di Claudia Polla Mazzulli
L’ultimo periodo invernale, freddissimo, mi ha costretta a casa dal lavoro con un malanno di stagione. Anche l’umore, come le temperature, è sceso ma non troppo, perché oramai ho imparato ad attivare delle “tecniche” di sopravvivenza psicologica. Piazzo strategicamente una poltrona vicino all’ampia porta-finestra dello studio che gode di una bella vista panoramica, indosso una maglia antifreddo, mi riempio una tazza di tè e mi accomodo con il libro di turno.
In quei momenti lo sguardo va dal libro all’esterno della finestra, in un alternarsi di lettura e pause di riflessioni stimolate dalla vista del paesaggio. Guardo il cielo spesso grigio, annuvolato di pioggia, il vento che muove i rami davanti a me e la straordinaria magia di quell’insolita nevicata che in poco tempo ha imbiancato tetti e paesaggio sfumandone i contorni nella nebbia.
Il grigiore di queste giornate mi rende piuttosto pigra a fare le cose e mi risveglia una malinconica nostalgia di cose passate. Poi ci sono i giorni dei cieli azzurri appena striati di bianco, con l’aria rigida e limpida che lascia vedere all’orizzonte la striscia blu del mare, giù, oltre la campagna pontina che degrada dai Colli Albani. Allora il cuore si rasserena e la nostalgia di quello che è stato si trasforma nell’attesa di ciò che verrà, in nuovi programmi di vecchie abitudini, come quella di pensare alla vacanza da trascorrere a Ponza per rivedere gli scorci mozzafiato del suo mare e le passeggiate serali al porto; per ritrovare i vecchi amici con i quali riprendere i discorsi sulle peculiarità di quest’isola, sulle sue problematiche e sulle nuove prospettive di rinascita.
Mi invita a tali fantasie lo sfogliare ammirato del bellissimo libro fotografico su Ponza dell’amico Silverio Mazzella che, con le sue spettacolari immagini di scorci fioriti, cieli di gloria e colori incantati del mare, rende un devoto omaggio alla bellezza di Ponza.
Claudia Polla Mazzulli