di Michele Rispoli
Peppe ’u cafone = Peppe d’u ristorante = Peppe Monte Guardia = Silverio Mazzella.
Noi amici lo chiamavamo Superbone.
Faccia simpatica, sempre allegra, sempre disponibile; grande lavoratore e soprattutto un’intelligenza pratica superiore alla media.
Da giovane, oltre a fare il contadino, andava a pescare in Corsica dove aveva una barca, la Stella Polare. Altri ponzesi pescavano con lui.
Dopo anni di Corsica, per ragioni che non si sono mai sapute, Peppe dovette lasciare e, ritornato a Ponza, con il suo modo di fare di imprenditore intelligente, realizzò il “Ristorante Monte Guardia”.
La sera Peppe intratteneva gli ospiti con storie vissute di pesca e di contadino.
Racconta che un giorno di fine agosto erano in una piccola baia sotto costa per pulire le reti e per riposare, in attesa di ritornare a pescare al tramonto.
Vide un grosso albero di fico vicino la costa. Presa una cassetta – non avevano cesti, ed il secchio era piccolo – scese a terra e si incamminò verso l’albero di fico.
Giorni addietro era piovuto e l’albero era pieno di fichi quasi tutti aperti a causa della pioggia.
– Raccugliev’ ’i ffiche… una ‘mmocca e una ‘nd’à cascètta – e l’aveva quasi riempita.
Ad un tratto notò un fico più grande, spaccato: immediatamente lo prese e lo portò in bocca. Dato il primo morso, sentì il ronzio di un moscone.
Pensò in un attimo: – Che faccie? Aràpe ’a vocca e votte tutt’ a’ vie ’e fore? …E si ’ntramente ’u vespone m’appizza? [Cosa faccio? apro la bocca e rimetto tutto fuori? E se nel frattempo il vespone mi punge?].
In un baleno decise: – Meglie ca m’agliotte tutte cose! [Meglio che inghiotto tutto!].
Così fece.
Peppe è sanissimo e a distanza di decenni gode ottima salute.