di Lino Catello Pagano
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È l’alba nel porto di Ponza, calma e pace,
che forse son solo apparenza.
Il sole sale piano dal mare, lontano e vicino…
Nella risacca del primo mattino
l’onda s’infrange,
le barche nel porto dondolano lievi, una paranza
quasi evoca una figura di danza;
qualche passo dal selciato rimbomba sulle facciate delle case,
tutte colorate.
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La quiete è rotta da un botto
sembra una tempesta
…e per strada inizia la festa.
Gente risvegliata all’improvviso
si affaccia senza capire questi strani usi,
con gli occhi ancora socchiusi
inciampa e si rialza nel buio della stanza,
va fuori sul muretto
guarda giù e dirimpetto,
altra gente in mutande, fuori dalle verande…
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La Diana. Questo inizio di giornata
avviene una volta nell’annata,
musiche, mortaretti, rintocchi di campane a festa,
e gente per la via, chi va e chi resta.
Si va in Chiesa a pregare San Silverio,
con il cuore commosso e il volto serio.
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Si parla di Ponza, dove c’è gente in vacanza,
tra il moderno e l’antico, io lo so e ve lo dico,
gente vestita a festa si saluta da lontano
un augurio veloce e una stretta di mano,
il cuore batte forte, gente tornata da grande distanza
per un buon motivo, mossa dalla speranza
in ogni casa, in ogni luogo
a San Silverio si è fatto voto.
È ripagata la fatica
di chi qui vive la vita…
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Ecco che ci siamo, al suon delle campane
il tiro del fuoco risponde a richiamo
Il sole incalza, il Santo è invocato…
Ecco che appare sul sagrato
San Silverio con il volto illuminato,
nella sua barca la cara effigie ritorna
di rossi garofani adorna…
La folla si muove adagio
intonando un canto al passaggio;
gente che marcia piano, in una lunga scia,
dal Porto a Giancos, e indietro, per la stessa via.
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Sul mare mille barche si muovono impazzite,
il corteo va per le banchine gremite
Passa il Santo a benedire i pescatori,
da sempre suoi adoratori,
anche quest’anno han per Lui preparato
la barca più bella sul mare argentato.
La gente ora rallenta, e con più stanco andare,
si avvia in fondo al porto, per la benedizione del mare.
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Sotto il sole che picchia più forte
va per mare il Santo, con tutta la sua corte
…sirene che suonano fiere e sventolio di bandiere,
segue l’usato percorso,
dalla Madonna allo Scoglio Rosso
e il ritorno, per sotto la Ravia, sembra un miraggio,
visto dalla spiaggia.
Botti, sirene, suoni di campane
i canti della gente come echi di voci lontane
Rientra dal suo giro e riprende la via
per la sua casa accogliente,
ormai piena di gente.
La processione affronta la salita,
gira nella curva a fatica.
I fedeli, mai così tanti, son sul sagrato
e intonano canti
si stringono intorno al Santo e attendono il lancio
di quei fiori profumati,
a Lui consacrati.
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Il canto si fa più forte, mentre piange qualcuno
Vicini e lontani ci si sente tutt’uno
La commozione prende tutti,
“delle Tue pene, godere i dolci frutti…
di quei tesori immensi provvedi la nostra vita,
e la virtù smarrita in noi s’avviva…
viva Silverio, viva!
il nome tuo sacrato,
ottenga ai nostri prieghi il fin bramato”
Lentamente tutti rientrano in Chiesa, al rinnovato incanto
e insieme intonano il canto…
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Gran Santo protettore
Silverio venerato
il popolo adunato
a te s’inchina.
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Lino Catello Pagano