di Silverio Lamonica
Ho appreso con profonda costernazione la scomparsa del carissimo amico e collega Giovanni Conte, noto a tutti come il Maestro Giannino. Di lui ho ammirato la scrupolosità ed il senso del dovere. Vincitore di concorso in giovanissima età (inizi anni ’50) ha operato nella scuola elementare per circa mezzo secolo, prima come insegnante e, subito dopo in qualità di segretario del Circolo Didattico di Ponza (che comprendeva anche le scuole elementari e materne di Ventotene) a partire dagli inizi degli anni ’60, da quando cioè fu istituito e affidato al Direttore didattico Cassoni che lo elogiò pubblicamente, come fecero tutti gli altri dirigenti che si susseguirono nel tempo, me compreso.
Operò con zelo profondo, un vero stakanovista, mai un’assenza, eccetto quelle per il matrimonio con la collega Rita, sua compagna inseparabile.
Fin da quando ero supplente rimasi affascinato dal suo profondo attaccamento alla scuola: era il 31 dicembre del 1964, era ancora scapolo e in quell’ultimo giorno dell’anno, verso le sei di sera, volli fare una scommessa con me stesso: “Ora mi reco davanti all’ingresso della scuola e sono certo che lo troverò lì”. Infatti appena superai l’emporio Musella, notai la finestra della segreteria accesa. Entrai, lui era seduto alla sua scrivania e leggeva una rivista scolastica. Appena mi vide, mi disse: “Caro Silverio, quante belle idee sanno offrire agli insegnanti, specie se giovani, queste riviste. Io raccomando sempre alle maestre alle prime armi di consultarle…” Io gli risposi, “Caro Giannino, mi trovi d’accordo …però siamo a Capodanno!” Lui capì, e con quel suo caratteristico sorriso, appena accennato, chiuse la rivista e lasciò la scuola assieme a me.
In realtà il caro Giannino si identificava con la scuola di Ponza e di quell’istituzione era il perno, la memoria storica.
L’anno scorso, nel mese di novembre, l’ho incontrato giù alla Banchina Di Fazio, abbiamo commentato la riduzione dei plessi scolastici a Ponza, a causa del numero ridotto di alunni. Era molto risentito: “Hanno distrutto la scuola…. Qualche anno fa il Provveditore già voleva fare questo. Non glielo facemmo fare… E adesso!….”
Purtroppo al caro Giannino è subentrata una nuova concezione della scuola, non più oasi protetta del sapere, ma mera azienda in cui prevalgono i costi del budget, in cui gli alunni, più che persone da educare sono considerati numeri da razionalizzare nei vari istituti scolastici: è questa la nuova concezione ministeriale, e i docenti – cui non deve mai mancare la solidarietà piena della società – fanno quello che possono e lo fanno con dedizione ed in maniera egregia.
Silverio Lamonica
michelino
18 Giugno 2012 at 23:03
Carissimo Silverio, il Maestro Giannino ha rappresentato la scuola della nostra ” epoca ” meravigliosa. Io quando incontravo il mio vecchio maestro delle elementari, dopo 50 anni mi fermavo per portarlo con me al bar. I nostri educatori erano dei secondi genitori. Ora si studia con i computer ed i telefonini… e lo Stato ha distrutto il mondo della scuola.