di Aldo Carannante
Eccomi qui; mi trovo sulla nave di ritorno a Ponza: è l’inizio delle vacanze estive.
Penso a tutto ciò che è cambiato in un anno.
Per motivi di studio mi sono dovuto traferire a Formia e in poco tempo mi sono accorto quanto la piccola isola possa essere importante per me .
All’inizio il distacco è stato molto duro, persino l’aria, a Formia, mi sembrava nuova in confronto a prima; tutto quel traffico, la fretta delle persone, persino il letto in cui avrei dovuto dormire mi sembravano estranei.
Il sabato era il mio giorno preferito perchè potevo tornare a Ponza e finalmente riempirmi i polmoni con la mia aria, rivedere le persone a me più care, andare a mangiare una pizza con gli miei amici e persino camminare per il corso Carlo Pisacane, anche se per tutto il periodo invernale é vuoto.
Con il passar del tempo mi sono abituato a vivere a Formia, e Ponza ha iniziato a mancarmi meno.
Quando il sabato la nave non partiva – per un mare un po’ più mosso, o per altri motivi – ci rimanevo male, certo, ma cercavo di non pensarci, uscendo con i miei nuovi amici.
Così sono trascorsi gli ultimi mesi invernali, ma arrivata la primavera, con le giornate sempre piu belle e lunghe, la mia mente tornava a Ponza. Pensavo a mio padre che andava in campagna a coltivare piselli, zucchini, melanzane… pensavo a mia madre che avvicinandosi il periodo delle pagelle, cercava il giudizio più adatto per ogni alunno; infine, pensavo a ciò che un anno prima avevo fatto io: mi stavo preparando ad affrontare gli esami come stanno facendo i miei quasi coetanei della terza media.
E’ stato così che la mancanza di Ponza era tornata a farsi sentire.
Oggi finalmente, dopo tanti sforzi, posso dire che sto tornando a casa, nel posto che io adoro: la mia cara e amata isola!
Linda Mastropietro
5 Giugno 2013 at 21:19
Aldo, che piacere leggerti…. Hai proprio ragione, Ponza e’ un’isola piccola ma che suscita grandi sensazioni, spesso anche contrastanti. Ho frequentato qui la scuola elementare e ricordo che mi annoiavo a passeggiare sempre per le solite vie, d’inverno deserte e sferzate dal vento; non avevo la possibilità, che era data in terraferma, di guardare vetrine illuminate e scegliere ciò che mi occorreva tra tante offerte; mi sembrava tutto monotono ed ero contenta quando mia mamma ci portava a trovare la nonna a Latina. Terminata la scuola elementare, il mondo si è capovolto: sono stata mandata a Roma (in collegio) per frequentare la scuola media ed immediatamente ho cominciato a provare quella nostalgia asfissiante di cui parli anche tu: mi mancavano i miei genitori e i miei fratelli ma mi mancava anche il corso Pisacane e la possibilità di passeggiare senza dover badare a macchine, attraversamenti pedonali, semafori…. Mi mancava il vento che prima mi infastidiva ma che profumava di mare, mi mancava ciò che vedevo dalla finestra della mia stanza, mi mancavano le prelibatezze che solo a Ponza si mangiano… Insomma, mi mancava tremendamente l’isola con tutte le sue limitazioni. Tutto ciò non solo ai tempi del collegio, ma anche successivamente, da grande, ormai all’università. Il panorama visto dalla nave in partenza da Ponza era in bianco e nero e sfocato (per qualche lacrima); lo stesso panorama visto dalla nave in arrivo a Ponza era a colori e ben nitido! Ma che ci farà mai quest’isola!!! Un abbraccio e… a presto.