la Redazione
La sera dell’Appriezz’, all’esposizione in Chiesa a Santa Maria di tanti ricami e raffinatezze di corredo, si sono anche viste e sentite scenette da piccola comunità paesana.
Spesso, specie tra le mature signore, più che apprezzare il capo in esposizione, ci si informava di chi l’avesse portato…
– ’E vist’a chella..? Matta matta! …Chiagne i muòrte, e fott’i vive!
– Quant’è bello ’stu copertine. Ne teneve une tal’ecquale ’a nonna mia… e nunn’aggie trovate cchiù… Uée, ma proprie tal’ecquale! Ggiesù!
– Belle, belle, ma… chi ’a purtate ’sta tuvaglie?
– Giusuppina (un nome a caso)
– Ah! Giusuppina!? …Bè, dicitancelle a Giusuppina, c’a purtasse addò ’a pigliate… primme ’e mò…
Qualcuno ha chiesto con insistenza quanto costasse questo e quel capo esposto e molti si sono lamentati che non ci fosse il prezzo, a fianco.
Un’anziana signora, una che con anni di duro lavoro si è fatta una solida posizione, avrebbe voluto comprare una coperta che aveva visto dentro, e per vari messaggeri ‘discretamente mandava a dire’ di informarsi del costo.
Le abbiamo detto che certe cose non sono in vendita; che i ricordi di famiglia non hanno un prezzo in denaro. Ma non riusciva a capire: lei se lo poteva permettere e la voleva!
Abbiamo ricordato a mo’ di esempio il buon Ernesto a Palmarola, quando ancora andava sott’acqua, con il suo trabiccolo, a fare ostriche.
Quando emerge si trova a fianco una bella barca da ricchi, di quei ‘ferri da stiro’ che non tanto gli piacevano. E da bordo qualcuno gli fa:
Buon uomo… le vende quelle ostriche? Quanto vuole?
Già ‘buon uomo’! …A Ernesto bastava molto meno per inalberarsi!
– Non sono in vendita! Ma anche se fosse… Lei pensa che con tutti i suoi soldi si potrebbe permettere anche una sola delle ostriche che vede qui?
…Poi finiva che saliva a bordo e brindasse con loro a spumante, e le ostriche gliele regalava… ma per dire il personaggio!