di Michele Rispoli
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Ninando, alias Biagio Catalano figlio di Catalano Addolorata (Addulurata), viveva a Ponza insieme alla madre, sempre malata, in via Nuova.
La casa consisteva in una grande stanza a volta a livello strada ed una camera buia ed umida, interna.La vita della famiglia Catalano si svolgeva interamente in questa unica grande stanza.
Con loro conviveva un signore di nome Biodo che faceva il sarto. Da qui anche la signora Addolorata e Ninando si arrangiavano a tagliare e a cucire stoffa.
Rimasto solo con la madre, Ninando si adoperava per poter produrre un minimo reddito. Vivevano con la sussistenza dell’ECA, credo che così si chiamasse, l’Ente che aiutava i poveri.
Ninando pur essendo un tipo fisicamente insignificante, tozzo, chiatto con la testa nel collo e con la voce nasale detta ‘a stagnariello’, era molto impegnato. In Politica: iscritto alla D.C.; in Chiesa, in quanto portatore dello stendardo dell’Addolorata; e nello Sport come tifoso della Juventus.
Alla madre malata non faceva mancare nulla. In particolare, alla madre piaceva bere all’uov’ frisc’, nel senso di ancora caldo, se era freddo non lo beveva; così, nella seconda camera, Ninando aveva tappezzato il pavimento di giornali vecchi rimediati in giro e lì teneva una gallina.
Al mattino si alzava e si metteva di guardia per vedere quando la gallina faceva l’uovo. Appena l’aveva fatto, caldo caldo lo portava alla madre.
Questo era Ninando.
Ciccill’ ’i Maistà raccontava che Ninando era ‘molto accorto’ nello spendere; in altre parole: guardava la lira. Quando aveva bisogno di comprare per esempio le patate, impiegava la mattinata – dopo l’operazione gallina – a fare il giro; incominciava dalla Musella per finire a Santa Maria: passava in tutti i negozi a chiedere il prezzo delle patate.
Assicuratosi che il prezzo più basso era quello del commerciante Caio, si presentava là e chiedeva le patate. Dopo la pesatura, nel chiedere il costo, che già conosceva, diceva: – …E nun me fai scarzia’ niènte?
Per un altro ricordo di Ninando, sul sito, leggi qui
silverio lamonica1
13 Settembre 2013 at 19:03
Nel corso di una delle tante elezioni politiche, Ernesto Prudente incontrò per strada Ninando (scrutatore nominato dalla D.C.) e gli disse: “Ninando, io voterò due volte e te lo dimostrerò, perché usciranno dall’urna due schede con due preferenze identiche e identica sarà anche la scrittura, la mia”.
Ninando rispose: “Non può succedere”.
“Vedrai, vedrai” replicò Ernesto.
Approfittando dell’assenza dal seggio di Ninando, Ernesto si presentò nella sede elettorale accompagnando una sua zia che non era in grado di votare da sola, come attestava il certificato medico. Finita l’operazione, uscì.
Quindi aspettò che il solerte Ninando tornasse al seggio e si presentò da solo a votare.
Durante lo spoglio, alla seconda scheda che mostrava le identiche preferenze, espresse con la stessa grafia, Ninando esclamò: “Presidente, ha votato due volte, ha votato due volte!”
E il Presidente: “Ma finiscila, non dire stupidaggini!”. Il tutto tra le risate del pubblico e, logicamente, di Ernesto.