di Gabriella Nardacci
In occasione della Pasqua andrò a Maenza da mia madre.
La primavera è esitante quest’anno. Immagino ogni paese e ogni luogo di quel grigiore che non dovrebbe essere compreso tra i colori di una tavolozza del pittore, in questo periodo. Forse più che Pasqua ci sembrerà Natale.
Ma sono certa che ci sveglieremo una mattina e la primavera sarà davanti a noi con lo spettacolo del risveglio che è sempre una delle cose più belle della vita dopo una notte buia e senza stelle.
Immagino Ponza e le sue ginestre e le colate dei fiori viola sui pendii e le trasparenze del mare viste dall’alto e il sole che accende quei cubetti di case colorate… in quella mattina quando il sole bacerà le nostre palpebre e ci sveglierà.
I miei monti avranno le violette nascoste nell’erba “…e gli alberelli rosa e rossi e un raggio debole di sole che penetra tra i sassi, e il vespro e la luna bianca e la mia preghiera…” – come avevo provato a scrivere in versi qualche tempo fa.
Sarà naturale per me, passare in via Circonvallazione e soffermare il mio sguardo in quell’apertura dove si scorge il mare, proprio in direzione dell’isola di Ponza.
Anche da voi Pasqua avrà il suo “focarazzo” e la “pizza di grano” mentre da noi ci sarà a tavola anche la “caciatella” e “gliu foco addafori alla chiesa” e con un Cristo morto che merita l’intercalare del rosario.
È bello sentirsi simili anche se diversi e non importa se la Pasqua del risveglio si farà attendere ancora un po’. Noi, comunque, sapremo attenderla festeggiandola.
Gli Auguri più sentiti a tutti.
Gabriella Nardacci