di Franco De Luca
Senza minimamente volere insegnare alcunché ma per stimolare una riflessione presento queste considerazioni in merito alle decisioni che ci attendono.
Preciso anzitutto che quando tali decisioni superano la sfera della nostra singola realtà ed investono responsabilità collettive, i paradigmi con cui si prendono le decisioni debbono essere più ponderati. Non si tratta infatti di soddisfare i nostri privati capricci (o piacere o soddisfazione), giacché le decisioni da prendere sono cariche di conseguenze che influenzeranno la vita dell’intera comunità in cui si vive.
In questo caso la decisione da prendere non risponde soltanto alle mie aspettative ma deve tener presente anche che il futuro della vita sociale dipenderà dalla mia decisione.
Chiarisco subito che quando affermo che la decisione del singolo deve avere l’occhio anche all’intero gruppo sociale, mi appello ad un dovere morale. Il quale può essere seguito o no dal soggetto e al quale il soggetto non è costretto.
E dunque se la decisione che devo prendere ha una valenza importante anche per il gruppo sociale (tanto che la ritengo moralmente rilevante) allora occorre mettere in campo categorie logiche di più ampio respiro. Dico questo perché ad esempio il capriccio risponde ad una soddisfazione immediata, momentanea, di rapida e pratica soddisfazione.
Valore di ampio respiro logico ha il processo di proiezione. Quello, per intenderci, che permette di anticipare gli effetti di una azione.
Lo utilizziamo, ad esempio, quando dobbiamo toccare una pentola sui fuochi della cucina. Studiamo il luogo dove mettere le dita, agiamo con rapidità, stamo attenti a non sbagliare la sequenza degli atti. Tutto perché prevediamo già (ovvero anticipiamo) gli effetti sgradevoli cui andremo incontro.
La proiezione attiene ad una logica primitiva. La scienza in seguito ne ha utilizzato la proficuità nelle elaborazioni delle teorie. Vuoi psicologiche vuoi fisiche. Nel senso che ha affermato che più una teoria anticipa le conseguenze delle attività promosse, più è valida. Perché si possono controllare (in qualche modo) gli effetti. Frenarsi dal mettere in atto questa possibilità che la ragione ci offre è poco razionale e dunque sciocco.
Perché ho presentato questa argomentazione prendendola così alla lontana? Perché credo che ci possa aiutare (possa aiutare noi ponzesi) a prendere una decisione ponderata per la scelta elettorale. Nel senso che se ci poniamo domande sui programmi elettorali e tentiamo di anticipare risposte, possiamo chiarirci qualche dubbio, senza lasciarci ammaliare dalle risposte degli interessati.
Anticipare risposte. Cosa vuol dire ? Vuol dire farsi anzitutto domande sui fondamentali dell’iniziativa politica.
Mi spiego, andando un pò indietro. La filosofia della storia ha chiarito che a muovere i comportamenti politici (quelli che coesi in volontà nazionali determinano la storia di un paese) sono: gli interessi economici, gli ideali, le circostanze contingenti.
Per dovere di chiarezza ho semplificato, ma in modo onesto.
Chi si porta in prima fila in campo politico è premuto da un mix di queste motivazioni. Talora prevalgono i fattori economici, talora quelli ideali, talora c’è una situazione contingente così forte che muove le personalità a promuoversi come guida politica.
Questi fattori non vengono evidenziati in modo esplicito epperciò che occorre utilizzare il parametro della proiezione.
Talora vengono manifestati in modo parziale e, allora, quanto non viene detto occorre stanarlo con la proiezione.
Perché è chiaro che tutti (i candidati) sentono una motivazione ideale a proporsi come guida politica; ma su cosa si fonda questa idealità?
Su pregresse scelte politiche;
su una folgorazione inaspettata;
su una sentita appartenenza.
Così come i programmi politici sono supportati da interessi economici.
Possono essere evidenti, giacché ci sono imprese già operanti che tentano di tutelarsi;
possono essere latenti perché attendono che nuovi progetti si autorizzini;
possono essere connaturati alla “visione di comunità” che sottende il programma stesso.
Le contingenze temporali hanno anch’esse il loro peso. Perché le volontà (come sappiamo tutti) sono soggette agli eventi. E ci sono eventi travolgenti che portano in evidenza fattori soltanto ieri non considerati.
Esempi sono presenti nella storia ma anche nella cronaca attuale.
Orbene tutto questo argomentare non è nato per pura accademia.
Penso che questi interrogativi da ciascuno partoriti, in ciascuno troveranno risposte. E, nel far ciò, presumo che illuminino di maggiore consapevolezza la scelta del voto.
Francesco De Luca