di Tommaso Lamonica
L’uccisione dei falchi pecchiaioli per scongiurare l’infedeltà coniugale..! – leggi qui – Io ho sempre saputo che Giove si mutò in cigno per sedurre la bellissima Leda. Temevo quindi una mattanza di cigni, non di falchi… Quei cacciatori balordi… dei poveri allocchi (tanto per stare in tema), con tutto il rispetto per gli allocchi (quelli veri, s’intende).
Ma ora vorrei proporre una bellissima poesia di Tommaso sull’argomento:
Silverio Lamonica
.
Canti Strozzati
Limpido cielo sovrasta
l’isola che i gabbiani
superstiti di nidi impervi
dominano planando dall’alto.
Son verdi i pochi campi
ma erompe sui colli
il giallo di ginestre e guastaccette.
Nel trascorrere del tempo
mutano colore le pareti
che strapiombano nel mare.
Stormi di uccelli son giunti
coi venti di primavera
e però non uno canta.
Micidiali trappole sparse ovunque
strozzano la loro voce gioiosa
appena si posano stanchi.
Anche le rondini volano
senza garrire
nere
in lutto
sull’ “Isola dei morti”.
Tommaso Lamonica
[da “L’ Isola di palma che s’inciela” – Tipolito Epomeo – Forio 1989]
Antonio De Luca
9 Maggio 2012 at 07:35
Lo scritto del grande poeta ponzese Tommaso Lamonica è una pagina di altissima letteratura; l’eco del Pascoli, del Neruda cileno tra le sue scogliere, in Eliot i giorni di aprile. Oltre la parola l’ultimo esistenzialismo borghesiano tracima l’anima di Lamonica nell’abbraccio finale.
Quest’isola gli deve saggezza e morale, emozione nel più acuto esistenzialismo, come se Lamonica avesse frequentato Borges a Buenos Aires e l’avesse portato nella sua isola. Insieme i due cantano l’esistenza davanti all’innamorarsi del loro stesso cammino, alto sempre nella gioia come nel dolore.