di Paolo Iannuccelli
La parola sport spesso viene ingiustamente trascurata a Ponza. Mi collego all’interessante – come sempre – intervento dell’amico Franco De Luca che ribadisce come nel periodo invernale non si riesca a vivere momenti relazionali sull’isola quasi deserta. Franco è stato per tanti anni un ottimo e stimato direttore didattico, sa bene che lo sport, l’educazione motoria, le attività ludiche e ricreative possono benissimo essere al centro dell’attenzione di tutti, dai bambini alle persone anziane, un polo di aggregazione. C’è un posto, a Ponza, dove è possibile realizzare un interessante percorso di questo tipo, senza alcun costo per l’intera collettività, già oberata da spese enormi. Mi riferisco al palasport in completo abbandono, voluto fortemente da Balzano, da me ed altri appassionati, anzi malati, di sport. Ora rappresenta uno schiaffo al denaro pubblico, un monumento allo spreco, qualcosa di incredibile. La struttura comunale della Cavatella è un bellissimo pallone tensostatico, con arcate in legno lamellare ma è desolatamente chiusa. I tabelloni telescopici ed avveniristici, i canestri di cristallo,
sono solo un ricordo, così come il bellissimo parquet in legno e la confortevole tribuna per ospitare cento persone. Gli spogliatoi sono fatiscenti, l’incuria è totale. Eppure, in quell’impianto sportivo, inaugurato nel dicembre del 2000, con un confronto amichevole di basket di serie B2 tra Ponza e Castellaneta ed un’esibizione dei giovani calciatori ponzesi guidati da Biagio Rispoli e Scarpati, erano riposte tante speranze. All’interno, si sono svolte partite importanti di pallacanestro e calcio a 5, quando Ponza era una stella sportiva in campo regionale ed appariva su tutti i media più seguiti. Un vero e proprio boom. I corsi di ginnastica ed attività motoria, diretti dal giovane istruttore torinese Roberto Morando – scomparso prematuramente tra il rimpianto generale – erano molto frequentati, così quelli relativi al minibasket, con istruttori gli intraprendenti Marilena Scotti, Giovanna Vitiello, Nando Benavidez, italo-argentino, punto di forza del magnifico quintetto locale. L’impegno mio, del presidente Umberto Prudente e dello sponsor Armando Raponi, in piena sintonia con l’ammistrazione comunale, è stato enorme, una superba escalation che ha portato nell’isola una ventata di entusiasmo e di gioventù, soprattutto nel lungo e freddo periodo invernale. Mi piace sottolineare questo aspetto positivo, viste le giuste lamentele di questi giorni. I genitori ci seguivano da vicino, erano presenti anche in trasferta, ancora ci ringraziano per l’opera disinteressata che abbiamo compiuto verso i loro figli. Ciò ci riempie di orgoglio ma soprattutto di rimpianti. Sono state organizzate feste danzanti, con pieno successo e soddisfazione dei numerosi partecipanti. Adesso il <pallone> è in stato comatoso, buttato lì, senza una funzione, senza un custode. Che pena. Potrebbe servire agli studenti ponzesi di ogni ordine e grado per svolgere regolari lezioni di educazione fisica in mattinata, nel pomeriggio si potrebbero organizzare corsi di qualsiasi disciplina sportiva indoor, anche proiezioni cinematografiche, meeting e conferenze. Tutto tace. Nessuno protesta. Lo sport è vita, non dimentichiamolo. Guardiamo avanti, con la speranza che la riapertura del palazzetto avvenga in tempi brevi.
polina ambrosino
18 Novembre 2012 at 15:03
Lo spopolamento del’isola nel periodo invernale è la causa prima di tutti i mali, lo dico da tempo e lo dirò all’infinito. Un luogo vive se è vissuto. Detto questo, ovvio che tutto diventa più difficile in un luogo che sta diventando un non-luogo. La crisi sociale si vede ovunque e non poteva non evidenziarsi anche nello sport. Prima di tutto a Ponza mancano, da tantissimi anni, insegnanti di educazione motoria (ed. fisica) ponzesi. Questo fatto sembra poca cosa, in realtà incide moltissimo: gli insegnanti ponzesi o assimilati alla società ponzese perchè magari arrivavano e vi si sposavano, oltre a svolgere la loro funzione nell’ambito scolastico, estendevano le attività sportive al di fuori, organizzando tornei interni con gli stessi alunni, attivandosi per allenare e selezionare i più capaci per quelli che una volta erano i giochi della gioventù (chissà se i governi spreconi non li avranno tagliati…), e quindi tantissimi ragazzi venivano convogliati direttamente dalla scuola alle attività sportive extrascolastiche. Mettiamoci pure che mentre la gioventù degli anni 80-90 era una gioventù FISICAMENTE ATTIVA, che passava all’aperto il 70%del tempo libero, ora la gioventù è pigra, spesso obesa, spesso impegnata solo a cliccare link. Insomma anche culturalmente i giovani di oggi sono attratti da altro. Lo sport è faticoso, la fatica è un tabù. Va bene in tv, da dove lo si guarda urlando e mangiando. Insomma le esperienze degli anni d’oro fanno parte, appunto, di un’epoca che fu. Ma non significa che bisogna demordere, solo che , per ricominciare a MUOVERSI, bisogna essere motivati e i bambini, i ragazzi, vengono motivati solo con esempi forti. Intanto cominciamo dalle elementari: a Ponza- porto la palestra delle ex medie è ancora attiva? se si, perchè non viene utilizzata? Anche se è esterna al plesso scolastico, è molto vicina, quindi nell’ora di motoria le classi interessate potrebbero benissimo andarci a piedi senza problemi (a meno che non diluvi). Questo non è stato mai fatto, nè quando era in piena funzione, nè ora (se ora non è utilizzabile, che si crei uno spazio adeguato e vi si faccia motoria, che è parte del programma e DEVE ESSERE SVOLTA, perchè i bambini hanno bisogno di muoversi in modo corretto e attraverso tale attività gli insegnanti possono rendersi conto di possibili impacci motori, di problematiche che poi andrebbero corrette).A Le Forna, poi, il campetto è sottostante la scuola, e anche qui, a meno che non diluvi, ci si può andare ma non mi risulta che ci si vada, e il cosidetto “pallone” è poco distante e ci si potrebbe andare quando fa troppo freddo, magari mettendo motoria nelle ore di rientro pomeridiano…Quindi, in primis, non sottovalutare questa attività a livello scolastico dove, pare, i genitori si preoccupano solo che si faccia italiano e matematica… poi si trovano bambini che a 10 anni pesano 60 kg, che non sanno correre, sono impediti nel fare una capriola, non hanno la minima idea di cosa voglia dire arrampicarsi, si affaticano per 4 scale…Credete forse che sia cosa buona e giusta?? I ragazzi a Ponza hanno sempre avuto un’infanzia migliore rispetto a quella dei bambini di città ,tristi e chiusi nelle loro case, ma perchè oggi vogliamo che diventino cittadini pigri e impediti? Si insista per la motoria nelle scuole, si insista perchè dalle elementari alle medie si facciano attività di squadra, tornei e si utilizzi quella benedetta struttura che noi ce la sognavamo e andavamo a correre intorno alla chiesa, ma correvamo, e a fare le partite sul piazzale… Gli insegnanti di motoria, di tutto l’istituto, attraverso progetti concordati, potrebbero utlizzare la struttura sia in orario scolastico che extra scolastico, andandoci a turno, chiedendo al comune che una volta a settimana i bambini del porto ci possano andare in autobus per svolgere determinate attività… Sto semplicemente parlando di buon senso, di cose che vedo fare qui, dove lavoro io,non su altro pianeta. A Ponza facciamo i difficili su tutto, dovremmo cambiare atteggiamento e invece di stare sempre a parlare dei problemi, iniziamo a cercare le soluzioni.