proposto da Sandro Russo
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Il Moby Dick di Melville è un romanzo atipico in cui la trama si intreccia con lunghe digressioni filosofiche sull’esistenza.
Libro d’avventura, manuale per la caccia alle balene, dizionario, memorandum, saggi d’introspezione psicologica, racconto epico, trattato epistemologico, filosofico, artistico o semplicemente linguistico, l’autore utilizza un numero impressionante di digressioni prese dai libri di storia, testi antichi e suoi contemporanei.
I nomi sono importanti, in ogni romanzo ma in particolare in Moby Dick, intriso di richiami biblici e con l’andamento di una tragedia di Shakespeare
Consideriamo quindi i nomi dei tre protagonisti.
Ishmael
Ismaele è un personaggio biblico, uno dei figli del patriarca Abramo. È citato più volte nel Corano come esempio di rettitudine, come profeta di Dio e Suo apostolo.
Il libro della Genesi afferma che Ismaele nacque dalla schiava Agar: “Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito” (Genesi 16,15).
Alla nascita del figlio Isacco, alla moglie Sara insorge un’acuta gelosia nei confronti della giovane schiava Agar. Abramo si trova allora costretto ad allontanare Agar e il loro figlio Ismaele, che si riducono a vivere nel Deserto di Paran. Più avanti Ismaele prenderà in moglie una egiziana.
Alla sua morte Abramo fu sepolto da Isacco ed Ismaele.
Ismaele è considerato il progenitore “nobile” degli Arabi settentrionali i cui discendenti, da questo punto di vista, possono essere definiti “ismaeliti”. (…) [Notizie da Wikipedia, semplificate].
Abramo allontana dalla sua casa Hagar e Ismaele. Guercino (1657)
Hagar e Ishmael verso il deserto. Frederick Goodall, 1866
Achab, il re empio di Israele
Acab fu uno dei sovrani del regno d’Israele, che regnò dal 875 al 852 a.C. È conosciuto anche come Achab, Ahab o Acabbo.
Nella Bibbia le vicende del re Acab sono raccontate nel primo dei Libri dei Re. Secondo la narrazione biblica, su influenza e pressione di sua moglie Gezabele che era di stirpe cananea, abbandonò la fede nel Dio di Israele e si convertì al culto del dio Baal, già adorato nella terra di provenienza della regina, la Fenicia. Osteggiò quindi nel suo regno i fedeli del vero Dio di Israele e favorì in tutti i modi il culto cananeo. Per questo perseguitò crudelmente i profeti del Dio israeliano, in particolare Elia. (…). Egli ricorse al dio ebraico Yahweh solamente quando si trovò in grave pericolo durante l’assedio della città di Samaria da parte di Be Adad re di Siria. Acab morirà in combattimento, colpito da una freccia, e i cani leccheranno il sangue delle sue ferite come aveva preannunciato il profeta Elia.
Anche nel romanzo di Melville un uomo di nome Elia, dai modi piuttosto alterati, predice sventura a Ismaele e al suo compagno Queequeg nel momento in cui vanno ad imbarcarsi sul Pequod.
Morte di Achab. Alessandro Franchi, 1878. Pavimento del Duomo di Siena
Moby Dick
Nel 1841 su una baleniera diretta verso la Polinesia, Melville si era imbattuto in un libro che riferiva di un evento realmente accaduto nel 1821, scritto da uno dei sopravvissuti alla tremenda avventura. Si trattava di “Narrazione del naufragio della Baleniera Essex di Nantucket che fu affondata da un grosso capodoglio al largo dell’Oceano Pacifico” di un certo Owen Chase. Un altro evento di rilievo nella genesi del romanzo di Melville fu la notizia della uccisione, attorno al 1830, di un capodoglio albino, denominato dai marinai ‘Mocha Dick’ nelle acque al largo dell’isola cilena di Mocha (dove ‘Mocha’ è appunto una denominazione geografica e ‘Dick’ un nome confidenziale, come ‘Jack’ o ‘Bill’). Corse la voce che Mocha Dick avesse venti o più ramponi conficcatigli nel dorso da altri balenieri, e che sembrava attaccare le navi con una ferocia premeditata.
La trasformazione da “Mocha” a “Moby”, tuttavia, non è chiara; lo stesso Melville non ne ha mai spiegato l’origine.
Successivamente vari studiosi hanno detto la loro. Harold Beaver, nel suo commento all’edizione ‘Penguin Classics’ di Moby Dick del 1972, racconta che in fascicoli successivi nella stessa rivista che pubblicò le notizie di Mocha Dick, viene riportata “La storia di Toby”. Beaver quindi si domanda se Melville non abbia, forse, combinato i due nomi, facendo diventaro Mocha e Toby, Moby.
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[Moby Dick. (3) – Continua]