di Franco De Luca
Ho visto in giardino il rigogolo attraversarmi lo sguardo. L’ho notato per le sue ali gialle. In dialetto si chiama vuollero (o uollero, forse da derivazione inglese yellow).
Probabilmente ha scelto come luogo di pastura il mio giardino ricco di nespole mature e gialle.
Ho pensato che questa fortuna che la sorte ha dato a Ponza, quella cioè di essere luogo di passo per gli uccelli migratori, potrebbe alimentare un turismo naturalistico.
La sensibilità verso la natura e la fauna già ha spinto ricercatori a creare una stazione ornitologica in Ponza dove si monitorizzano i flussi migratori e, attraverso l’inanellamento dei soggetti, scoprirne anche i percorsi (come evidenziato da Massimiliano Cardinale e Sandro Russo nel sito ).
Potrebbe attirare chi vuole unire le gioie della vacanza con l’osservazione in loco dei gruccioni, dei falchi, poiane, piche marine. Sto enumerando gli esemplari più appariscenti e gradevoli alla vista.
E così come, decenni fa, Ponza era méta di cacciatori che da tutta Italia venivano a trovare divertimento nella cacciagione delle quaglie e tortore, oggi l’isola potrebbe ospitare chi aspira a mirare di persona aspetti tipici e unici della primavera. E, sospinti dalla presenza di tanti uccelli, ripercorrere i sentieri che portano sui cigli delle colline, sui pianori (Scotti, Guardia, Piana Incenso, Capobosco), ascoltarne il canto, riconoscerlo, fotografarli.
È un altro dono che la natura gratuitamente ha fatto a Ponza, di cui noi Ponzesi potremmo avvantaggiarci sia economicamente sia in pubblicità.
Se fossimo più consapevoli del nostro stato.
Se.
Francesco De Luca
[Schizzi di salsedine da Ponza. (21) Continua)]