di Francesco De Luca (Franco)
In attesa dell’“apoteosi” di domani, in cui i suoni della banda, le campane, i botti, le sirene daranno il senso della festa massima in onore di san Silverio, voglio pormi qualche domanda al fine di compenetrarmi di più nei festeggiamenti.
I quali (festeggiamenti) ruotano intorno al culto di san Silverio, per i Ponzesi Patrono e padre riconosciuto.
Tant’è che ci si tiene a partecipare alle pratiche liturgiche, manifeste nelle novene. Beh… quest’affermazione conviene prenderla per buona “a prescindere”, perché in effetti i fedeli partecipanti sono i soliti devoti (anziani) che, data l’età, riescono a tollerare la lungaggine del rito e anche la sua ridondanza. Di giovani neanche l’ombra. Il tutto però termina con una benedizione liberatoria (in sincronia si sparano i botti ).
Alla processione di domani 20 si parteciperà tutti (anche i giovani, anche i turisti).
Sì, sì questo è vero ma più per dimostrare al santo la venerazione individuale che altro. Perché se si dovesse attendere lo stimolo alla preghiera da quanto proposto dal clero, ci sarebbe da perdere la giornata. Perché ogni tentativo di meditazione è minacciato dalla banda, dalle sirene, da quella assurda processione a mare, dal chiacchiericcio.
Sì, sì tutti partecipi alla processione e nessuno attento alla pratica religiosa, divenuta, questo sì, un’attrazione mediatica di effetto.
E la devozione al santo? Quella ciascun Ponzese la coltiva nell’intimo, superando ogni mediazione clericale.
La fortuna di questa festa è che si radica nell’animo del popolo. Oltre il culto e i prelati.
Lily Izzo
25 Giugno 2013 at 05:56
È una promessa! Prima o poi devo ritornare a Ponza.
E soprattutto per la festa di San Silverio.
Sono molto desiderosa di fare la processione, e magari di riconoscermi nelle foto, perché al tempo, quando ero a Ponza, la festa la vedevo col cannocchiale. Per me c’era solo il lavoro, servire bibite e gelati al POPOLO ADUNATO per la festa