di Lino Catello Pagano
Vi racconto di un’isola, fatta di stradine lastricate e mulattiere… Dei suoi colori: calce bianca per le strade, e colori variopinti per le case; una didascalia di colori, il rosso del porto e del lanternino, il giallo della casa dei carabinieri e giallo il municipio; il celeste degli hotel, il rosa delle casette, con il bianco e il blu, il color senape per i vecchi palazzi storici… Un arcobaleno di colori, tutti in sequenza come tanti soldatini, pronti a difendere il porto.
Non è un miraggio ma l’incontro con la realtà di un’isola incantata.
E gli odori..!? Li senti ancora da distante, i profumi isolani. Di rosmarino e origano, di malvarosa e mirto; odori mediterranei di pesce salato e alici fritte. E poi il ragù della domenica, quello che ti lecchi il piatto dal piacere; odori di incenso nelle sere fredde dai bracieri; con qualche buccia di mandarino il profumo dura fino al mattino. Come per le strade del mattino, quando un profumo di caffè ti apre le narici e anche il cuore. O seduto tra gli scanni della Chiesa mentre si dice il rosario; dall’altare il prete con il suo incensiere inonda le narici di essenze pregiate e le lodi al Signore si levano in alto tra nuvole profumate.
Tra i vicoli delle case l’odore nascosto del gelsomino ti fa girare la testa; più in alto sulla collina le ginestre gialle che le incorniciano, rilasciano quell’odore che non somiglia a nessun altro, di fresco e di pulito. Come i bucati di una volta profumati di lavanda: lo sentivi appena entravi nella stanza. E quello della terra zappata, appena smossa, tra le cui zolle scendono i passariell’ a cercare il loro cibo.
Case abbarbicate su pendii scoscesi, con gerani rossi alle finestre e profumi di erbe odorose nei giardini… Sali e scendi e l’odore cambia mentre le onde del mare portano a terra il profumo di salsedine…
Tutto fa di questa terra un’isola incantata, Ponza profumi di buono.
E con le narici gli occhi e il cuore pieni non riesci a smettere di pensare all’isola da dove vieni e a quanto ti rimane.