di Franco De Luca
Lo scirocco appiccicoso ancora oggi ci castiga. L’isola trascorre il cammino del sole nel cielo con affanno.
All’alba, quando di rosa pallido s’accende la lastra del mare, Ponza appare adagiata su un divano di seta: nessuna onda increspa, e le sagome delle barche nelle cale appaiono puntini sospesi, quasi appoggiati.
Beato chi si rinfresca, or ache il mare è come il vento vuole: senza nessuna onda. C’è qualcuno che nuota sereno verso quella “chiana” che appare come uno smeraldo opaco: il mare la ricopre appena.
Lontano, verso le Formiche, una barchetta è ferma e c’è da scommettere che si pesca a “perchie”, nell’ora più favorevole.
L’orizzonte è offuscato da una coltre bianchiccia: è l’evaporazione che inizia e che tra poco avvolgerà l’isola, facendoci sudare solo che si scendano quei quattro gradini per la Piazza.
Le camicie già mostrano i segni della sudorazione e la fronte gocciola, ma i turisti non se ne curano e sciamano dagli aliscafi con i trolley cigolanti sul selciato.
Provvidenziale questo scirocco che allontana dalle città i vacanzieri e li fa venire qui, dove un fresco scirocco appiccicoso li attende. E anche i Ponzesi.
Francesco De Luca