di Michele Rispoli
In qualità di progettista e direttore dei lavori, fui invitato al pranzo di fine lavori delle abitazioni di Angelo Feola e Fontana Fioravanti, Albanino.
Tra gli invitati c’erano tutti gli operai, e parenti ed amici dei due proprietari.
Tra questi c’era Ernesto e Vincenzo Quagliarella, marito di Ilde e titolare di un negozio di frutta.
Capito vicino ad Ernesto. Di fianco ad Ernesto, Vincenzo Esposito, amichevolmente detto Quagliarella, non conosco il perché.
Ernesto provocava Vincenzo e questi contento, tra un bicchiere e l’altro, ci raccontava storielle personali; tra queste quella dell’ingrandimento di Totonno Primo (leggi qui)
Vincenzo continuava dicendo che non si guadagnava niente perchè i locali commerciali non sono idonei a vendere frutta e verdura.
Tirò fuori da una tasca posteriore un portafogli come un pallone sgonfio, tanto era zeppo di carte e fogli vari, e incominciò a cercare. Voleva dimostrare il costo d’acquisto in relazione al prezzo di vendita.
Ernesto nel vedere quel pallone di portafogli, mi bussò per attirare la mia attenzione.
Vincenzo si accorse del nostro interessamento e disse:
Maestr’ Ernè’, è inutile ca ’uarde: Ca dinte ce stanno sule riébbete! (…è inutile che guardi, qua dentro ci sono solo debiti!).