di Francesco De Luca (Franco)
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Avrei bisogno della sensibilità di un poeta classico per chiedere alla Musa di sorreggere le parole affinché la “malia” che promana Ponza in quest’autunno incerto potesse essere adeguatamente espressa e recepita.
E sì perché sembra che l’estate sia restia a lasciare l’isola.
Dopo la notte, imbrigliata in una corposa rugiada trafitta dai trilli dei grilli, si apre Ponza al chiarore tenue, ancor più evidente per lo specchio del mare che la circonda.
Sfrecciano fra le ombre che diradano le ali dei tordi, non di rado seguite dallo scoppio di un fucile. Ancora la caccia riporta ad ancestrali vecchie usanze e lacera la coscienza della quiete.
Essa domina su questo villaggio di anime che nemmeno più attendono, sopite ormai.