Ambiente e Natura

Tifone di Joseph Conrad (4)

di Gianni Paglieri

Per gli articoli precedenti, digita “Tifone” nel riquadro in basso a sin. della pagina di apertura, in CERCA NEL SITO

La  storia.  “Osservando la costante discesa del barometro, il capitano Mac Whirr pensò: “C’è del cattivo tempo in giro”. Questo è esattamente quello che pensò” …ma ancora non immagina il cataclisma che gli toccherà sopportare. La nave sta navigando in una calma innaturale e afosa … il Nan Shan tracciava un solco evanescente su uno specchio di mare che aveva la superficie e lo scintillìo di una pezza scintillante di seta grigia” Si avvicina il tramonto e la luce del sole si fa livida e incerta mentre  le onde si fanno più alte e più rapide a ogni momento, e la nave sbanda pesantemente nelle gole lisce e profonde del mare”.

In sala macchine la temperatura si fa insopportabile per il personale di guardia, Jukes è di guardia sul ponte ed è molto preoccupato perché vede il barometro abbassarsi in maniera anormale, mentre fuori… “Il sole al tramonto mostrava un diametro diminuito e una smorta incandescenza cupa e senza raggi, come se milioni di secoli trascorsi dalla mattina l’avessero portato sino alla fine … Un fitto banco di nubi divenne visibile a settentrione; era di un sinistro color verde scuro, e poggiava basso e immoto sul mare… la nave gli andava incontro come una creatura esausta che corra incontro alla morte”.

Alle otto della sera, le condizioni del mare sono ulteriormente  peggiorate e Jukes, ha appena ultimato il suo turno di guardia e si appresta a scrivere il giornale di navigazione, poi… alzati gli occhi dal giornale … guardò fuori della porta, e in quella cornice vide le stelle volare in alto fra gli stipiti di legno di tek, su uno sfondo di cielo nero. Tutto lo sciame si mise a fuggire insieme e scomparve, lasciando un’oscurità chiazzata di guizzi bianchi, perché il mare era nero quanto il cielo e striato di spuma al largo. Le stelle che erano fuggite per effetto del rollio, riapparvero con il movimento di ritorno della nave; tutto lo sciame scintillante precipitò giù; non erano più punti di fuoco, ma, ingrandite, apparivano come piccoli dischi brillanti di una luce chiara e bagnata”.

Poco prima di lasciare la guardia, preoccupato, Jukes aggiunge un’ultima annotazione a giornale:  “Il mare lungo si fa grosso. La nave fatica e imbarca acqua … barometro continua a scendere… Tutti i segni di un tifone in vista” (…).

Rapidamente il rollio si fa violento e la nave comincia ad imbarcare acqua. Il barometro è sempre in discesa e Jukes, sempre più preoccupato, chiede al Comandante se non sarebbe cosa utile deviare la rotta, ma la risposta è in tono con il carattere di Mac Whirr: “Jukes, direi che avete bevuto. Dirottare di quattro quarte, e poi? Quattro quarte dall’altra, immagino, per riprendere la rotta. Chi le ha messo in testa che io possa mettermi a bordeggiare con un piroscafo come se fosse un veliero? …Un uragano è un uragano Jukes, e un piroscafo nella pienezza dei suoi mezzi deve saperlo affrontare…

Mac Whirr si era letto il capitolo sugli uragani e …si era smarrito fra i semicerchi pericolosi, i quadranti di sinistra e di destra, le curve delle traiettorie, il probabile rilevamento del centro del tifone, i cambiamenti del vento e le letture barometriche” … ma quella sera però resta sul ponte di Comando, nella sala nautica, dove si addormenta finché una rollata più violenta delle altre lo sveglia.

Apre gli occhi … la lampada si contorceva nella sospensione cardanica, il barometro descriveva dei cerchi, il tavolo cambiava inclinazione ad ogni istante … e davanti al suo il viso congestionato di Jukes che quasi gli urla: E’ arrivato così … cinque minuti fa… di colpo.

Con difficoltà Mac Whirr indossa gli stivali e l’incerata mentre rapidamente il rumore della tempesta in arrivo aumenta …un frastuono, un tumulto composto dalla furia del vento, dagli scrosci del mare e da un’incessante profonda vibrazione dell’aria simile al rullare di un tamburo lontano, immenso, che battesse la carica dell’uragano… si reca sul ponte dove il vento è già fortissimo e … di prora alla nave vide una grande tenebra sopra una moltitudine di bianchi balenii: al traverso a dritta languivano rade stelle prodigiose, velate e intermittenti, sopra un’immensa distesa di mare rotto, e parevano viste attraverso un folle turbine di vapori”.

La notte è appena iniziata, la nave si muove in maniera sempre più scomposta, finché …Un tuffo della nave terminò con un urto, come se avesse sbattuto il pié di prua contro qualcosa di solido. Dopo un momento di quiete un’alta zaffata di spruzzi li colpì forte in faccia con il vento. “Mantenga la rotta finché si può” gridò il capitano Mac Whirr. Prima che Jukes si fosse asciugato gli occhi dall’acqua salata tutte le stelle erano scomparse.

Poi la tempesta si scatena violenta …da quando aveva sentito il primo soffio d’aria sfiorargli la guancia, la bufera era venuta ingigantendo con l’impeto moltiplicato di una valanga. Spruzzi pesanti avvilupparono il Nan Shan che d’improvviso nel mezzo del suo rollio regolare, cominciò ad impennarsi e a tuffarsi come fosse impazzito dalla paura… mentre una improvvisa recrudescenza d’oscurità piombò sulla notte… come se tutte le luci del mondo, già velate, si fossero spente….

Col crescere della tempesta la tranquillità del Primo Ufficiale comincia a vacillare ma … era istintivamente felice di avere vicino il Capitano… come se quell’uomo, per il semplice fatto d’essere venuto sul ponte avesse preso sulle proprie spalle quasi tutto il peso della bufera. Tale è il prestigio, il privilegio e il peso del comando.

La tempesta cresce ancora, il buio impedisce di vedere le onde la loro altezza, la direzione, poi all’improvviso… il lieve balenio di un lampo… e …su tutto questo discese palpitante l’oscurità, e allora, finalmente, giunse la cosa vera. Fu qualcosa di formidabile e di subitaneo come l’improvviso rompersi di un vaso colmo d’ira; parve esplodere tutt’attorno alla nave con un urto travolgente e un precipitarsi di grandi masse d’acqua… gli uomini persero il contatto tra loro. Tale è la potenza disgregatrice di un uragano: essa isola l’individuo dai suoi simili… lo attacca come un nemico personale, cerca di afferrargli le membra, gli s’abbarbica alla mente, tenta di sradicare da lui perfino l’anima. 

Jukes scagliato lontano da un’onda più alta delle altre e si ritrova solo aggrappato a un candeliere della battagliola. Un’altra onda lo strappa da dove si trova …il suo primo irresistibile pensiero fu che l’intero Mar della Cina fosse salito sul ponte di comando… e poco dopo in un turbine d’acqua …fu avvinghiato dalla presa tenace di due braccia poderose… e afferrandosi a un corpo solido e poderoso si accorse con sollievo di aver ritrovato il suo capitano.

 

La nave si tuffava come se volesse lanciarsi a capofitto nel vuoto … l’uragano ululava e si scatenava gigantesco tutt’intorno nell’oscurità come se il mondo intero non fosse che un nero burrone….

Le onde spazzano la coperta, raggiungono il ponte di comando, portano via le lance di salvataggio  …La bufera si era impadronita del Nan-Shan con una furia devastatrice.

Una paura incontrollabile si insinua dentro il cuore di Jukes che si abbandona alla cupa convinzione di non poter fare più nulla. Il suo pensiero assillante è che le onde possano sfondare la coperta o allagare la macchina.

Poco alla volta lo attanaglia la  terribile sensazione che non ci sia più niente da fare, perché si è inesorabilmente convinto che la nave non avrebbe resistito oltre. Sa benissimo che si sta combattendo una battaglia che non si può perdere ma non regge a questo pensiero.

Anche nelle tempeste della vita, soccombere vuol dire naufragare e perdersi, vincere vuol dire sconfiggere sia la tempesta che le proprie paure e debolezze, ma su ogni altra cosa, nel suo cuore prevale la convinzione che non ci sia più nulla da fare e non fa che pensare alla possibilità che possa cedere il timone o che si sfondino i boccaporti.

Questa tensione rende Jukes fragile e bisognoso d’aiuto. Ha bisogno di parlare al suo Comandante perché la sua voce è l’unica cosa che sembra calmarlo …quasi provenisse da qualche remoto luogo di pace situato oltre le nere desolate distese dell’uragano …

Quando ogni cosa in lui sembra capovolgersi, quando è convinto che la nave sia vicinissima a perdersi e che non ci sia alcun modo per impedire o rimediare, nel buio del ponte, nel momento in cui l’uragano sta per prevalere sulla sua debolezza accade qualcosa di inaspettato… Jukes sentì un braccio cingergli pesantemente le spalle; e a questo invito rispose… afferrando il suo capitano alla vita. Stettero abbracciati così, nella notte cieca, sostenendosi a vicenda contro il vento, guancia a guancia… come due pontoni legati insieme, prua contro poppa… E Jukes sentì la voce del suo comandante non molto più forte di prima, ma più vicina, quasi che, aprendosi un varco attraverso il prodigioso impeto dell’uragano, gli si fosse avvicinata, con quel suo effetto di calma simile al sereno raggiare di un alone di luce…

La voce del Comandante è così calma, così vicina da rassicurarlo. Il vento e le onde crescono ancora ma Jukes si sente più forte perché ora sono in due, sono due uomini abbracciati, a fare da argine alla tempesta. Nel cuore del tifone i due uomini hanno bisogno di parlarsi e di trasmettersi fiducia e coraggio. La violenza del vento e il fragore della tempesta si insinuano tra di loro e tendono a separarli. Jukes ha paura e si lascia andare al torpore che la tempesta impone su chi cede alla sua forza, alla sua violenza, si rassegna ma è ancora l’abbraccio di Mac Whirr a ridargli fiducia.

Sarà un’onda alta e più violenta delle altre ad abbattersi sulla nave e a sommergerla … anche i cuori palpitanti dei due uomini cedettero al colpo tremendo. E a un tratto la nave diede un balzo all’insù e riprese i suoi tuffi disperati come se cercasse di risollevarsi da sotto le rovine… Il capitano Mac Whirr tolse il braccio dalle spalle di Jukes, e da quel momento cessò di esistere per il suo ufficiale, tanto fitto era il buio.  Jukes, dopo aver teso ogni muscolo fino alla spasimo, s’afflosciò tutto… un profondo malessere s’accompagnava in lui a un’incredibile voglia di dormire… il vento gli afferrava la testa quasi volesse strappargliela dalle spalle… rabbrividì a lungo e si lasciava sommergere lentamente nella profondità della sofferenza fisica…

E’ il momento culminante del romanzo: la tempesta sta per prevalere su ogni cosa, sta sconvolgendo il mare, la nave  e il cuore degli uomini, si è insinuata tra i due uomini, ha fatto breccia nel cuore di Jukes che sente la necessità di chiedere, urlando, al Capitano Mac Whirr, se la nave riuscirà a cavarsela e sarà ancora la voce del Comandante che gli giunge come un flebile bisbiglio rincuorandolo … Speriamolo ! … tenere duro… costruttori… gente seria… e rischiare… macchine… Rout… brav’uomo”

 

Gianni Paglieri

 [Tifone di Joseph Conrad  (4) – Continua]

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