di Franco De Luca
Anche quest’anno san Silverio troverà nelle foto che ne tramanderanno il ricordo, la sua apoteosi nello sfavillìo della cornice che esalta la sua statua, a fianco dell’altare, sotto la cupola della Chiesa.
Mite l’aspetto, gravato dai suntuosi paramenti, san Silverio elargisce la sua bontà a chi non la pretende.
Nel periodo a lui dedicato, finalmente liberato dal chiuso della cappella, benedice il suo popolo di fedeli astiosi.
Ma, come recita una massima aurea: Dio ha bisogno degli uomini, anche san Silverio ha bisogno di credenti fino in fondo.
Ci sono e sono capitanati da Luigi Ambrosino, colonna portante della pratica devota della parrocchia.
Lui e il fido Giovanni Pacifico manifestano la fede con la disponibilità, pronta e creativa, ogni volta c’è da dar lustro ai culti della comunità.
Luigi Ambrosino è un fine artigiano del legno che nel decorso della sua esistenza ha dispensato a piene mani opere pregevoli nei presepi, nei sepolcri, in ogni apparato teso ad esaltare il culto in cui la comunità parrocchiale proietta la sua fede religiosa.
Passano i vescovi, passano i parroci, le direttive diocesane mutano come i temporali nelle stagioni, Luigi imperterrito eleverà il suo inno di lode con l’operosità generosa e geniale.
Gli sia propizio il tempo!
Francesco De Luca
polina ambrosino
10 Giugno 2012 at 19:31
Da nipote, orgogliosissima, di Luigi Ambrosino, posso dire che non ho mai visto nessun altro agire per la fede senza mai farsi scoraggiare da diatribe di ogni genere, divisionismi, polemiche, e chi più ne ha più ne metta. Non ha mai avuto importanza chi fosse il parroco, o il comitato o il maestro di organo. Lui ci è sempre stato, coerente con un’educazione religiosa che insegna di seguire il Vangelo, non chi lo predica. Quando, quest’inverno, con l’Immacolata alle porte, è dovuto assentarsi per motivi di salute, Dio solo sa quanto e come sia stato in ansia, nonostante il grosso dei lavori li avesse già fatti… lasciando poi le consegne al genero e a Giovanni… e, quando finalmente è tornato, per Natale, entrando in chiesa dalla sagrestia, la prima cosa che ha fatto è stata salutare la Madonna, per la quale ha una devozione immensa, trasmessagli fin dall’infanzia… e la Madonna gli ha donato due dei tre figli, proprio l’otto dicembre.
Quante cose ci sarebbero ancora da dire, ma mi limito ad un’ultima: auguro a Ponza che, prima o poi, nasca un nuovo Luigi Ambrosino, capace di dare senza il bisogno di ricevere un grazie, capace di essere presente sempre e comunque. Grazie, Franco, per questo tuo scritto.
Lino Pagano
10 Giugno 2012 at 20:34
E NOI A QUEL CORO CI VOGLIAMO AGGREGARE, ANCHE DA LONTANO SIAMO VICINI E LUIGI E’ UNO DI NOI, CI HA ALLEVATI COME FRATELLI, SEMPRE VICINI, IO SONO DELL’OTTO DICEMBRE E HO DEI RICORDI FANTASTICI DI QUANTO SI PARTECIPAVA PER L’AZIONE CATTOLICA ASSIEME A CICCILLO, ERANO LORO CHE C’INSEGNAVANO, UN GRAZIE DI CUORE A LUIGI PER AVERCI SOPPORTATO E SUPPORTATO, GRAZIE A FRANCO CHE CI FAI BENE AL CUORE RICORDANDOCI I BEI MOMENTI DELLA NOSTRA GIOVINEZZA.
LINO PAGANO