra “’A primma luna monta”, musicata di recente da Nino Picicco – leggi qui e qui – oltre ai tuffi nella marrana che Alberto Sordi inserì nel suo film “Un Americano a Roma”.

Poi seguono le varie esperienze di cantante prima e di attore poi; grazie alle attività culturali universitarie (era iscritto alla facoltà di legge) scopre la sua vera vocazione: recitare.  Prende questo impegno con entusiasmo unito ad una severa disciplina, perché, ammonisce: “… non è proprio possibile insegnare la recitazione: si possono assegnare gli esercizi, consigliare delle letture, ma la pratica non può esaurirsi in una serie di lezioni. Ci vuole disciplina per sviluppare la coscienza del proprio corpo, della propria voce, dei propri movimenti … Non ‘si fa’ l’attore: o ‘lo si è o ‘non lo si è’. Io ‘sono’ un attore non ‘faccio’ l’attore.”

Una tale affermazione è frutto della consapevolezza, non della presunzione, visti i successi enormi di questo Maestro, che ha dimostrato di guadagnarsi la stima e l’amicizia dei più illustri uomini di spettacolo e di cultura, oltre alla grande ammirazione da parte di un pubblico sempre più vasto.
Inoltre  in diverse pagine di questa sua prima opera letteraria, dà preziosi suggerimenti a tutti gli aspiranti attori (sia professionisti che dilettanti).

Nel libro rende omaggio ai protagonisti dello spettacolo e del teatro contemporaneo con cui è venuto a contatto e da cui – come dichiara lui stesso – molto ha ricevuto: da Gregoretti a Vittorio Gassman a Gina Lollobrigida ad Eduardo De Filippo a scrittori come Moravia e Gianni Rodari a registi tra cui Fellini e Luigi Magni, tanto per citarne alcuni.

Gigi Proietti da tanti anni ha scelto la nostra isola per trascorrervi con la famiglia i periodi di vacanze. In più occasioni è stato ben lieto di offrire ai ponzesi e ai turisti ospiti, degli spettacoli molto divertenti e interessanti.
La sua ultima esibizione a Ponza risale al luglio 2007 quando lesse in pubblico il testamento di Carlo Pisacane e la Spigolatrice di Sapri, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario del famoso “sbarco”.
Insomma si sente un ponzese, tanto che  nel 1986, con una delibera di giunta, fu nominato “Cittadino onorario di Ponza”.

Gigi è un artista “a tutto tondo”: cantante, attore, regista, presentatore, poeta… e ora scrittore.
E giocando con il titolo di uno dei suoi più noti spettacoli teatrali: “A me gli occhi, please”, in considerazione dell’età che avanza, ha già il titolo per il suo prossimo libro: “A me gli occhiali, please”…

Lo aspettiamo pazienti e pieni di curiosità!

 

Immagine di apertura. Copertina del libro di Gigi Proietti; Ed. Rizzoli  Nov. 2013

1 Comment

1 Comments

  1. vincenzo

    11 Gennaio 2014 at 12:21

    “A me gli occhiali please”

    Infatti passa il tempo, rimangono i ricordi e con ironia li percorriamo ma non sia mai detto di mollare, malgrado la vista, continueremo a leggere e a produrre.

    Proietti ricorda:

    “A volte passava mio padre, mi guardava e mentre si allontanava scuotendo la testa lo sentivo sbuffare: «Io ’sto fijo mio nun lo capisco». Un giorno mi beccò che ero appena rientrato a casa. Non mi vedeva da un po’ e allora fu più diretto del solito.
    «Ma se po’ sape’ che stai a fa’?» «Sto a fa’ teatro, non preoccuparti». «Ma che stai a di’? Che teatro stai a fa’?» «A papà, è teatro!» «E che teatro è? Se po’ sape’ er titolo?» Titubante gli dissi: «Stiamo preparando Riflessi di conoscenza». «Conoscenza de che? Nun ciavete da studia’? Ma fate un po’ come ve pare…».

    Ecco tutti i genitori dicono ai figli la stessa cosa: non state a perdere tempo mettetevi a studiare per un diploma meglio una laurea, pensando che si studia solo a scuola o sui testi scolastici e che il tempo impegnato a torturarsi per cercare una via per appagare se stessi sia tempo perso. Infatti solo le personalità forti, quelle che comprendono che lo studio è un fine e non un mezzo riescono a elevarsi dalla media.

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