di Gennaro Di Fazio
Da chi saranno ascoltate le esigenze dei non abbienti, dei timidi, dei diseredati, dei poveri, dei disoccupati, degli abbandonati, dei depressi, degli etilisti, dei drogati, dei malati di mente e dei…… Dalle leggi e/o dalle istituzioni si direbbe. Ma per fare cosa? In una società dove il riferimento è solo il danaro, mezzo e fine di tutte le cose, dove la noia ed il degrado sfocia nell’indifferenza del più forte che pensa solo al proprio latifondo (una volta si diceva del proprio orticello), i pensieri degli uomini si riducono a banale esistenza. Ormai si va verso una società dove la forbice culturale, sociale ed economica si allaga sempre di più. Si sta spezzando l’armonia e l’interscambio tra le varie parti con conseguente deriva delle estremità che si allontanano sempre di più tra loro. I partiti e i sindacati non riescono più a fare da tramite tra la società civile e le istituzioni e quello che rimane di questi capisaldi della democrazia, appare agli occhi di tutti come qualcosa finalizzata ai propri interessi, se non addirittura espressioni del degrado morale. In questo quadro domina il silenzio e la paura di parlare e soprattutto di opporsi al potere che diventa sempre più forte. In alternativa si va o verso l’astensionismo o verso il voto di protesta. Intanto i disoccupati aumentano e i drammi delle famiglie si acuiscono senza il supporto morale di chicchessia. Ma a cosa è servito tutto questo sproloquilo su “Ponza racconta”? A mettere semplicemente in evidenza che la denuncia fatta su questo sito da Paolo Iannucceli, sullo sciopero dei lavoratori delle ditta De Vizia, ha prodotto un solo commento di solidarietà, quello di Giovanni Conte, poi il silenzio; e questo non va bene! Questa situazione potrebbe essere solo un segnale di difficoltà della società ponzese che oltretutto rispecchia purtroppo anche quella generale italiana. Si è parlato molto del problema della LAZIOMAR che sembra essere – e sicuramente lo è – molto più forte. Ma i problemi si combattono e si risolvono solo se si ha la sensibilità a capire le difficoltà anche di coloro che non contano o contano poco, indipendentemente dalla loro importanza e dal loro apporto economico.
Giovanni Conte
15 Novembre 2012 at 19:51
Egregio dott. Di Fazio leggo con piacere quello che ha scritto,mi trova pienamente d’accordo.La questione dei dipendenti della De vizia va sollevata a gran voce,come quella dei pescatori,e delle ditte edili,alcune delle quali sono state costrette a licenziare i propi operai per la mancanza di lavoro.In merito a questi problemi solo qualche chiacchiera di strada e nulla più.