di Maria Conte
Un pensiero particolare e tanti, tanti auguri per un’ottima riuscita della manifestazione alla cara Assunta, che, con entusiasmo, brio, voglia di fare e dedizione alla causa…, si prodiga per la nostra isola in cento modi, soprattutto perché non si perdano le tradizioni, ed a quanti con lei collaborano. Forza, ragazzi!!
Attendo cronaca e foto del Martedì ponzese, che mi faccia rivivere uno della mia gioventù.
Parlo degli anni 1952, o giù di lì…
“A Ponza, ci si conosceva tutti, e, per il Carnevale, si mascheravano piccoli ed adulti. Io vivevo e studiavo all’Università, a Padova, ma, per questa occasione, tornavo per un bel po’ di giorni tra i miei amici isolani. Ci fregiavamo del titolo “La Compagnia dell’allegria” ed eravamo apprezzati per quel po’ di vivacità che portavamo nel periodo invernale. Stabilimmo che, per il Martedì grasso, avremmo raffigurato un corteo nuziale: i ragazzi si sarebbero vestiti da donna e le ragazze da uomo. Gli sposi erano: lei, Tonino Farese, e lui, Luciana Migliaccio. La sposa, che ricopriva con grande serietà il suo ruolo, era avvolta in un lungo velo, agganciata con un fermaglio su una parrucca bionda, posata sul capo (tolta ad un Gesù Bambino, di quelli che ancora si trovavano a Ponza, dentro una campana di vetro); lo sposo era ingolfato in un vestito nero del padre, stile americano-ponzese, arrivato dagli USA… anni prima. Seguivano una lei, Silverio Guarino, avvolto in una abito di chiffon rosa e con un cappello marrone con larga falda, ed un lui, io, Maria Conte, quasi elegante, con un vestito di mio fratello. Seguivano, Gigino D’Atri e Maria Guarino, Peppino Di Monaco e Rita D’Atri ed altri, in ordine sparso, a fine corteo, desiderosi di godere i commenti dei paesani. Il nostro impegno era il silenzio assoluto, perché nessuno potesse riconoscerci, confortati dalle modeste luci delle strade. Cominciammo la nostra sfilata verso S. Antonio. Con soddisfazione notammo che, dai negozi, qualcuno si faceva sull’uscio ed, incuriosito, si chiedeva da dove spuntasse il variopinto corteo. All’altezza della tabaccheria Silvestri, incrociammo Veruccio e’ Luca (vecchio marinaio, lupo di mare, dalla battuta feroce, arguta e divertente) e mio cugino Silverio Guarino, pensò bene di abbracciarlo e baciarlo… Al che, sdegnato, Veruccio urlò, anche se divertito: “Chi cazz’ iè…’sta piezze e’ femmena?” Intanto, al corteo, s’era accodato qualche ragazzetto e… qualche cane.., immancabile a Ponza… E, notata la buona riuscita…, virammo verso la Piazza, dove il tutto si concluse con canti, danze …e guaiti di cani”.
Faccio punto qui per non tediarvi. Ho ricopiato una pagina di un mio modesto diario che ho scritto nel 2002, nei giorni, come quelli del Carnevale, quando la nostalgia per il mio paese diventa più pungente ed il ricordo dei miei tanti amici più vivo. Non ho trovato foto in maschera da inviare perché le ho nella mia casa di Ponza ed ho voluto intanto supplire con questo scritto.
Divertitevi amici, piccoli e grandi! Portate una nota di allegria nella nostra Ponza, martedì 21, e che questa possa essere di buon augurio per il futuro – ormai prossimo – dei suoi abitanti.
Con affettuosi saluti.
Maria Conte
Dimenticavo: secondo le buone tradizioni ponzesi, non dimenticate, mercoledì delle Ceneri, di appendere al balcone, o alla porta di casa, Quaresima. Ne abbiamo già parlato su Ponzaracconta: Leggi qui