di Piero Vigorelli
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per la prima parte (leggi qui)
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Nel Consiglio Comunale di giovedì 1° agosto si sono discussi anche altri importanti provvedimenti.
Sono stati riconosciuti due debiti fuori bilancio ed è stata perfezionata la delibera che abbatte al 2 per mille l’IMU sulla prima casa e porta al 10,6 quella sulle altre abitazioni.
Se il governo non cancellerà l’Imu sulla prima casa, Ponza sarà uno dei pochi comuni italiani dove si pagherà l’aliquota minima. Come promesso in campagna elettorale.
Anche in questo caso si è registrata una penosa e sconclusionata performance dell’ex sindaco Ferraiuolo, che mi ha rimproverato di non averlo fatto l’anno scorso. Una botta di demagogia a un tanto al chilo, visto che doveva sapere che le aliquote si possono cambiare prima di approvare il bilancio comunale. L’anno scorso abbiamo vinto le elezioni il 7 maggio e abbiamo trovato il bilancio già scritto e approvato dalla Commissaria.
Il Consiglio ha anche deliberato la decadenza del consigliere e ex sindaco Antonio Balzano, che è stato surrogato con il primo dei non eletti della lista da lui capeggiata, Sergio D’Arco.
Perché questa decadenza?
Per una ragione molto semplice: la legge afferma che non si può essere consigliere comunale e avere una lite pendente con il Comune. La cosa è incompatibile.
E’ quindi successo che l’anno scorso Balzano è stato regolarmente eletto consigliere. Questo mese di febbraio, a seguito di un accertamento della Finanza che ha scoperto essere Balzano titolare di un B&B non autorizzato e evasore fiscale totale, il Sindaco ha disposto la cessazione dell’attività del B&B.
Come suo diritto, Antonio Balzano si è opposto all’ordinanza sindacale e ha chiesto al TAR di annullarla. Ha quindi aperto una lite con il Comune (e ha già perso il ricorso).
E’ così inevitabilmente scattata la procedura della incompatibilità, avviata nel precedente Consiglio Comunale del 16 maggio e conclusasi nella seduta del 1° agosto, con la sua decadenza dalla carica di consigliere.
francesco ferraiuolo
7 Agosto 2013 at 11:03
In consiglio comunale ho semplicemente osservato che quanto alla decurtazione dell’IMU dallo 04 allo 02 per mille sulla prima casa, essa avrebbe avuto la sua validità come percezione nella pubblica opinione, quale promessa elettorale mantenuta, se fosse stata deliberata lo scorso anno, tempestivamente e subito dopo le elezioni, in tempi non sospetti.
Tale atto politico, che la legge non vieta, avrebbe prodotto naturalmente la sua efficacia per il 2013 visto che quelle per il 2012 erano già state decise ed inserite nel Bilancio di previsione approvato dalla Commissaria Prefettizia, ma sicuramente avrebbe generato credibilità ed un sollievo psicologico non trascurabile nella cittadinanza, già abbondantemente vessata dagli altri tributi, difficili da sopportare in questo tempo di crisi.
Spiace costatare che la promessa elettorale comunque mantenuta sulla prima casa sia coincisa con i provvedimenti del governo tesi ad eliminarla del tutto e che oggi, allo stato dei fatti, essa venga considerata, nell’opinione di tanti cittadini, un pretesto per far meglio digerire l’aumento dell’IMU sulla seconda casa portata alla massima aliquota.
Ho parlato quindi della percezione pubblica in ordine ai fatti sopra rappresentati.
Probabilmente, a causa del fatto che io ho partecipato al consiglio comunale benché visibilmente febbricitante ed affetto da una forte emicrania, mi sarò spiegato male.
Entrando nel merito più specifico, va detto che il Consiglio comunale è stato chiamato a convalidare una decisione illegittima (vizio di incompetenza) presa dalla Giunta agli inizi del mese di maggio scorso (delibera di Giunta n. 27 del 03/05/2013 con cui si approvavano le aliquote IMU 2013).
Al Consiglio comunale, quindi, non era dato ridiscutere le aliquote IMU 2013 ma di confermarle ai fini di sanare sul piano amministrativo l’illegalità prima accennata, cosa che ha resO vana ogni possibilità di intervento teso ad ottenere una modifica migliorativa delle aliquote IMU in parola.
A ciò ho dato un significato di antidemocraticità ed ho votato contro.