di Giuseppe Mazzella
Gli uomini preistorici sono tornati a solcare le acque delle nostre isole.
Con una piroga, ricavata da un tronco di quercia del diametro di circa 90 centimetri e lungo sei metri, scavato con metodi e strumenti coerenti con i periodi pre-protostorici che vanno dal 6000 a.C. al 3000 a.C.
E’ quanto accaduto di recente a Ponza.
Con un solo uomo d’equipaggio, ma con relativa barca d’appoggio, la rudimentale ma efficiente imbarcazione ha percorso le circa 16 miglia dal Circeo a Palmarola e poi da Palmarola e Zannone, per approdare quindi a Ponza, seguendo l’antica “via dell’ossidiana”.
L’interessante esperimento ha coinvolto un gruppo di volontari del centro di archeologia sperimentale di Torino, in collaborazione con RAI 5, la Sovrintendenza del Piemonte e il Museo della preistoria di Vaie. La piroga è stata realizzata a Villarbasse da un gruppo di volontari che stanno dando il loro contributo per l’intera realizzazione del progetto che è coordinato da Giorgio Gaj.
Un progetto veramente originale che prevede di ripercorrere alcune rotte delle popolazioni preistoriche del Mediterraneo.
Le nostre isole, infatti, sono state nel corso dei secoli pre-protostorici, una tappa importante nella produzione e nel commercio dell’ossidiana, la pietra nera vitrea con la quale si realizzavano raschiatoi e punte di frecce.
Il progetto, di grande impatto emotivo e culturale, toccando le nostre isole, ha destato vivo interesse e ci permette di avvicinare e conoscere meglio un periodo antichissimo e affascinante della nostra preistoria.
La tappa di Ponza verrà mandata in onda prossimamente da RAI 5 nel programma televisivo “Spartiacque”.