di Domenico Musco
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Le conchiglie sono state per me il primo bottino di pesca, la gioia di poter dire: – É mia! – quando le sistemavo in un angolo della mia stanza di bambino, inaccessibile allo straccio da spolvero e alle ispezioni di mia madre.
So poco o nulla di conchiglie dal punto di vista scientifico ma visitando alcuni paesi dell’Africa Centrale ho visto in alcuni musei che esse venivano usate come monete.
Sono state usate – e lo sono tuttora – come oggetti di arredo, utilizzate per creare monili, preziosi o di bigiotteria, persino degli utensili e chissà quant’altro che non conosco.
Per questo sono felice di poter leggere e scoprire cosa nuove in merito a questo argomento sul sito Ponza racconta.
Di questi misteriosi abitanti del mare ne ho trovati diversi e di tanti tipi durante le mie battute di pesca subacquea.
Scomparso l’angolo della mia camera di bambino in cui le collezionavo, ne ho fatto spesso dono ai bambini che a S. Antonio allestiscono ogni estate le loro piccole e fornitissime bancarelle di conchiglie (ma con che delusione mi sono accorto un giorno che molta della mercanzia da loro messa in vendita veniva provvidamente acquistata in graziosi cestini dai genitori in qualche negozio all’ingrosso!).
Sempre a proposito di conchiglie c’è una cosa di cui voglio parlare, forse sconosciuta ai più: sulla sommità della falesia di Chiaia di Luna, nella parte più compatta della dorata linea di sabbia che aggetta sul mare, si possono trovare numerosi gusci di conchiglie; sono presenti soprattutto vicino alle grotte in alto a sinistra, guardando la spiaggia dal mare.
Si può ipotizzare che durante l’era geologica del Pleistocene – a causa di qualche sommovimento naturale – si sia abbassato il livello del mare oppure che la terra si sia all’improvviso rialzata. Come se si fosse scattata un’istantanea, lo sconvolgimento della natura é rimasto impresso nella costa farinosa della falesia, lasciando le sue tracce indelebili.
Anche in altri luoghi di Ponza, situati in quota, si possono trovare tratti sabbiosi contenenti sassi marini e resti di conchiglie.
Un domanda che vorrei porre al professore esperto di conchiglie, divenuto collaboratore della nostra amata e insostituibile rivista on-line é la seguente: la conchiglia che appare nelle foto é stata pescata da me circa 30 anni fa nei pressi della secca “Chiaia” a levante di Zannone; giaceva su un fondale di circa 50/60 metri e il guscio, vuoto, era poggiato sulla sabbia e parzialmente coperto da essa. Mi colpì molto questo ritrovamento, sia per la forma inconsueta, sia per le dimensioni (circa 20 cm di lunghezza e altrettanti di larghezza).
Non mi é più capitato di trovarne una simile durante le tante immersioni nei fondali dell’arcipelago ponziano.
Qualcuno mi ha detto che questa conchiglia non è una conchiglia del Mediterraneo e che addirittura potrebbe provenire da un’era geologica antecedente alla nostra: quindi precedente al periodo dell’olocene che comprende gli ultimi 10.000 anni.
Mi sono chiesto se davvero questa conchiglia possa essere venuta dal passato o sia, per così dire, “caduta dal cielo” per finire in fondo al mare e poi nel mio retino di pesca; un evento davvero miracoloso…
Attendo con grande curiosità le risposte dell’esperto e, eventualmente, dei lettori di Ponza racconta.
Mi rendo anche disponibile a reperire per il professore i sedimenti marini di cui necessita, per lo studio che ha intenzione di condurre nelle nostre isole.
Italo Nofroni
3 Maggio 2013 at 16:32
Cari amici,
la conchiglia in questione è una Tonna galea (Linneo, 1758), specie vivente attualmente in Mediterraneo, più frequente a sud (Campania, Puglia, Sicilia ecc.) rispetto alle coste laziali, ove comunque si trova. Dicono che sia anche commestibile anche se molti la definiscono “abbastanza cattiva”… Peraltro appartiene ala lista rossa delle specie mediterraneo protette, anche se forse non se ne vede il motivo. Al Sud (ad es. Gallipoli) viene spessa pescata e messa tranquillamente in vendita… e così in molti altri porti pescherecci del nostro Mare.
vincenzo
3 Maggio 2013 at 17:05
Caro Domenico,
le conchiglie che si trovano ad una certa altezza, circa 105 metri, per esempio lungo le pendici del bordo nord-orientale del M. Guardia, sono dovute ad una trasgressione marina, cioè il mare saliva di livello. In questo livello si è ritrovato tra i materiali piroclastici un fossile marino di età Pliocenica (Chlamys angeloni).