Riceviamo in Redazione dall’Ufficio Stampa di Ponza Estate 2013
.
Trilogia teatrale della trasformazione
Confinati a Ponza
Si intitola Confinati a Ponza il primo spettacolo della Trilogia teatrale della trasformazione che ha debuttato ieri sera sul palco di Piazzale Giancos. Lo spettacolo, realizzato da Acts – associazione culturale Top Spin -, ha aperto una piccola antologia teatrale dedicata all’isola di Ponza, portando in scena una pagina dimenticata della nostra storia più recente, quella appunto dei confinati.
I protagonisti sono Benito Mussolini e Pietro Nenni, interpretati da Francesco Maria Cordella e Stefano Onofri, entrambi legati dal filo sottile di un’amicizia nata in gioventù che poi la storia ha sepolto.
Mussolini arriva sull’isola da Roma e qui, tra le quattro mura di una piccola stanza che aveva solo un letto e un tavolo, si ritrova solo, prigioniero, braccato. E’ un uomo che sente ormai tutto il peso della sconfitta e che cerca di sopportarlo con orgoglio. Intanto, sta alla finestra, guarda per ore verso il mare temendo l’arrivo degli inglesi. La sua unica compagnia è Luisa, la cuoca dell’isola interpretata da Carmen Di Marzo. Per ironia della sorte la stessa Luisa è incaricata di preparare i pasti anche per un altro confinato, Pietro Nenni, spedito al confino proprio da Mussolini.
E’ questa l’idea che ha ispirato Confinati a Ponza, pièce nella quale lo scrittore e giornalista Alberto Gentili dipinge una straordinaria pagina teatrale, componendo dialoghi tra la giovane cuoca ponzese, umile e sincera, e due personaggi della storia d’Italia. E’ la donna, intorno alla tavola della cucina, a raccogliere le confidenze dei due amici, separati dalla politica e dagli eventi storici, ma che il destino ricongiunge sull’isola di Ponza.
Accedi qui al file .pdf dell’evento: Comunicato stampa. Confinati a Ponza
silverio lamonica1
24 Agosto 2013 at 16:11
Si tratta di una ricostruzione suggestiva e fantastica dei fatti storici. Ottima l’interpretazione di Mussolini, ormai ridotto ad “accoppar le mosche” (maldestro anche in quello). Qualche perplessità sorge di fronte al tentativo dell’autore, attraverso la cuoca Luisa, di “riappacificare” i due protagonisti, che sfocia in quella invocazione finale, quasi caricaturale, di Nenni che a gran voce chiama l’antico amico Benito in partenza da Ponza. Un “volemose bbene” da cui trapela un tentativo di riabilitare l’ex dittatore che portò la patria al disastro totale e che lascia un po’ di amaro in bocca.
vincenzo
24 Agosto 2013 at 21:22
“Il cuoco di Salò” di De Gregori.
Se quest’acqua di lago fosse acqua di mare
Quanti pesci potrei cucinare stasera
Anche un cuoco può essere utile in una bufera
Anche in mezzo a un naufragio si deve mangiare
Che qui si fa l’Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore