di Gabriella Nardacci
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Omero e la sua “questione” aperta.
Come di molti padri della poetica, sono andati perduti i manoscritti e altre notizie. Fra questi, Omero è tra quelli su cui sono state fatte tante ipotesi e molti storici hanno “questionato” più a lungo.
Senza alcun dubbio, si può affermare che la sua biografia è, per la maggior parte, fantasiosa.
Chissà se aveva ragione Erodoto o Plutarco? Era figlio della ninfa Creteide o discendente da Orfeo? E qual era la sua città d’origine? Chio, Atene, Argo, Salamina o Smirne? Sono sue l’Iliade e l’Odissea? Ma era cieco davvero?
Certamente la “questione omerica” è lunga e citare tutti gli storici che hanno proposto la loro tesi in merito, è cosa ardua.
Per me però, dubbi e incertezze non sbiadiscono minimamente le meravigliose opere che questo poeta e narratore ci ha lasciato. Ogni suo verso ha la capacità di far passare nella mente un’immagine percettiva. È capace di trasportarci nei luoghi che descrive e presentarci Dei e Re.
Le sue descrizioni sono sempre dettagliate e in ogni viaggio, carica il protagonista della sua opera di passione e di intraprendenza.
Il mare è suo amico, ma soprattutto strumento degli Dei e del Fato. Ne solca la superficie guardando avanti a sé, curioso e avido di conoscenza e par di viaggiare con lui e di sentire le sue emozioni che dagli occhi vanno direttamente al cuore.
“Orbene, poi che fummo discesi alla nave e poi al mare, per prima cosa al mare divino spingemmo la nave ponemmo albero e vela e, prese le bestie le facemmo salire, e noi stessi montammo angosciati versando pianto copioso.
Allora dietro la nave dalla prora turchina, Circe dai bei capelli, terribile dea cantatrice, a noi favorevole vento mandava che gonfia le vele, compagno eccellente. E noi, dopo aver disposto lungo la nave ogni singolo attrezzo, stavamo a sedere; ed il vento e il pilota guidavan la nave.
Di essa, che andava sul mare, per tutto il giorno le vele era state distese. Il sole s’immerse e tutte le strade s’empivan d’ombra, ed essa giungeva ai confini là dove scorre con l’acqua profonda, L’Oceano”.
[Omero – ca. VI secolo a. C.]
Marina a Chios. Grecia
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(*) Il dipinto in apertura. Omero e la sua guida. William Adolphe Bouguereau (1874). Milwakee Art Museum – Milwakee , Wisconsin, USA