di Vincenzo Ambrosino
Io non di certo e neanche il mio vicino di casa e neanche quello di rimpetto.
Ma cosa significa ‘governare’?
Guarda caso questo termine è tratto da un’azione marinara, quella del Comandante che “conduce tra gli scogli e le secche, fra le tempeste e le correnti contrarie, la nave in porto”. Metaforicamente significa: “Reggere il Timone dello Stato e fra le commozioni politiche procurare ai popoli la maggiore sicurezza e prosperità possibile”.
L’isola di Ponza non è governata, ma è bloccata, ingessata, burocratizzata da una serie infinita di piccoli e grandi poteri che producono leggi, regolamenti, ordinanze, provvedimenti, piani.
Questi “poteri” sono distribuiti nelle infinite istituzioni a vari livelli: comunale, provinciale, regionale, sovra-nazionale. Ognuno di questi Enti in base alle proprie competenze, senza alcun coordinamento tra di loro, nel pensiero, nella strategia, nell’applicazione, nei principi, impone autoritariamente il proprio potere.
In questo modo viene garantita l’organizzazione turistica dell’isola? NO!
Viene garantito lo sviluppo economico dei residenti? NO!
Viene garantito la protezione ambientale? NO!
Viene garantita la fruizione dell’isola? NO!
Viene garantita la sicurezza per la vita umana? NO!
Viene garantita la qualità della vita dei residenti? NO!
Ma allora a che servono queste istituzioni? Che cosa governano, per quali fini e con quali obiettivi?
Il sottoscritto, pur avendo queste perplessità non di poco conto, si iscrive a un sindacato, magari chiede ad altri di formare delle associazioni, magari si prende la briga di mandare lettere ed e-mail a destra e a manca per dire: “Ragazzi ma che dobbiamo fare per vivere onestamente?”
Ma tu pensi che qualcuno ti possa rispondere? Al contrario qualcuno su cui avevi in qualche modo fatto affidamento ti dice: “Smettila di criticare perché qui siamo tutti colpevoli e quindi che nessuno si permetta di giudicare!”
Il sottoscritto di questo ne parla anche al suo vicino di casa e dal terrazzo, gridando, scambia delle idee anche con quello di rimpetto, ma vede che non riesce ad avere delle certezze.
Un coppia di giovani, dal loro alto punto di vista – la strada panoramica che passa sulle nostre case – evidentemente ha ascoltato le nostre chiacchiere preoccupate; li sentiamo gridare: “Dobbiamo scendere in piazza, farci sentire, prenderci il potere!” .
Ma io conosco il mio vicino, ha sempre lavorato, è sempre andato in chiesa la domenica, non si è perso una votazione, si può improvvisare “grillino” dell’ultima ora? Può indossare maschera e elmetto, andare casa per casa e dire a tutti: “Basta, mandiamoli a casa tutti, cominciamo dal Comune e poi prendiamo la nave – adesso fa anche la doppia corsa! – e andiamo in Regione, e se non basta al Parlamento e se non basta a Bruxelles?”.
Niente, tutto questo non è possibile e infatti invito i miei vicini a prendere un caffè e dal mio fortunato terrazzo panoramico dico: “Godiamoci quest’ora di tramonto, e rilassiamoci, perché la vita è breve”.
Ma come si dice “la lingua batte dove il dente duole” e il discorso ritorna sull’imminente futuro: l’estate. E questo un po’ ci consola perché se d’inverno i problemi sono solo dei residenti ponzesi, quindi senza visibilità mediatica, d’estate diventano d’interesse della nazione e l’umanità, meravigliandosi e scandalizzandosi si accorge dei problemi dell’isola e vai con i “TITOLONI” sui giornali e le inchieste televisive:
· La spiaggia più bella del mondo, Chiaia Di Luna, ancora chiusa è una vergogna!
· A Ponza è impossibile fare il bagno!
· Protesta dei noleggiatori: “Così non si può più fare il nostro mestiere”
· Solo caos e multe: un’isola senza parcheggi!
· L’unica cosa che cresce a Ponza sono i prezzi!
· I diportisti protestano perché non hanno un posto barca!
· Blitz dei carabinieri, blitz della capitaneria: controllati tutti gli spazi demaniali!
· Frontone, la spiaggia della movida, ancora interdetta: i “pariolini” protestano!
· Il depuratore e le fogne di Le Forna non funzionano ancora.
· I fornesi protestano: “Ci trattano ancora come cittadini di serie B”.
· Con questo PAI l’isola è spacciata: d’accordo turisti e operatori.
Il mio amico prima di lasciarmi dice la frase storica: “Mal comune mezzo gaudio!”
Saluto i miei vicini di casa con un cordiale “Pensiamo alla salute”, ma dopo un po’ mi siedo a computer e mi metto a scrivere queste cose… A chi le indirizzo? Al Presidente Barroso o a Napolitano? Forse a Zingaretti o a Cusani?
È chiaro che le posso scrivere solo al mio amico, Sindaco Vigorelli, sperando che nessuno si offenda e mi dica ancora una volta che la responsabilità, tra le altre, se i “coreani” sparano missili sul Giappone, è anche mia.
Martina Carannante
22 Aprile 2013 at 14:45
Caro Vincenzo,
questo è uno degli scritti che mi è piaciuto di più e che condivido in pieno.
Perché??
Semplicemente, perché, hai impersonato un ponzese ed una situazione qualsiasi in cui tutti s’immedesimano e si ritrovano.
Passeggiando per il corso di Formia con le amiche, tra una vetrina e un’altra gira e rigira, il discorso va a finire sempre come hai narrato tu sopra;
in treno per andare a Roma, medesima situazione;
in Piazza a Ponza come al bar, si fa il punto della situazione e si discute;
perfino durante una serata in discoteca con amici tra il ballo e il divertimento si è finiti a parlare di Ponza, di tutto quello che sta succedendo, di tutte le cose che non vanno e il gran malcontento generale.
Ti parlo di giovani, ragazzi, che in qualsiasi sede manifestano un malcontento e a modo loro cercano soluzioni…
Così invito te, che hai una posizione di prestigio, di interrogare i tuoi ragazzi, i tuoi alunni, falli dibattere su come vorrebbero Ponza; se vivono questo malcontento; come vedono il loro futuro e come vedono Ponza.
Fagli scrivere qualche idea e tranquillamente, se vorranno, anche in questa sede (magari) potremmo discutere con loro in modo tale da riuscire a capire… chi deve governare l’isola???
Saluti,
Martina
polina ambrosino
22 Aprile 2013 at 21:17
“La vostra ragione e la vostra passione sono il timone e la vela dell’anima che sull’oceano, errando,va. Se la vela, o il timone, si spezza, si finisce senz’ordine alla deriva, o immobili si resta in mezzo al mare”. Gibran
Chi governa, proprio per quel parallelismo con la vita di mare, deve avere ragione e passione per ciò che va a svolgere nel suo ruolo di comandante-governatore.
Ora, vista la situazione attuale, viste le tante e innumerevoli voci che ogni giorno si levano per protestare e per sottolineare i disagi in cui, purtroppo, versa l’isola, mi viene da chiedere: “Perchè nessuna delle voci che così fortemente anelano ad avere risposte, hanno provato anche a cimentarsi nell’arte del governare “la barca” che ogni giorno essi stessi hanno abitato e hanno visto andare alla deriva? Alla deriva non ci si va in un minuto… Ragione e passione sono le chiavi per chi deve governare, ragione come lucidità ed intelligenza nell’esaminare e delineare un quadro d’insieme della situazione politica, sociale ed economica. Passione nel credere in ciò che si fa e nelle potenzialità che si hanno (se si hanno…) nel voler mettere il bene comune prima di tutto. Ragione e passione, quindi, non devono venire fuori solo nel piangere la catastrofe.