proposto da Vincenzo Ambrosino con introduzione e commento a cura della Redazione
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Pubblichiamo come articolo a sé stante, estraendolo dai ‘Commenti’, lo scritto inviato da Vincenzo Ambrosino, in sostanza un testo di Jovanotti, cui abbiamo aggiunto il relativo video da YouTube
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Il testo di Lorenzo Cherubini (Jovanotti) dall’album “Lorenzo 1997: L’albero”, con immagini di mare e di costa della Croazia
La linea d’ombra
la nebbia che io vedo a me davanti
per la prima volta nella vita mia mi trovo
a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo
mi offrono un incarico di responsabilità
portare questa nave verso una rotta che nessuno sa
è la mia età a mezz’aria
in questa condizione di stabilità precaria
ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto
mi giro e mi rigiro sul mio letto
mi muovo col passo pesante in questa stanza umida
di un porto che non ricordo il nome
il fondo del caffè confonde il dove e il come
e per la prima volta so cos’è la nostalgia la commozione
nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione
per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone
è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione
senza preoccupazione
soltanto fare ciò che c’è da fare
e cullati dall’onda notturna sognare la mamma… il mare.
Mi offrono un incarico di responsabilità
mi hanno detto che una nave c’ha bisogno di un comandante
mi hanno detto che la paga è interessante
e che il carico è segreto ed importante
il pensiero della responsabilità si è fatto grosso
è come dover saltare al di là di un fosso
che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato
saltare verso il tempo indefinito dell’essere adulto
di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura
cosa sarò? dove mi condurrà la mia natura?
La faccia di mio padre prende forma sullo specchio
lui giovane io vecchio
le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio
“la vita non è facile ci vuole sacrificio
un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione”
arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno di monsone
col vento che non ha una direzione
guardando il cielo un senso di oppressione
ma è la mia età
dove si guarda come si era
e non si sa dove si va, cosa si sarà
che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto
e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera
dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera
ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare
mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo
l’astrologia che mi racconta il cielo
galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare
ma questa linea d’ombra non me la fa incontrare.
Mi offrono un incarico di responsabilità
non so cos’è il coraggio se prendere e mollare tutto
se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare
ma bella da esplorare
provare a immaginare come sarò quando avrò attraversato il mare
portato questo carico importante a destinazione
dove sarò al riparo dal prossimo monsone
mi offrono un incarico di responsabilità
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
getterò i bagagli in mare studierò le carte
e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte
e quando passerà il monsone dirò “levate l’ancora
diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione
questa è la decisione.
Vi si racconta del travaglio di una scelta. Di tutte le immagini che passano davanti agli occhi prima di prendere una decisione importante.
E infine del passaggio dal dubbio alla forza calma e consapevole della maturità, che non si nasconde i problemi, ma li affronta quando si presentano, senza ansie e incertezze.
Suggestivi il testo e la forma scelta di Jovanotti per presentarlo.
La filiazione diretta è da “La linea d’ombra ((The Shadow Line: A Confession, 1917), uno degli ultimi racconti di Joseph Conrad (1857-1924).
Conrad, per cui il mare è il luogo dell’anima, non il mare di Melville, titanico e religioso insieme, né quello di Coleridge, romantico scenario di dannazione e redenzione [se ne è parlato da poco sul sito, a proposito del Moby Dick (leggi qui)].
Conrad, il mare e quel che ci sta intorno, il perenne inquieto via vai della costa, degli ozi delle tolde e dei porti, l’esitazione che può fare di ogni imbarco e di ogni approdo l’occasione per mettersi alla prova e scoprire le radici del proprio essere.
Una frase dal libro:
“Si va avanti. E il tempo anche lui va avanti; finché dinanzi si scorge una linea d’ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro”.
Anche se, al di là dei libri, poi si impara a proprie spese che nella vita le linee d’ombra da passare sono più d’una.
Quello Jovanotti e questo Conrad, ma lo scritto è stato proposto – a commento dell’editoriale di Giuseppe Mazzella “Una sola linea” – da Vincenzo Ambrosino di cui apprezziamo l’esternazione di un travaglio decisionale.
Non è mai facile interpretare Vincenzo, e ci congratuleremmo con lui se avesse deciso di ‘imbarcarsi’ con noi.
Si sa, per mare il tempo è infido e il vento incostante; ma se la rotta è tracciata e la conduzione sicura, la navigazione potrà procedere spedita.
Quel che aiuta per mare è l’affiatamento dell’equipaggio; mettere da parte gli interessi personali per il fine superiore di portare la nave in porto.
A bordo si ha bisogno di “gente essenziale” (leggi e ascolta qui).