di Irma Zecca
Sono le cinque e dieci, è ancora buio e il mio cellulare brr brr brr squilla e vibra sul mio comodino. È la sveglia; allungo una mano e faccio appena in tempo a non farlo cadere a terra. Subito mi alzo, ho appuntamento con mia cognata Roberta e le amiche per il piccolo pellegrinaggio mariano.
Ogni anno il quindici agosto si fa questo pellegrinaggio dal porto a piedi fino alla Chiesa della Madonna Assunta a Le Forna, per la prima Messa che si celebra alle sette e trenta.
Io e Roberta scendiamo e raggiungiamo il muretto sotto casa dove aspettiamo la piccola processione che viene dal porto; ci sono delle persone che già aspettano. Ci sembra di non riconoscere nessuno, ma in pochissimi minuti quelle ombre scure si schiariscono e prendono fisionomia.
– Buongiorno Giuseppe, anche tu da Bologna come ogni anno… – Ciao Gina tutto a posto? – Oh Vilma, quest’anno niente corse? Sei in perfetto orario… – Buongiorno Betta, e mamma? Mi risponde sorridendo; mi ha augurato buon pellegrinaggio e si è girata dall’altra parte. Mentre chiacchieriamo si sentono amplificati dal ‘grottone’ i canti a Maria… Eccoli arrivano!
Si avvicinano e ci accodiamo, ci sono anche Mimma e Antonietta… – Buongiorno buongiorno… e – “Ave o Maria, piena di grazia…” Il gruppo si snoda comminando sulla destra in modo da non intralciare il traffico mattutino. Avanti ci sono i più giovani e qualche anziano pie’ veloce che noncuranti della strada in salita si distanziano dagli altri… e così ogni tanto bisogna richiamarli: – Ué, aspettate… Addo’ state currènn’.
Al centro ci sono Maria Pia, Apollonia e Rosaria che guidano la preghiera ed i canti con grande maestrìa, poi segue la gente ed in fondo chiude il corteo, il sacerdote di turno per le confessioni. Devo dire che passeggiare a quell’ora mentre ci si accosta al Sacramento della riconciliazione è una cosa veramente mistica e liberatoria; lo dico per tutti coloro che pensano ancora che la Confessione è il momento in cui il sacerdote chiede con aria arrogante: – Che peccati hai fatto? No! …non è più così! Ed in certi luoghi, anche a Lourdes per esempio, passeggiare nella prateria e parlare (in confessione) con un sacerdote, è come confidare ad un amico tutto quello che ci pesa; …che sappiamo bene cosa e dove abbiamo sbagliato (…Scusatemi, mi è scappata un po’ di catechesi!)
Allora, mentre preghiamo, si intonano i primi canti… Canti che non si sentono mai se non in questo giorno; come ad esempio:
– I quinneci d’aust’/ ’na rosa spampanata / Maria sarai chiamata / pe’ l’eternita’
Evviva Maria / Maria è sempre viva / Evviva Maria / pe’ l’eternità
Segue una decina del rosario e poi un’altra canzone:
– Allegra Sant’anna mia / che sei nonna di Gesu’ / Sei mamma di Maria / Facci ’a grazia Sant’Anna mia
Un’altra decina e ancora:
– Ie me cocc’ dint’ a ’stu liett e ’a Madonna teng’ ’mpiett’ / Ie dorme ed essa veglia , si è caccosa me risveglia / ’a nù late ’a nunziata, ’a ’n’atu late l’angel’ fort’…
– Dio p’a casa… ’ u triste se n’esce, ‘u buone ce trase / Dio me guarde ‘u cape d’a casa – (…Questa preghiera la recitava anche mia nonna, e da bambina non capivo chi fosse il capo di casa, che lei tanto raccomandava, dal momento che il nonno l’avevo visto solo in quel quadro con le medaglie, sopra il comò. Alla mia domanda rispose: – Ie …song’ ’u cape d’a casa! – battendosi la mano destra sul petto.)
Intanto siamo arrivati alla cappellina della Croce dove si accodano altre persone.
Salendo l’accorciatoia dei Conti i canti si affievoliscono lasciando la voce solo per il Rosario… perché, come diciamo con Aniello: – ’Ngoppa ’a ’mpennata (una salita ripida) manca ‘a voce a tutti.
Ormai siamo arrivati in località Campo Inglese (…finalmente la discesa!) e qui come ogni anno inizia un canto preghiera (a dire di Betta, molto inquietante):
– Fauze e nemici fatt’ arras, ca’ cu miche nun c’è che fa’ / Oggi è ’u iuorn della Vergine Maria / cient’ croci e cient’ Ave Marie / me faccio p’a vita mia…
A questa invocazione ci si fa il segno della croce e si recita l’Ave Maria…. Così per cento volte.
Cantando e pregando siamo arrivati alla Chiesa dove intoniamo il Salve Regina. Padre Salvatore ci accoglie sulla porta, come ogni anno con una visibile emozione. Celebra la Messa nella chiesa gremita di fedeli, tra i locali mattutini e il pellegrinaggio arrivato dall’altra parrocchia. Comunione e Benedizione.
Fuori la chiesa si salutano parenti amici e conoscenti augurando buona Festa e tanti Auguri a tutte le donne di nome Assunta. Tra i saluti incontriamo Gilda e il marito, che come sempre ci invitano a casa loro per la colazione. Prima diciamo di no, ma vista la simpatica insistenza e “i nucchette”, accettiamo!
Dal loro terrazzo si vedono le bancarelle, si sentono i fuochi e mentre gustiamo le nocchette, l’ospitalità e la simpatia, sentiamo la banda e ci affacciamo per vederla. Giovani e meno giovani intenti a non sbagliare, seguono il maestro… Che bello! Sono tutti ponzesi, uniti dalla passione per la musica… Non riusciamo a trattenere un sincero applauso… La festa continua, noi prendiamo l’autobus …e vi assicuro che anche questo fa parte della festa; a fatica riusciamo a trattenere Teresa nelle fragorose risate. Personalmente ho avuto tutto… Il resto della giornata sarà tutto in più.
A questo punto, mi sembra doveroso un grazie a Ponza racconta che dà la possibilità a tutti di esprimere fatti ed emozioni “affinché il tempo non li cancelli”.
Irma Zecca