Per la via dei Conti, quando la dritta incontra la salita verso Giancos è situata una cappella votiva. Al suo interno, sopra il modesto altarino c’è una nicchia con la statua della Madonna Addolorata.
Si narra che molti lustri fa, per quella strada, abitava un vecchio che non voleva che i contadini, le donne e i bambini passassero di lì.
Tentava in tutti i modi di intimidire i passanti; sosteneva di essere malato e che la malattia proveniva dalle iastemme dei suoi paesani. Alla fine tutti i passanti, non volendo essere accusati ingiustamente, evitavano quella via.
Un giorno, il vecchio si sentì davvero male. Chiese aiuto, ma invano, in quanto nella zona la gente non dava più credito alle sue lamentele e quindi nessuno andò a soccorrerlo.
Il vecchio morì.
Il suo spirito però non trovava pace; continuava a vagare per quelle terre… I residenti del luogo, consultato il parroco, Don Luigi Coppa, conosciuto anche come ‘U preut’ ‘i Russiell’ (che fece costruire anche altre cappelle votive, come il Sacro Cuore a Giancos), pensarono bene di erigere una cappella votiva e di dedicarla alla Madonna Addolorata.
I lavori iniziarono intorno al 1935. Si racconta che mentre i muratori scalpellavano la roccia, si sentivano lamenti continui e la roccia trasudava… Comunque i lavori proseguirono per qualche anno e alla conclusione venne sistemata la statua della Madonna.
Un’altra versione di questa storia è che in un periodo non molto felice per l’isola, quando la povertà la faceva da padrona, i figli non potevano essere accuditi e cresciuti, specialmente nelle famiglie più povere, e quando non potevano “essere donati” a parenti, venivano uccisi (spesso succedeva quando alla nascita l’ostetrica si accorgeva di qualche menomazione o disturbo che non avrebbe consentito al nasciuturo di viver bene e sostenere la famiglia – NdA).
In quella zona si sentivano i gridi e i lamenti di quei bambini e per portar loro “giovamento” o magari espiare la somma colpa, venne eretta la cappella votiva.
Altarino con la statua dell’Addolorata
L’altare votivo con appoggiate sopra le immagini della Madonna di Fatima, del Rosario, di Papa Giovanni Paolo II e (in piccolo) una foto di Immacolata Mazzella
Le donne dalle zona, negli anni, accudirono devotamente la cappelletta.
Ricordiamo Immacolata Mazzella che vivendo nella casa adiacente alla costruzione votiva, vi si dedicava e la puliva metodicamente; tradizione che ancora oggi continua, grazie soprattutto a Giovanna Mazzella (vedova Scotti).
Nel periodo di San Giuseppe la cappella viene risistemata e imbiancata; nel mese di maggio vi si dice tutti i giorni il Santo Rosario.
Nota – Chiunque abbia altre informazioni su questa cappella votiva o vuole scrivere di altre, può comunicare con il sito.