di Franco De Luca
Aghi di rocce,
lame,
spuntoni di selce,
rampini trachitici
disfano l’onda
incattivita dal vento.
L’isola e il mare
a contrasto:
da bambino sorbito con meraviglia,
e nei giorni di senile cecità
patito.
Soggiace ai colpi l’isola:
si chiude,
rinserra ogni pretesa;
non sogna,
neppure scora.
Attende, si consuma e attende.
Così l’isolano.
Col viso nel cielo
che il vento sfuria perennemente,
attende.
Altro destino non ha.
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