di Vincenzo Ambrosino
Ho assistito ieri, 26 maggio, all’appuntamento annuale della ‘Gara delle bagnarole’. Una manifestazione organizzata dalla “Compagnia del Trinchetto”, che vede la partecipazione entusiasta degli alunni delle elementari, scuole medie e le prime classi dell’ITC.
Lo scopo è costruire qualcosa che galleggi, che sia originale, che possa muoversi nell’acqua; il materiale che si può usare è di libera scelta, meglio se riciclato.
Lo spirito di questa manifestazione è: riprendiamoci il divertimento, la semplicità, l’amore per il mare e per l’aria aperta.
Questo messaggio non scritto dagli organizzatori, lo si vive partecipando e semplicemente osservando tutti i protagonisti di una giornata che sembra di altri tempi.
Ma questa manifestazione, non si riduce al giorno della gara, inizia settimane prima. Infatti è bellissimo vedere e sentire questi ragazzi all’opera. Si incontrano il pomeriggio e progettano, studiano, si consigliano. Qualcuno non si fida del suo ingegno e cerca uno scafo rotto da risistemare, qualcun altro chiede la collaborazione dei genitori o degli insegnanti o di un amico più grande.
Finalmente, in questa occasione rivedi di nuovo genitori e figli, generazioni diverse a lavorare a fantasticare insieme. La sera quando finiscono il loro lavoro, sono proprio questi genitori a segare, colorare, a inchiodare a litigare con i figli che si distraggono a contemplare il loro lavoro.
Questa manifestazione si svolge nella nostra vecchia spiaggia, quella di S. Antonio: la spiaggia dei bambini, quella della nostra infanzia. Pensavo proprio a questo quando circondato da voci giovani, di ragazzi gioiosi che intorno alle loro bagnarole si rincorrevano felici sul basso fondale. Mamme con le macchine fotografiche a immortalare i loro campioni e papà con la pancia di fuori, pronti a spingere e sostenere agonisticamente i propri figli.
Quest’anno hanno partecipato 16 equipaggi, un record assoluto, le gare sono state seguite non solo con interesse ma anche con entusiasmo. Centinaia di persone sulla spiaggia, la musica allegra sul marciapiede, una voce al megafono che descriveva le bagnarole, che sollecitava gli equipaggi, che animava il pubblico.
E in due ore di serena convivenza nella spiaggia dei bambini di ieri e di oggi hanno gareggiato natanti fantastici dai nomi irreali: Titanic – Lochness – Zorba – Blu Spirit – La tartaruga Caretta Caretta – Il Barcone di Giulietta – i Pirati dei gelati – La gabbia dei matti – Baywatch – Ioco poco ma ioco – All’Arrembaggio – Pesce lesso – Capocchiamar – La cucina ponzese – I Turbini – Blu Whale.
Per l’Amministrazione Comunale era presente il vice Sindaco Giosuè Coppa, che “giovane nello spirito” tra giovanissimi nel fisico, alla domanda “Che ne pensa di questa manifestazione” commosso ha risposto: “Bella, bella, bella!”.
Sono stati premiati tutti i partecipanti, chiamati a ricevere il loro trofeo ricordo, sono stati fotografati e applauditi sportivamente dagli altri concorrenti.
Poi si è dato il premio per la migliore realizzazione categoria scuole medie e la giuria ha selezionato “IL Barcone di Giulietta”. Questa bagnarola si è ispirata al famoso Balcone di Giulietta e Romeo, quindi era un natante in legno su cui è stato realizzato un balcone con tanto di ringhiera, addobbata con rose rosse e finestra ad arco. I ragazzi, tutti maschi si sono inventati la loro Giulietta: un bambino con parrucca bionda e pareo spinto dagli altri componenti l’equipaggio.
Un altro premio per la migliore realizzazione categoria bambini è stato dato a due bagnarole:
1- “La tartaruga Carettacaretta”: montata su bidoni blu, un tavolo con tappeto verde faceva da base ad una grande tartaruga, la quale aveva deposto le sue uova, sode. I genitori di questi bambini, alla partenza si sono mangiate le uova, per dimostrare che erano commestibili. I bambini hanno anche letto un breve messaggio sulle abitudini biologiche della tartaruga e dell’importanza di proteggerle;
2- “I pirati dei gelati”: Incredibile questa è stata per me la realizzazione più originale per la sua semplicità e creatività; era una frigorifero per gelati, montato su galleggianti, come albero aveva un vecchio remo e una vela. Infatti “i bambini non possono che essere pirati solo dei loro dolcissimi e imperdibili gelati!”
Il premio velocità è stato vinto da “Blu Spirit”, una tavola surf trasformata, velocissima, perché manovrata da un ragazzo provetto vogatore.
Voglio ricordare, una vera bagnarola di plastica che galleggiava su due parabordi e poi un natante inverosimile “La cucina Ponzese”: su una deriva c’era allestita una vera cucina con tanto di fornelli, e piatti apparecchiati. La maestra nel ricordarla alla premiazione ha detto che questa realizzazione è conseguente a tutta una ricerca sull’alimentazione mediterranea e in particolare su quella Ponzese.
La maestra, nel salutare e ringraziare le autorità in particolare l’Amministrazione e i militari della Capitaneria che hanno collaborato, per quanto riguarda la sicurezza in mare, ha raccomandato a tutti i partecipanti di non abbandonare le bagnarole sulla spiaggia, perché ha concluso: “…Noi tutti qui presenti ci teniamo alla nostra spiaggia, al nostro mare, alla nostra isola”.
Voglio complimentarmi con la “Compagnia del Trinchetto” per aver prima inventato e poi dato continuità a questa manifestazione: questa gara pacifica, allegra, ironica, creativa è speciale per formare quello spirito di autoironia che solo i bambini possono indurre negli adulti…
Non vorrei sbagliarmi ma noto che sta succedendo qualcosa di diverso in quest’isola, sembra che la gente si voglia riprendere la propria esistenza, sembra che stia nuotando controcorrente per raggiungere la riva di una nuova semplicità.
Vincenzo Ambrosino
Silverio Lamonica
27 Maggio 2012 at 10:57
Che bella iniziativa quella delle bagnarole, organizzata dalla “Compagnia del Trinchetto”. Purtroppo non c’ero, peccato. Ma vedendo quei natanti improvvisati, attraverso le foto pubblicate su questo sito, mi è tornato alla mente una “bagnarola” che mio fratello Francesco ed io, da ragazzi, cercammo di realizzare. Come i più adulti sanno, negli anni ’50 non c’erano tanti giocattoli, noi bambini, allora, spesso ce li inventavamo. Così quando il torrente della Padula, gonfio dalla pioggia, scorreva davanti casa, noi ci divertivamo a far “navigare” delle barchette di carta e poi di latta, ricavate dalla lamiera dei barattoli. Così un giorno ci venne l’idea di ricavare una “barca di ferro” utilizzando un barattolo ben più grande: un fusto di nafta che riuscimmo ad avere, pensate, da Silvestro Feola, figlio di quel Franco Feola che gestiva la Società Elettrica. Di buona lena ci mettemmo a ritagliare la lamiera con degli scalpelli, ma che fatica immane e che rumore! Il buon Silvestro si pentì amaramente di averci regalato quel fusto, perché con tutto il rumore che facevamo gli rovinavamo la “siesta”. Intervenne allora mio fratello Peppino, che lavorava come carpentiere con Luigi Parisi, e ci fece notare – con la sua calma proverbiale- che quel mezzo, anche se fosse stato realizzato, non sarebbe stato in grado di galleggiare: quella lamiera, troppo spessa, pur piegata in qualche modo, non avrebbe consentito una perfetta impermeabilizzazione. Così desistemmo. Peccato: sarebbe stata una “bagnarola ante litteram”.
Carmela Argiero
27 Maggio 2012 at 22:48
Complimenti e bravi alla Compagnia del Trinchetto per la fantasia nel creare e poi seguire i giochi delle bagnarole – parola che mi porta sempre indietro nel tempo: le suore, dicevono che si doveva dire bagnapiede, e non bagnarola, ma valla a capire la parola giusta… Avanti così, c’è bisogno di spensieratezza in questi momenti. Ho solo un sogno, che la spiaggia di S. Antonio e altre ritornino come erano nella mia infanzia. Bravi a tutti, bimbi genitori e partecipanti, avanti così… Un saluto affettuoso, arrivederci a presto. Carmela Argiero