Ambiente e Natura

Sbaraccare?

di Vincenzo Ambrosino
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Il Sindaco in questi giorni ha fatto distribuire, dai vigili, un volantino sull’opportunità di rendere il territorio isolano più decoroso. Io prendo in prestito il termine “sbaraccare” usato dal Sindaco per aggiungere delle mie riflessioni a quanto da lui espresso.

1.tr. Togliere di mezzo cose o persone dal posto che occupano ║ Chiudere un’attività industriale, commerciale, ecc., mandando via il personale.

2.intr. (aus. avere). Abbandonare un luogo per trasferirsi altrove, portandosi dietro le proprie cose.

 

A settembre a Ponza si ‘sbaracca’.

Si sbaraccano in fretta i negozi in piazza, si sigillano porte e finestre perché non c’è più la “folla” che possa garantire guadagni certi e poi i ragazzi devono andare a scuola, quindi c’è giusto il tempo di riporre cose e oggetti in casse e cassetti, fare le valigie e partire.

Si sbaraccano in fretta tutte le attività nautiche.

Si sbaraccano le barche. Togliere i motori, serbatoi, scalette, giubbotti, salvagente, remi, lavare cuscini e tendalini, fare il rimessaggio al motore,  prenotare il camion per trasportare le barche in qualche giardino privato o in qualche pezzo di terreno di proprietà.

Alcuni sono molto più veloci nello sbaraccare, non ci danno neanche il tempo di ammirare le loro capacità di smontare barche e gommoni; questi, trasportano tutto in continente. Si passa dalla loro invadente presenza un attimo prima, alla improvvisa assenza, un attimo dopo: è una magia che ci riempie di invidia.

Qualcuno invece non utilizza i camion e allora vedi file di barche sbaraccate, navigare l’una dietro l’altra come vagoni di un lungo treno che ha come locomotiva un grande gozzo. Andranno in qualche posto misterioso a dormire fino alla prossima estate.

Si sbaraccano in fretta i pontili. E’ giunto il tempo: ormai si rischia solo qualche “levantata” e quindi strutture che sembravano così imponenti e sempre sotto “l’occhio del ciclone” si sbaraccano in pochi giorni. Per sbaraccare queste strutture devi essere organizzato, con camion gru, con sollevatori; avere attrezzature e un personale specializzato ma incredibilmente, la rada la vedi svuotata e queste strutture scompaiono all’occhio dell’uomo distratto.

Si sbaraccano i “punti d’ombra” che altro non sono che semplici ombrelloni, tavolino e due sedie.

Si sbaraccano i palchi serviti per Ponza Estate 2013.

Si sbaraccano i parchi gioco.

Si sbaraccano dalle case private i gazebo.

Si sbaraccano le agenzie immobiliari che riconsegnano ai rispettivi proprietari gli appartamenti.

In questi appartamentini precari, il mobilio non è certo di alta qualità e infatti annualmente si sbaraccano armadi, sedie, materassi e infissi che vanno ad accumularsi su Tre Venti.

Si sbaraccano bar, che tolgono l’ingombro da spazi pubblici di tavolini, sedie, impalcature ed espositori.

Si sbaraccheranno le imbarcazioni da pesca, da barche e attrezzature varie.

Ponza è maestra nello sbaraccare in fretta: non si aspetta neanche la fine di settembre
Si sbaracca in fretta dove non c’è continuità di vita sociale ed economica. Non ha senso stare aperti per mille motivi, quindi le strutture sono appunto leggere, facili da montare e quindi smontare (come si dice in questi casi di facile rimozione).

Ma se da una parte si sbaracca da qualche altra parte si creano baraccopoli: e questo è l’altro discorso.

***

Dal sito ufficiale del Comune di Ponza: Avviso pubblico. Sbaracchiamo le baracche

 

8 Comments

8 Comments

  1. Michele Rispoli

    24 Settembre 2013 at 08:42

    Sbaracchiamo gli amministratori ponzesi

    I ciucci s’appiccicano e i varrell’ ce vanno pe’ sott’ – Gli asini litigano ed i barili si scassano.
    Vorrei diventare famoso per fatti positivi e non per fatti negativi.
    L’amministrazione comunale, a mio giudizio, deve amministrare per risolvere i problemi e non per crearli.
    Fino ad oggi è solo una collezione di brutte figure. Ultima la piscina della Dragonara.
    L’ultimo volantino del Sindaco, condivisibile per una buona parte, non può essere accettata per la parte riguardante le baracche.
    Non voglio pensare che il Sindaco, visto che prende schiaffi da tutte le parti, in particolar modo dal sindaco di Ventotene, per i trasporti, si scaglia contro i deboli.
    Succede sempre così: voce grossa con i deboli e pecore con i forti.
    La maggior parte delle baracche sono nate per l’impossibilità di costruire dei piccoli fabbricati rurali (F.R.).
    A Ponza, da un censimento sommario, esistono oltre 1500 baracche e pollai.
    E’ giusto distruggere questo patrimonio o è meglio ricuperarlo? …E trarne grossi vantaggi economici a favore delle casse comunali?
    Il Sindaco dice delle cose inesatte in merito ai progetti, piano casa e dipendenze.
    Non è così semplice. Ci troviamo di fronte a baracche abusive o illegittime.
    Sigg. Consiglieri non è meglio progettare una sanatoria, in concorso con la Regione Lazio, e recuperare questi manufatti?
    Perché non si discute con la Regione un progetto unico in modo da trasformare le baracche di legno e laminati in muratura?
    Si creerebbero lavoro, soldi per l’amministrazione, e soprattutto IMU a vita, Nettezza Urbana, acqua, Irpef, ecc…
    Anni fa si sono costruiti i volumi tecnici (V.T.) per la Società Elettrica. Tutti casotti uguali.
    La stessa operazione per recuperare le baracche.
    Sig. Sindaco, è molto facile dire no. Il difficile, ma intelligente è dire sì.

  2. Redazione

    24 Settembre 2013 at 10:41

    In seguito all’articolo di Vincenzo e al commento di Michele Rispoli abbiamo ricevuto da più parti richiesta di informazioni più approfondite sull’avviso emesso dal Comune in data 20/09/2013.
    Per facilità di documentazione lo riportiamo in file .pdf alla fine dell’articolo principale.
    La Redazione

  3. polina ambrosino

    24 Settembre 2013 at 15:33

    mah… da quando sono rientrata stabilmente e finalmente a Ponza, questa esclamazione è la parola che più facilmente mi viene alle labbra.
    Leggendo l’ordinanza io, che credo di saper leggere, vi vedo scritto qualcosa che ci invita a pulire. Ora, daccordo che le pulizie si fanno in primavera e magari in autunno i ponzesi, affaticati dall’enorme mole di lavoro estivo, non sono in vena di sfacchinare, non vogliono proprio sentir parlare di togliere di mezzo manufatti in lamiera (testuali parole) dove scorazzano topi e scarafaggi, non gliene frega niente di chiamare chi di dovere per far portare via vecchie macchine distrutte e pericolose dai cigli delle strade dove fanno mostra di sè… ora , va bene fare opposizione e va bene dissentire. Va bene essere liberi di esprimere il proprio pensiero. Ma poi girano le scatole,e parecchio pure. Anni fa, sindaco Balzano, fui chiamata dal maresciallo dei Carabinieri che mi intimò di far portare via dalla piazzetta della Dragonara, la macchina 500 di mio zio che, ancora in buono stato era stata devastata da gentaglia senza nome (che però io conosco bene), perchè inquinava la zona e vi erano state mille lamentele da parte del vicinato. Io chiesi scusa, l’auto non era mia, ma feci il possibile per toglierla e cosi fu. Vorrei sapere quante persone hanno ricevuto ed hanno eseguito tale “invito” dalle forze dell’ordine per il pubblico decoro. Sinceramente!?! a Ponza vi lamentate tutti, DI TUTTO, ma poi? A parte lo scrivere e l’elencare le proprie proteste, che cosa proponete!? Pulire si deve. In un luogo che VUOLE FARE TURISMO, come urlano tutti, che vuole ritrovare la sua essenza, come dicono in molti, si pensa che protestando per tutto ci si riesca!? MAH… ecco la parola magica, mah… Intanto se si condonassero tutte le baracche, come qualcuno invita, penso che a Ponza avremmo una fisionomia architettonica che più che ricordare l’ordine illuminista del Vanvitelli, ricorderà le favelas di Rio. Non so. Volete tenere i depositi!?! CHE SIANO DECOROSI, CHE ABBIANO STRUTTURE IN MATERIALI ECOSOSTENIBILI, SI VENDONO (non sono le reti arrugginite dei letti o i pezzi di legno trovati sull’immondizia), si creino dei recinti con qualcosa che sia gradevole da guardare,insomma… Ponza è un gioiello, ma come disse il più grande “qualche volta Dio ha gettato le perle ai porci”.

  4. vincenzo

    24 Settembre 2013 at 16:42

    Cara Polina mi ha incuriosito la frase che hai richiamato delle perle e dei porci.

    Ovviamente il grande è Gesù che dice “non gettate le perle ai porci” che significa: non chiamate in causa gli infedeli a giudicare cose dei credenti.

    Volendo con una certa libertà laica tradurla in fatti di baracche, la frase risulta calzante, ma quindi dobbiamo affermare: non chiamate in causa i ponzesi a giudicare su cose che riguardano l’arredamento urbano, l’interesse pubblico, i sistemi ecosostenibili ecc.ecc.

  5. polina ambrosino

    24 Settembre 2013 at 20:17

    Bello Vincenzo che liberamente interpreti il pensiero del Vangelo… Penso invece che Gesù parlasse di come, il suo prossimo, non si rendesse conto dell’immenso bene ricevuto e ci sputasse sopra. Viceversa sarebbe da dire: CHIAMATE IN CAUSA I PONZESI A RENDERSI CONTO DI COSA SIA L’ARREDAMENTO URBANO… Vedi come ognuno legge ciò che vuole e come vuole… Intanto E FU SERA E FU MATTINA…

  6. sciarra monia

    25 Settembre 2013 at 01:16

    Ponza è sprovvista di un progetto di destinazione urbanistica approvato dagli organi competenti e quindi, senza che sia stato proposto un piano regolatore generale che riempia la parte stralciata completo dei piani particolareggiati relativi a quelle aree private, non penso che ci ci svegli dall’oggi al domani e con una bacchetta magica si risolva il problema. Sul ripulire Ponza dagli ingombranti e da reti di letto sono più che d’accordo, ma penso che questa “sbaraccata” nuocerà come sempre ai più ‘deboli’ economicamente.

  7. polina ambrosino

    25 Settembre 2013 at 14:25

    Un conto è lo “sbaraccare” le attività che a fine estate chiudono, così come accade da almeno 30 anni, per le cause più diverse che riguardano la più vasta area della cattiva gestione socio-economica isolana, le cui radici non stanno certo nelle delibere comunali, e un conto è la presente ordinanza che si limita a richiedere cose assolutamente ovvie in qualunque altro posto.
    Solo che pur di avere il pretesto di fare casino si legge e si va ben oltre. Basterebbe che chi sa di avere messo su un qualunque fabbricato non propriamente bello da vedere, non facesse solo il pianto greco, ma cercasse quantomeno di dire: “Si, è vero, non si può guardare. Fino ad ora nessuno si è lamentato, ma adesso che mi viene detto non posso fare lo gnorri a vita”.
    Ma si sa che l’autocritica è la cosa più difficile da farsi. Finché si tratta di criticare gli altri tutti maestri, quando bisogna guardarsi allo specchio, evitiamo di passarci davanti. Poi, però quando si va fuori Ponza, in un qualunque luogo turistico e si dice: “Madòoo, manche ‘na carta pe’ terra… tutte pulite, tutte sistimate, e mò à vide ‘na rezza ‘i liette p’à via…” allora poi, dico: ma pensiamo che altrove sono geni, oppure, semplicemente, usano un pò di BUON SENSO E DELLE REGOLE? Le ordinanze sono contingenti a problemi singoli, non devono scatenare filippiche sulla creazione del mondo o essere gestite da ingegneri urbanistici… E’ come a scuola: la grammatica dà regole precise e contingenti, l’epica va a spiegare storie e comportamenti. Non si può leggere l’epica in una regola di grammatica, ma senza le regole di grammatica non esisterebbe nemmeno l’epica.

  8. vincenzo

    25 Settembre 2013 at 16:29

    Figurati Polina, io assolutamente non interpreto liberamente il Vangelo; l’interpretazione l’ho trovata già bella e fatta: era un messaggio di servizio interno alla cerchia dei fedeli: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino”.

    Polina poi, io, te e in questo caso Monia facciamo l’esercizio più inutile del mondo: chiacchiere innocue; i fatti li possono fare gli amministratori e stai pur certa, quelli che stanno zitti. Traducilo in dialetto (le chiacchiere stanno a zero, i maccheroni riempiono la pancia). Noi facciamo chiacchiere!

    Comunque il messaggio del Sindaco è chiaro: ripuliamo Ponza perché è sporca. E’ sicuramente condivisibile!
    Chi ha sporcato Ponza? I Ponzesi!
    Perché l’hanno sporcata: per ignoranza? per opportunità? per speculazione? per necessità?
    Non ci frega niente dei perché: c’è una grammatica da seguire?
    E allora ti chiedo: secondo te i blitz fatti in tutti questi anni, dalla finanza, carabinieri, forestale, hanno risolto il problema dell’arredamento urbano oppure lo hanno peggiorato?

    Io ti capisco Polina, tu sei stanca di polemiche, vorresti vedere marciare insieme i ponzesi, vorresti vederli pulire, collaborare, felici di farlo: messaggio più che giusto!

    Io invece dico che c’è una grammatica della politica che va applicata secondo le giuste regole altrimenti l’epica sociale ed economica racconterà di furbetti che continueranno ad impossessarsi ulteriormente del territorio e altri che sbaraccheranno e andranno via.

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