a cura della Redazione
Questo articolo si ricollega al precedente, dello stesso titolo, pubblicato il 3 agosto 2013 (leggi qui)
Lo scorso 2 agosto, in contemporanea con la nostra ‘lettera aperta’ indirizzata al Sindaco e p.c. a numerosi Enti ed Istituzioni (cui abbiamo successivamente spedito la missiva), il FAI informava tutti i proprietari dei Luoghi del Cuore segnalati nell’ambito del censimento 2012 e giunti al traguardo con un minimo di 1000 voti della possibilità di accedere a degli interventi specifici, messi da loro a disposizione, per la salvaguardia dei beni.
Ne delineava, quindi, le linee guida per la presentazione della richiesta che andava inoltrata entro il 10 di ottobre.
Nella circostanza sono stati informati anche i soggetti promotori della campagna e portatori di interessi per cui il FAI ha inviato anche all’indirizzo di posta del sito “Ponzaracconta” le linee guida per la definizione degli interventi ed il modulo di richiesta intervento da presentare entro il 10 ottobre.
Di tanto davamo cenno con il P.S. 2 nella citata nostra lettera del 2 agosto.
Come si sono evoluti gli eventi?
Le linee guida dettate dal Fai si sono rivelate molto stringenti.
I motivi che hanno indotto il Fondo Ambiente ad adottare delle regole ben definite e inderogabili per richiedere gli interventi – è la prima volta che questo accade – sembra siano dovuti per un verso al gran numero di beni segnalati e di adesioni e dall’altro alla collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Cinque le tipologie di interventi tra cui optare:
- Elaborazione di un progetto di restauro
- Definizione di un progetto di gestione
- Intervento a fronte della presentazione di un progetto
- Iniziativa di promozione/valorizzazione
- Istruttoria presso gli Enti di Tutela per apposizione vincoli o richiesta di verifica di progetti ritenuti lesivi del Luogo del Cuore.
Era consentita la possibilità di presentare una sola richiesta per lo stesso bene.
Il primo punto ci era sembrato in un primo momento il più adatto alle necessità del nostro Faro, poiché prevedeva anche un contributo economico, ma per poter accedere ad esso ci veniva richiesto un accordo ufficiale con la proprietà.
Essendo in essa implicati il Demanio e il Ministero della Difesa, nonostante i nostri ripetuti, testardi tentativi (lo stesso Fai ha loro inviato una comunicazione, seppur generica in questo senso), è stato impossibile, anche a causa del limitato tempo disponibile, giungere non solo ad una definizione del problema, ma anche a qualunque contatto o incontro costruttivo.
Ci siamo quindi ritrovati nell’imminenza della scadenza dei termini senza alcun accordo con la proprietà, come inderogabilmente richiesto dalle linee guide e ribadito con mail dal FAI stesso dietro nostra insistenza.
In considerazione quindi delle difficoltà incontrate nell’avvicinare “la proprietà” e per la particolarità delle competenze che è tipica dei fari, abbiamo optato per il punto 5) (vedi sopra).
Il FAI ci ha confermato la validità dell’interpretazione e la ricevuta della richiesta.
Abbiamo pertanto formulato la domanda chiedendo che il Fondo Ambiente Italiano si faccia promotore presso le istituzioni per rendere inalienabile il Faro della Guardia e attivi le procedure per consegnarlo al Comune di Ponza a titolo gratuito.
In questo eravamo già stati confortati dal parere positivo espresso dal Sindaco in un incontro di circa un mese fa, quando ci ha assicurato anche il suo interessamento.
Per la fine di novembre sarà pubblicato sul sito del FAI la graduatoria dei luoghi ammessi all’intervento.
Questo a titolo di informazione e aggiornamento per quanti ci hanno creduto e hanno sostenuto la campagna per la tutela del Faro della Guardia di Ponza.