di Michele Rispoli
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Silverio ’u parrucchiere e Peppino Di Monaco dalla piazza Carlo Pisacane, dove abitavano, andavano a caccia insieme in località Monte Core.
Era primavera, c’era il passo delle quaglie e tortore. Il monte Core è il miglior posto per cacciare le tortore.
Quella mattina i venti erano di levante, quindi i posti sotto vento erano i migliori: ’u muraglione sotto le cave; ’u Carusiello, e poi, a salire, la villa delle Tortore.
In quei giorni a Ponza c’era il dottor Ferraris, proprietario della villa Le Tortore e di tutto il parco fino alla punta di S. Silverio.
I ponzesi, che poco legavano con il dottore, prepotente ed egoista, si allargavano dal Monte Core, per evitare discussioni.
’U parrucchiere e Peppino, scesero la stradina che porta verso ’u Carusiello, cioè a valle della provinciale, sotto la punta di S. Silverio.
Mentre scendevano, il cane del parrucchiere recuperò una tortora abbattuta ed abbandonata il giorno prima.
Il parrucchiere, intimò al cane: – Porta accà!
Presa la tortora, l’annusò per bene, la guardò e poi disse a Peppino: – E’ nu poco sciupata e bagnata dalla rugiada , ma è bona; ’a camminata nunn’è persa.
Fatto giorno si incominciò a sparare.
Mario Scotti, elettricista, in quel momento ospite del dottore, era posizionato sullo sperone a monte di Silverio ‘u parrucchiere.
Sparò a una tortora che andò ad abbattersi nella fitta macchia vicino a Silverio.
Il cane di Silverio, purtariello ’i casa, immeditamente recuperò la preda e la portò .
Silverio si girò intorno, nessuno lo vedeva, prese la tortora e la depose nella cacciatora.
Arrivò Mario Scotti: – Parrucchié’… ’e viste addò è caduta?
Il parrucchiere: – Che cosa?
– ’A tortora! nunn’aggie vist’ ‘i cade’ niente.
Insieme cercarono un poco, poi il parrucchiere disse: Mario, eccola, il cane me l’ha portata. Prese la tortora del giorno prima e la buttò a Mario Scotti.
Mario aveva l’abitudine di analizzare il colpo e vedendo la tortora tutta bagnata e rovinata disse: – Silvé’, chesta nunn’è a tortora mia. La mia era più bella; chi sa chesta ’i chi è… – Prese la tortora e la ritornò a Silverio dicendo: – Io nun voglio ’a roba i nisciuno!
Silverio recuperò la tortora e rivolgendosi a Peppino disse: – ‘E viste? …Chi fa del bene viene sempre ricompensato.
Federico Mario Ferraris
14 Settembre 2014 at 17:28
Leggo solo ora questo articolo, risalente a più di un anno fa, in cui mio Padre, viene definito ‘prepotente ed egoista’. Non so che tipo di ricerche abbia effettuato l’autore o quali fonti abbia consultato per un’affermazione del genere. Da figlio, ritengo doveroso precisare.
La verità è che mio Padre è stato un uomo molto stimato da moltissimi Ponzesi, e tanti di questi me ne parlano ancora oggi con piacere ed affetto, a più di 18 anni dalla scomparsa. Quanto all’egoismo poi, non era proprio un Suo connotato, dato che per lunghi decenni, quando Ponza era ancora del tutto sfornita di assistenza odontoiatrica, ha prestato la propria opera professionale di Medico Dentista in modo totalmente gratuito e disinteressato. I Ponzesi più anziani penso che non potranno che confermare!
La Redazione
14 Settembre 2014 at 17:42
Giriamo questa precisazione all’Autore della ‘storiella’ e ci scusiamo con lo scrivente Ferraris figlio, per il lapsus che è anche della Redazione.
In effetti “de mortuis nihil nisi bonum”, dei morti si dice solo bene – dicevano gli antichi e noi abbiamo sempre cercato di conformarci a questa norma.
Federico Mario Ferraris
14 Settembre 2014 at 20:58
Ringrazio la redazione di questa interessante rubrica per la solerte risposta che apprezzo molto, anche perché, indipendentemente dell’affetto filiale, posso davvero affermare che mio Padre era realmente una persona da stimare, al di là del doveroso rispetto per le persone che non ci sono più.
Cordialmente.