intervista al titolare trascritta da Sandro Russo
La storia risale alla fine dell’800, quando Civita Cuono (futura nonna del nostro Giovanni) vede emigrare, da Ponza in America, il marito Silverio Conte insieme al figlio (Silverio anche lui, o Luigi, di una diecina d’anni).
Allora il viaggio oltre oceano durava tra uno e due mesi, ovviamente senza notizie, ma il silenzio sul destino del marito e del figlio si tramuta in definitivo, in quanto la donna, anche negli anni a seguire, non riceve da essi più alcun segno di vita.
Civita rimane sola per molti anni nel dolore per la scomparsa del marito e del figlio, fino a quando non giunge (da Ventotene) tal Giovanni Matrone, di professione sarto: faceva le divise per i militari e suonava il mandolino).
Tra i due si stabilisce un legame sentimentale coronato (nel 1907) dalla nascita di un figlio, Giulio, che viene registrato in Comune come ‘Giulio Conte’ (dal momento che la donna è ufficialmente ancora sposata), anche se per tutti è ‘Giulio Matrone’.
Quando nel 1943 Giulio sposa Dora Mazzella (’i mare ’e coppa), ’u parricchiane Dies, da sempre fieramente contrario alle unioni ‘irregolari’, vuole vederci chiaro e avvia una piccola indagine personale attraverso le sue conoscenze americane. Riesce così ad accertare che Silverio Conte era morto sulla nave durante il viaggio in America (probabilmente era stato sepolto in mare, come si usava al tempo) e il figlio, all’arrivo, era stato affiliato da una famiglia di calabresi; negli anni successivi non si era mai fatto vivo con la madre e/o con gente di Ponza e se ne sono perse le tracce.
Quindi Giovanni Conte di ‘Conte’ ha solo il cognome (così come è stato per il padre Giulio), avendo avuto come nonni Giovanni Matrone e Civita Cuono.