di Martina Carannante
Per i racconti di Pasquale Scarpati sulla vendemmia (in quattro puntate) digitare – La vendemmia – sul frontespizio, nel riquadro CERCA NEL SITO
Caro Pasquale,
sono qui a scriverti per volere di mia madre oltre che per mio piacere.
Io sono giovane e molte cose, molti volti e tante storie non li conosco, ma grazie alla mia famiglia e molto spirito d’iniziativa, sto imparando.
Tramite il tuo ottimo e preciso scritto della vendemmia, hai rievocato nella memoria di mia madre, sapori, odori e ricordi ormai lontani…
La festa della vendemmia oggi non c’è piú, solo nelle famiglie numerose o qualche gruppo di amici piú legati alle antiche usanze fanno ’a palementata; per il resto le tradizioni hanno ceduto il passo al progresso. È raro anche dormire tutti insieme, prima era usuale, c’era più spirito di aggregazione, più collettività oggi invece: “ognuno a casa sua!”
I tempi passano, ma fortunatamente in alcuni la memoria resta.
In primo piano la figlia di Giuditta, Civita Mazzella che viveva in America; dietro Emma Mazzella, la cugina e in fondo Maria e Giuseppe, quest’ultimo un altro figlio di Giuditta
Giuditta con il marito Ciro sotto la “preula” (foto del 1953)
Volevamo farti quest’ultimo regalo per il 2012… Sono tre foto che hanno come soggetto Giuditta, che era sorella del mio bisnonno e di tua nonna, colei che, come racconti teneramente tu, ha contribuito al matrimonio dei tuoi genitori. Mia mamma la ricorda come nella prima foto; io non l’ho mai conosciuta, ma conosco la nipote, che ringrazio calorosamente per aver donato queste foto.
Auguriamo una buona fine anno e un buon principio a te e tutti i lettori di Ponza racconta
Con affetto,
Martina e Irene
Pasquale
1 Gennaio 2013 at 12:25
Carissime Martina e Irene
Nessun migliore regalo avreste potuto farmi. Zia Civitina ed il marito zio Gennarino (in realtà Andrea, come il nostro antenato) li porto nel cuore. Li vidi, per l’ultima volta, in America nel lontano 1991 insieme ai figli Raffaele (i nomi si ripetono) e Vittorio. Ricordo bene anche zia Giuditta e zio Ciro perché ci fermavamo da loro con i miei quando andavamo a trovare la nonna ai Conti passando per la via nuova. Ma soprattutto sono felice perché tu, Martina, hai capito che l’avvenire, checchè se ne dica, poggia sul passato e senza passato non c’è futuro. Ci vuole soltanto un po’ di riflessione. Vi ringrazio immensamente e auguro a tutti voi, a quelli che “abitano” nel sito e nell’Isola, un sereno e felice anno pregno di ragionamenti positivi (ottimi e concreti) e di ogni bene. A risentirci, con affetto, Pasquale