di Mimma Califano
Antonio Scotti, classe 1917.
Pronunciato così, bisogna pensarci su un po’ per mettere a fuoco la persona; ma se diciamo: ‘il maestro’ Totonno Scotti’, allora immediatamente tutto diventa chiaro.
Negli anni in cui Totonno svolgeva il suo “mestiere” – dalla fine della seconda guerra mondiale, all’arrivo del turismo – essere ‘maestro’ portava con sé una connotazione di rispetto da parte degli alunni e di tutta la comunità, che oggi si è persa. Essere maestro era un titolo, precedeva sempre il nome.
Il maestro Scotti ha fatto parte di quella schiera di insegnanti più o meno suoi coetanei (per non correre il rischio di tralasciarne qualcuno non li cito, ma chi non ha ben nitida la figura della propria maestra o maestro?), che hanno insegnato alla nostra generazione non solo a leggere e scrivere ma si sono impegnati per metterci in condizione di affrontare le sfide dell’esistenza e di un mondo in rapida evoluzione.
La calorosa accoglienza del maestro Totonno e della moglie, la signora Lola, più esattamente ‘la maestra Lola’, mettono subito a proprio agio.
Una chiacchierata per ripercorrere anni significativi della storia recente di Ponza, che in alcuni momenti ha visto il maestro Scotti, protagonista.
L’elezione a Sindaco.
Verso la fine del primo mandato a Sindaco dell’allora giovane Dott. Sandolo – socialista – la Prefettura di Latina, in seguito ad un’indagine amministrativa, lo condanna – marzo del 1955 – a pagare al Comune di Ponza otto milioni di lire (200 milioni del 2000), cosa ancora più pesante è la denuncia per peculato (tutta la vicenda è ben dettagliata da Silverio Corvisieri nello Zi’ Baldone, dove si evidenziano sia il pressappochismo e l’incompetenza amministrativa del sindaco, che un atteggiamento persecutorio del potere centrale per un’amministrazione in netta controtendenza con il diffuso potere della Democrazia Cristiana).
Il più volte sindaco di Ponza Francesco Sandolo
Alle successive elezioni amministrative – maggio del 1956 – nonostante la condizione di ineleggibilità a Sindaco, Sandolo forte della compatta adesione dei fornesi, presenta ancora la sua lista “Aragosta”. Fanno parte della lista – tra gli altri – il maestro Scotti e Ernesto Prudente.
Totonno ci racconta che lui qualche dubbio circa il successo della loro lista l’aveva (la Democrazia Cristiana aveva schierato quanto di meglio poteva), ma Sandolo si sentiva molto sicuro e incitava gli altri.
Arriva addirittura a pronosticare e scommettere con Totonno su quanti voti prenderanno alla Forna: “solo 36 o 37 voti alla Democrazia Cristiana, il resto, tutti alla nostra lista l’Aragosta”. Una bottiglia di vermuth Totonno, contro una grande cena a casa Sandolo alle Forna: questa la scommessa. I voti alla D.C. alle Forna saranno 37.
Alla grande festa in casa Sandolo parteciparono in molti, tra gli altri: Don Gennaro (il parroco), Gennaro Mazzella (Gennar’ a’ posta) e il farmacista D’Atri.
Di aragoste, quelle di mare, ne arrivarono ceste su ceste !
Finiti i festeggiamenti, bisogna però passare ai fatti.
Stante l’incompatibilità di Sandolo, il Consiglio Comunale (con il sistema d’allora, il Sindaco veniva eletto in seno al Consiglio) elegge il maestro Scotti Sindaco e Ernesto Prudente Vice-sindaco.
Gli accordi con Sandolo sono abbastanza chiari, ma non al punto di sottostare ad una totale subalternità.
Man mano che passano i mesi, le frizioni tra il Sindaco e Sandolo diventano sempre più frequenti e il Sindaco, non spalleggiato dal Consiglio, si viene a trovare sempre più isolato, fino allo sgarro avvenuto durante la visita del Ministro Romita (l’articolo, di Gennaro Di Fazio è dell’agosto 2012: leggi qui).
Luglio 1956. L’arrivo a Ponza del Ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Romita in visita ufficiale
– L’invito al Ministro – continua il maestro Scotti – l’avevo preparato ed inviato personalmente, ricordando all’ex-confinato, di quando io ragazzetto gli andavo a comprare le sigarette. La rapida risposta dell’On. Romita, mi aveva inorgoglito e ci preparammo al meglio per accoglierlo.
Le prime tensioni si ebbero nel definire gli inviti per il pranzo, per alcuni veti incrociati tra i maggiorenti dei partiti isolani, mentre Ernesto cercava di fare da mediatore.
Alla fine di quella storica giornata, era prevista la visita alla miniera.
Sandolo si impose nell’accompagnare il Ministro alle Forna, escludendomi con una scusa banale. Intendeva in questo modo dimostrare ai fornesi chi era il detentore del potere.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso!
Pochi giorni dopo presentai la mia lettera di dimissioni. Il mandato era durato poco meno di un anno.
Dal quel momento anche le vicende amministrative di Ponza prenderanno una diversa strada.
Nel giro di meno di tre anni, Sandolo passa alla D.C. ottenendo il proscioglimento dal procedimento aperto a suo carico e un ampio condono delle somme dovute al Comune.
Insediato saldamente al potere – dal 1960 fino al 1975 – abbandonò l’effervescenza amministrativa dei primi anni e si limitò a gestire l’esistente e a conservare il proprio potere, continuando a controllare sapientemente i voti, così come aveva da subito dimostrato di saper fare.
– L’interesse per una politica gestita in questo modo non era più confacente al mio modo di vedere – continua il maestro Scotti – e me ne sono allontanato per dedicarmi completamente all’insegnamento, attività che peraltro non avevo mai abbandonato.
La classe del maestro Scotti nel 1950 (Cliccare per ingrandire)
[Chiacchierata con il maestro Totonno Scotti (1) – Continua]