Ambiente e Natura

Sbatti il “Mostro” in prima pagina

la Redazione
1.Frontone dall'alto

 .

Siamo restati impressionati dai titoli dei giornali dei giorni scorsi, quando per l’ennesima volta abbiamo letto, per l’isola che sinceramente amiamo, di ‘illegalità’, di paesaggi deturpati, ‘ecomostri’ …e via denigrando.

Questo il link all’articolo di radioluna.it, corredato da una immagine della spiaggia di Frontone dove le strutture oggetto della sentenza nemmeno si vedono: http://www.radioluna.it/news/2013/10/ecomostro-al-frontone-legambiente-il-consiglio-di-stato-ci-da-ragione-ora-labbattimento/

6. Frontone a Ponza. RL

È ben vero che la sentenza del Consiglio di Stato, che alcuni giorni fa ha posto fine alla controversia tra Sporting  Frontone e il Comune di Ponza è – a quanto si apprende dal sito del Comune di Ponza e dai giornali – inappellabile, con conseguente chiusura forzata e/o abbattimento o acquisizione nel patrimonio comunale della struttura.

Ma è anche vero che l’unico “ecomostro” di Frontone è la fatiscente struttura ex-ENAL, costruita negli anni ’50, più volte rimaneggiata e recentemente ampliata (circa 4 anni fa) dopo che la concessione edilizia per la costruzione di un albergo di varie decine di camere è stata bloccata per alcune irregolarità.

4. Frontone. Ex struttura Enal

Al confronto, non si possono certo definire “ecomostruose” le strutture dello Sporting; infatti lo stesso sindaco, sul sito del Comune parla di “mostro di illegalità”.

5. Ponza Frontone. Veduta della spiaggia

E nella nostra ingenuità, analoga a quella del bambino della favola di Andersen, abbiamo pensato che ci dovesse essere un equivoco, che forse non riguarderà Legambiente – per quanto i giornali riportano una dichiarazione del Presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati, il quale definisce la struttura di Frontone un ecomostro e plaude al suo abbattimento – …Ma certo il pubblico meno informato potrebbe rimaner sorpreso di ritrovare, il prossimo anno e dopo tanto battage, quello che credeva l’ecomostro (quello vero) ancora integro nel suo immarcescibile splendore.

2.Frontone spiaggia. Altra veduta

Allora la domanda vera diventa un’altra. A quando un altrettanto ‘vigoroso’ impegno del Sindaco – e magari una sentenza – che finalmente ci liberi di quella struttura imponente, offensiva e inutile che da oltre cinquant’anni deturpa la spiaggia di Frontone? Una vera offesa a qualsiasi principio paesaggistico!
Cosa si sta facendo per arrivare all’abbattimento di quell’ecomostro lì?

E ancora: dal momento che siamo nell’imminenza dei lavori di messa in sicurezza di Frontone che prevedono, oltre alle reti poste sulla retrostante roccia, la canalizzazione delle acque (con gli ovvi espropri per realizzarli) e la costruzione un massiccio muro eretto a protezione dei bagnanti, perché è così difficile da parte dei cittadini accedere al progetto in esecuzione?

Alla fin fine si tratta dell’unica vera spiaggia fruibile dell’isola, e molti dei residenti si chiedono se a realizzazione compiuta il tutto sarà tale da non disturbare la vista – e il cuore – di chi davvero ama Ponza.

6. Frontone. Rada. Vista da un'altra angolazione

 

***

Aggiornamento
Segnalato da alcuni lettori e aggiunta successivamente in coda dell’articolo, anche questa cronaca del giornale on-line “Studio 93”: accedi al link

17-10-2013

L’ecomostro di Ponza dichiarato illegittimo. Legambiente: “Finalmente una bella vittoria per l’isola”.
“Ora che anche una delle massime autorità giudiziarie lo ha stabilito in maniera inappellabile, si deve procedere subito con l’abbattimento del terribile ecomostro”.


12 Comments

12 Comments

  1. Paolo Iannuccelli

    23 Ottobre 2013 at 13:36

    Condivido pienamente la posizione della Redazione su Frontone
    L’unico ecomostro – se così si può definire – presente a Ponza, è l’ex colonia Enal sulla spiaggia di Frontone, abbandonata da anni: un bruttissimo biglietto da visita per i turisti che arrivano.
    Legambiente, nel suo duro intervento, ha confuso lo Sporting Club Frontone, uno stabilimento balneare, con il vecchio edificio dove anni fa ho trovato profilattici e siringhe usate da tossicodipendenti, oltre a pezzi di muro che cadevano in modo pericoloso.
    Legambiente dovrebbe verificare meglio certe situazioni e non infierire così fortemente sul turismo ponzese, fonte di vita per tante persone perbene.
    Io da qualche anno abito a Nettuno, perché non si parla di ecomostro davanti al grattacielo Scacciapensieri e alle altre costruzioni limitrofe?

  2. Gennaro Di Fazio

    24 Ottobre 2013 at 01:34

    Sfido chiunque ad essere obiettivo senza condizionamenti. Ognuno di noi è espressione dell’influenza di tantissime variabili: economiche, sociali, genetiche, storiche nonché delle pulsioni emozionali individuali del momento in cui emana il proprio giudizio. Io personalmente preferisco avere a che fare con chi ha una linea di condotta chiara, se non altro per capire meglio chi ho di fronte e magari anche controbatterlo laddove c’è necessità. È risaputo che ognuno di noi compre un giornale anziché un altro proprio perché preferisce un taglio e/o una linea “politica”. E poi che cosa significa essere obiettivi? Ogni situazione si può guardare da ottiche diverse ed apparire sbagliata o giusta a seconda appunto le prospettive. Questa riflessione l’ho fatto dopo l’editoriale di Giuseppe Mazzella “ una sola linea” del 14ottobre u.s. Cito a riguardo solo una sua parte, anche se è opportuno leggere l’intero articolo “Quando ci viene rimproverato di non avere una linea editoriale, quasi fossimo un “potere”, ci viene rimproverato in effetti di non essere al servizio di una parte. Noi siamo, invece, al servizio dei nostri concittadini senza mete segrete o altre. La nostra linea editoriale è la civile espressione delle diverse visioni, cercando di trovare tutti assieme quella condivisa.” Non ho risposto, ho preferito rimanere in attesa di un prossimo articolo che mi poteva dare l’opportunità di verificare la contraddizione su quanto l’autore asseriva. L’occasione è arrivato con questa pubblicazione dove la redazione prende posizione sulla questione di Frontone. A torto o a ragione è comunque una posizione perché giustifica alcune questioni e ne affossa altre in modo alquanto arbitrario, cioè senza riferimenti ai molteplici atti che hanno determinato quanto sta succedendo su questa spiaggia e comunque, ammesso che le conoscessero tutti, alla fine il giudizio rimane pur sempre soggettivo. Sicuramente si sta confondendo la trave (la struttura ex ENAL) con la pagliuzza (lo sporting Frontone),ma non è certo con questa impostazione che è stata data a questo articolo che si risolveranno le contraddizioni morali e legali che esistono sull’isola – soprattutto quando si scrive “Questo il link all’articolo di radioluna.it, corredato da una immagine della spiaggia di Frontone dove le strutture oggetto della sentenza nemmeno si vedono” – altrimenti con la scusa che si sono altre inadempienze o che ciò che è stato fatto “nemmeno di vede”, si continuerà a non fare nulla e il più furbo o il più forte continuerà ad averla vinta mentre le questioni generali che riguardano l’intera comunità continueranno ad essere irrisolte. Senza “linea” come si fa a determinare il confine tra la legalità e la moralità? Non rimane che la soggettività che in quanto tale non è altro che un potere occulto in mano a qualcuno con conseguenti potenziali effetti pericolosi per tutti gli altri.

    Gennaro Di Fazio

  3. La Redazione

    24 Ottobre 2013 at 12:07

    La reprimenda di Gennaro si fonda su due asserzioni entrambe opinabili; la seconda desunta da un superficiale giudizio su quel che si è riportato e mostrato.
    Le sue critiche all’articolo “Una sola linea” (leggi qui) stirano e interpretano in modo personale le parole del testo. In realtà ci accusa di essere neutri ed equidistanti (in termine denigratorio: ‘qualunquisti’).
    Nella seconda affermazione (opposta) interpreta il nostro “neanche si vede” come uno schieramento partigiano a favore della “levità e leggiadria” (?) delle strutture dello Sporting, mentre propriamente si intendeva (lo si è scritto!): “le strutture oggetto della sentenza nemmeno si vedono” (non si possono vedere, perché fuori campo! È così chiaro! Lo Sporting sta alquanto più a destra del campo che la foto inquadra). Quindi l’articolo citato e riportato in link, sia non le immagini che con il testo, devia l’attenzione del Lettore e il biasimo inerente, sulla costruzione ex Enal, e non su quella che è stata sanzionata dal Consiglio di Stato.
    Caro Gennaro, guarda bene la foto, leggi l’articolo e la nostra didascalia!

  4. Franco De Luca

    24 Ottobre 2013 at 12:15

    Facendo parte della Redazione finora ho preferito esprimere i miei distinguo riguardanti scelte e decisioni del “Sito” con e-mail private, da non pubblicare. Perché ritenevo l’unione un valore poco riconosciuto fra i Ponzesi e volevo rafforzarlo soprattutto fra di noi redattori.
    La mia distanza dalla “linea” del Sito è risaputa: non sono per nulla d’accordo sulla direzione espressa più volte da Giuseppe Mazzella. Non lo sono perché l’essere aperti a qualsivoglia apporto, senza regole, a mio vedere, rende il Sito un luogo poco serio.
    Nulla a che vedere con la “censura”, e nemmeno con un supposto “potere”. Questo c’è perché la discrezionalità della Redazione non può essere eliminata né taciuta. Occorrerebbe esplicitare le Regole, cui accennavo sopra.
    Perché sto esprimendo questa lamentela in pubblico?
    Perché vorrei non partecipare alla Redazione.
    Collaborerò come sempre, perché il Sito sta dimostrando un valore in sé, a prescindere da questi distinguo interni.
    In sostanza mi dissocio dalla Redazione, non dal Sito.
    Fraternamente.
    Francesco De Luca

  5. Mimma Califano

    24 Ottobre 2013 at 13:42

    È il caso di chiarire dei punti tra le diverse affermazioni fatte da Gennaro, onde evitare che il lettore sia fuorviato dal vero senso dell’editoriale. In particolare dove lui scrive: – “…perché giustifica alcune questioni e ne affossa altre in modo alquanto arbitrario, cioè senza riferimenti ai molteplici atti che hanno determinato quanto sta succedendo su questa spiaggia” – …e più avanti – “altrimenti con la scusa che “nemmeno si vede” si continuerà a non far nulla e il più furbo o il più forte continuerà ad averla vinta”.

    Tali affermazioni possono ingenerare l’idea che il ‘redazionale’ volesse prendere posizione in merito alla sentenza. Non era affatto questo l’intendimento, bensì mettere in evidenza che qualcuno poco pratico dei luoghi confondesse la struttura dell’ecomostro vero, cioè l’edificio ex-Enal (si definisce “ecomostro” un edificio o un complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l’ambiente naturale circostante), con le strutture dello Sporting che invece è stato definito dallo stesso sindaco “mostro di illegalità”; ripetiamo mostro di illegalità, non ecomostro, come invece sottolineato da Legambiente e riportato con evidenza da Radioluna (la foto riportata da questo sito inquadra la struttura ex-Enal e il buon senso fa pensare che abbiano confuso).
    Né si intendeva dare una qualsiasi valutazione sugli aspetti ambientali dello Sporting.
    Ciò chiarito, il nostro auspicio era di un forte impegno anche per l’abbattimento di questa struttura che già da notevole distanza disturba chiunque volga lo sguardo verso la spiaggia di Frontone.

  6. vincenzo

    24 Ottobre 2013 at 17:02

    Paolo Iannuccelli scrive:
    “Legambiente dovrebbe verificare meglio certe situazioni e non infierire così fortemente sul turismo ponzese, fonte di vita per tante persone perbene.
    Io da qualche anno abito a Nettuno, perché non si parla di ecomostro davanti al grattacielo Scacciapensieri e alle altre costruzioni limitrofe?”

    Paolo su questo ha ragione, e tutti lo dovremmo dire con forza a cominciare dagli amministratori.

    Se i Verdi dicono che a Ponza ci sono Ecomostri, cosa dicono i Rossi e i Bianchi?

    Una volta, nella seconda ondata quando l’economia industriale era il centro e il motore della vita umana sulla terra, i Verdi contavano zero e c’era la più ampia occupazione operaia nelle industrie le quali non si interessavano di inquinare e così venivano occupate campagne per costruire le città e poi le fabbriche che usavano l’aria, l’acqua, le risorse del sottosuolo come meglio le piaceva. Ma nessuno si permetteva di parlare e quei pochi che lo facevano erano azzittiti come mosche cavalline.

    Ancora adesso a Taranto, la grande fabbrica inquina e uccide, ma lì si deve mediare perché quella fabbrica da lavoro a tanta gente e quindi per non morire di fame si muore di altro.

    Ma comunque è cambiata la musica, i Verdi parlano e i Rossi si adeguano i Bianchi mediano, li ascoltano: dopotutto il 70% della forza lavoro è occupata nel terziario. Il terziario è pulito?
    Ma il terziario sono i trasporti e quindi aeroporti, autostrade, ponti, valichi, TAV…..; il terziario è informazione è telefonini, antenne, cavi sotterranei, satelliti anche spia, computer.
    Il terziario è commercio, legato ancora al trasporto pesante su gomma e poco sulle ferrovie.
    Il terziario è servizi come lo smaltimento differenziato e indifferenziato della immondizia in mani poco sante.
    Il terziario è energia, che dipende ancora dal petrolio ma si stanno sviluppando le nuove tecnologie che sfrutteranno le fonti energetiche alternative e rinnovabili. Ma si sente e si sentirà parlare di ECOMAFIE.

    Tornando a Noi se qualcuno parla di Ecomostro a Frontone che cosa dicono i Ponzesi?
    Ci sono Ecomostri?

    Un Ecomostro era la miniera alle Forna e questo è indiscusso, che ha lasciato un mostruosità dal punto di vista ecologico ancora adesso sotto gli occhi di tutti a Cala Dell’Acqua, ma a Frontone non ci sono ECOMOSTRI, ci sono delle cose non in regola, abusive, difformi alla regolarità dimostrate in modo definitivo dal Consiglio di Stato, ma io non parlerei di ECOMOSTRI solo perché l’hanno detto i VERDI.

    Come quella struttura fatiscente, al centro della spiaggia che esiste dagli anni sessanta, quando a Ponza non c’era il turismo di massa e quindi nessuno si sognava di fare Ecomostri.
    Il fatto che io voglio chiarire con questo intervento è che l’isola e gli isolani a cominciare dagli Amministratori, che rappresentano l’isola, devono capire:
    1. Che bisogna definire chiaramente e con forza qual’é lo sviluppo economico da dare a l’isola e che permetta a 3000 persone residenti di viverci bene secondo gli standard di vita europea;
    2. Che non ci sono maestri in giro che possano dettare legge e dare pagelle a cittadini isolani sulla qualità e quantità di strutture da costruire, accettare e sviluppare sull’isola.
    Ma il problema non sono i VERDI il problema siamo noi che siamo in balia di questi avvenimenti. Il problema siamo noi che non siamo in grado di dire da una parte BASTA ALLA ILLEGALITA’ e dall’altra INDICARE LA STRADA DA SEGUIRE PER CREARE LEGALMENTE SVILUPPO E BENESSERE PER TUTTI.

  7. Enzo Di Fazio

    25 Ottobre 2013 at 10:43

    Spiace questa uscita dalla redazione di Franco.
    Essenzialmente per due motivi: il primo perché Franco è una presenza del sito tra le più attive e proficue e per la redazione, indipendentemente dai suoi “distinguo”, era sicuramente un valore aggiunto; il secondo perché per una squadra che si è data ambiziosi obiettivi, perdere qualcuno lungo la strada, al di là dei motivi giusti o sbagliati che hanno determinato la scelta, non è mai una vittoria.

  8. Giuseppe Mazzella

    25 Ottobre 2013 at 11:25

    Caro Franco,
    in tutta sincerità non capisco le ragioni che ti hanno portato alla decisione di non far parte più della redazione di Ponza racconta. Ragioni che, ovviamente, rispetto e che cercherò di comprendere magari in occasione di futuri scambi o conversazioni.
    Aspettiamo sempre con interesse i tuoi interventi sul sito che, ci assicuri, non farai mancare.
    Mi scuso se non sono riuscito a farmi capire nelle cose che ho scritto, in riferimento in particolare alla linea che a mio giudizio dovrebbe avere il nostro sito, e che confermo.
    Questo non vuol dire che la tua visione non possa essere considerata rispettabile o anche migliore.
    Ripeto ancora una volta che il sito non è mio, ma di tutti quelli che liberamente ci lavorano e ci dedicano un po’ o tanto del loro tempo, nel proporre idee e progetti utili per la nostra isola.
    Ed è per questo che Ponza racconta è anche tua e le tue idee non possono che arricchire il confronto.
    Con franca amicizia,
    Giuseppe

  9. vincenzo

    25 Ottobre 2013 at 17:24

    C’è una sola linea editoriale?

    A seguito dell’articolo “Sbatti il Mostro in prima pagina” sono state scritte da più parti diverse cose interessanti per quanto mi riguarda.

    Gennaro Di Fazio, che a suo dire, aveva aspettato questa occasione per criticare l’artico di Giuseppe Mazzella “Una sola linea”, sottolineando che sono impossibili equidistanze bipartisan, perché siamo in qualche modo coinvolti, condizionabili e condizionati fin dalla nascita, mette adesso in luce una contraddizione della linea editoriale.

    Ma la redazione, evidentemente riunitasi d’urgenza, ha redarguito il commento di Gennaro commettendo di nuovo l’errore, a mio avviso fatto in occasione della pubblicazione di un articolo dell’amministrazione comunale (vi ricordate: pubblichiamo solo per dovere di cronaca) bollando come REPRIMENDA il commento di Gennaro.
    Reprimenda: rimprovero fatto in tono di autorità per tenere a segno una persona in modo da impedirgli di fare qualcosa.

    Caro Giuseppe, tu che esalti la libertà di espressione, celebrando in questo modo la pluralità dei messaggi che rappresentano la bellezza della società aperta e civile non puoi permettere censure, intimidazioni verbali, scelte editoriali che non prevedono contraddittorio.

    Ma che c’era qualcosa che “bolliva in pentola” era per me evidente quando hai deciso di pubblicare il tuo editoriale, a mio avviso da nessuno dei lettori richiesto, per cui inopportuno.

    Inopportuno, perché le “cose” pubbliche, cioè quelle realmente pubblicate su PonzaRacconta, seguivano, apparentemente la tua logica, cioè la massima libertà di espressione, al contrario con la tua scelta di scrivere quell’editoriale hai messo in luce che dietro le quinte c’è il vero dibattito, c’è discussione viva nella redazione e anche con i collaboratori c’è divergenza. Quell’editoriale, formalmente non richiesto, era indispensabile per mettere in “gabbia i falchi” e dare forza alle “colombe”.

    E infatti solo oggi scopro, perché l’ha scritto, che Franco De Luca, faceva parte della Redazione e si dissocia: “La mia distanza dalla “linea” del Sito è risaputa: non sono per nulla d’accordo sulla direzione espressa più volte da Giuseppe Mazzella. Non lo sono perché l’essere aperti a qualsivoglia apporto, senza regole, a mio vedere, rende il Sito un luogo poco serio.
    Nulla a che vedere con la “censura”, e nemmeno con un supposto “potere”. Questo c’è perché la discrezionalità della Redazione non può essere eliminata né taciuta. Occorrerebbe esplicitare le Regole, cui accennavo sopra”.

    Questa è un’altra cosa incredibile da capire per me:

    Franco faceva parte della redazione?

    Ho “tallonato” gli articoli di Franco almeno da due anni e mai che lui si fosse sentito in dovere di utilizzare nei mie confronti altrettanta cura. Poi mi sono fatto una ragione pensando, che lui forse, essendo un semplice collaboratore, non si sentiva in diritto di interloquire con me, il suo dovere era quello di fare il suo compitino come meglio gli piaceva e basta: cioè non avendo responsabilità editoriali, “chi se ne frega di quello che dice Vincenzo!”
    Invece adesso, dopo aver scoperto che Franco faceva parte della redazione, mi viene il dubbio che la linea editoriale che Franco rivendicava in privato, non chiedeva confronto e dibattito ma essenzialmente esclusione.

    In questo Franco è coerente!
    Franco si è presentato alle elezioni, con la stessa strategia palesata in questo modo: noi siamo un gruppo, dobbiamo credere in noi stessi, non importa degli altri “chi è Panizzi, che dobbiamo fare con i Panizzi ecc”. Se il gruppo poi ha dei dubbi, perché ascolta la gente, perché vuole vincere, che fa Franco?…. si ritira”

    Stiamo a mio avviso lontano anni luce dalla razionalità che serve all’isola, siamo volenterosi ma assolutamente incapaci di prospettare il nuovo anche se conosciamo la storia e ci definiamo uomini di cultura.

    Ma facciamo comunque il punto oggi:
    C’è una sola linea editoriale, chiamiamola a più voci, che prevede il massimo coinvolgimento di idee e persone, non vi farete tirare per la giacca da nessuno, poi però farete delle scelte precise pubblicando articoli e non altri, poi per esempio alcune voci decideranno di intervenire per stroncare commenti di alcuni e non di altri e poi altre voci medieranno rivendicando la massima pluralità dell’azione editoriale.

    Finché la barca va lasciala andare!
    Io non credo, come penso Gennaro abbia voluto dire, che si possa andare avanti a lungo senza cadere in grosse contraddizioni e di non essere poi veramente strumentalizzati da una parte o dall’altra, se la linea editoriale non diventa chiara, selettiva, (non alla maniera di escludere) ma alla maniera di scegliere argomenti e strategie editoriali che seguono un progetto culturale che non può che confrontarsi, o scontrarsi con l’economia e il potere reale isolano.

  10. sandro vitiello

    26 Ottobre 2013 at 01:25

    Forse abito troppo lontano per mettere a fuoco bene la sostanza del dibattito o forse la lontananza mi aiuta a guardare il tutto senza perdermi nei dettagli.
    Ho seguito la discussione sulla “linea” di Ponza racconta e bene fa la redazione a ricordare periodicamente i principi che regolano l’esistenza di questo punto di incontro.
    Non deve chiedere il permesso a nessuno sul quando e come declinare le regole di convivenza che ci devono stare da queste parti.
    Ponza racconta sta assolvendo ad un compito importantissimo che, a mio parere, è mancato spesso dalle nostre parti: raccontare i pregi e i difetti della nostra comunità senza la pretesa di dispensare assoluzioni o scomuniche, lasciando la possibilità a quanti – nel rispetto dell’altrui pensiero – credono di avere qualcosa da dire.
    Ho provato a leggere e capire le ragioni di quanti hanno sentito la necessità di distinguersi, adesso ma anche in passato, dalla “linea” del sito, ma alla fine faccio fatica a trovare motivi che possano giustificare reazioni così categoriche.
    Almeno non le ho trovate tra le parole, a volte tante.
    Forse sto troppo lontano da Ponza per sentire il non-detto.
    Ponza racconta è una grossa opportunità per noi ponzesi: sia per quelli che stanno a Ponza sia per quelli che stanno dove stanno.
    Ne è la prova la grande quantità di materiale pubblicato.
    Direi che si dovrebbe mettere da parte la pretesa di alcuni di farne uno strumento al servizio di qualche lobby o scuola di pensiero.
    Mi auguro che in futuro ci sia la possibilità di ragionare in maniera un pochino più pacata, cercando di farsi sempre una domanda: “Quello che faccio o dico può servire a migliorare la nostra isola?” …e casomai provare pure a dare una risposta.

  11. La Redazione

    26 Ottobre 2013 at 07:52

    La composizione della Redazione è sempre stata sotto gli occhi di tutti, nel riquadro più in alto e più a destra del frontespizio.
    Ora c’è chi ‘scopre’ che non sapeva di Franco De Luca (che è stato lì segnato, fino a quando non ha deciso di lasciare).
    Sono tre anni che siamo presenti sul territorio e tra la gente.
    Vorremmo continuare su una sola linea: quella del bene di Ponza.

  12. vincenzo

    26 Ottobre 2013 at 17:11

    Cara Redazione, non ti devi preoccupare se io ho letto il riquadro in alto a destra, ti devi preoccupare della coerenza di chi fa parte della redazione nel difendere non dico la linea editoriale ma almeno quello che scrive lui stesso.

    Ma comunque diamogli un taglio, ha ragione Sandro Vitiello: lunga vita a Ponza racconta

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