di Francesco Ambrosino
Si scrive da più parti su cosa è meglio e come comportarci in questa imminente campagna elettorale e ciò che sarebbe opportuno che i nostri concittadini facessero o non facessero per rimediare a questo stato di cose, che noi tutti non possiamo che definire disastroso.
Ho letto tanti discorsi, infinite opinioni e assolute verità, permettete ora anche a me di vaneggiare un po’.
Premetto che la faccenda ‘elezioni amministrative’ mi provoca una certa sofferenza, a causa dei miei trascorsi.
Sofferenza, perché proprio ho difficoltà a scrollarmi di dosso un senso di colpa, un obbligo morale verso quegli elettori che nella passata competizione elettorale hanno creduto nel comitato“Ponza C’è” e, nella sua espressione finale, nella lista civica “Ponza C’è”.
Tutti sapete che in quelle consultazioni il nostro gruppo ottenne circa ¼ dei voti e due consiglieri di minoranza.
Quella esperienza si è esaurita, con i giudizi (positivi o negativi) che ognuno di noi può personalmente riconoscere. Bisogna ammettere senza dubbio che degli sbagli sono stati fatti, ma bisogna anche concedere delle attenuanti doverose ed ovvie come: l’inesperienza, il diverso periodo storico, le compagini elettorali in campo, le problematiche amministrative; il mondo intero, in buona sostanza, era completamente diverso. Premesso sinteticamente tutto ciò, ed evidenziati senza reticenza gli sbagli fatti, ritengo però per certi versi auspicabile un ritorno allo spirito di condivisione, di partecipazione, di responsabilità comune e condivisa, che aveva contraddistinto quel gruppo.
Vorrei quindi, metaforicamente tentare di passare il testimone da un gruppo ormai svuotato delle sue prerogative, ad un’altra aggregazione che possa seguire la scia di quelle idee e di quei convincimenti, evitando però di fare gli stessi errori.
Il momento è tale che non serve divisione ma una pacifica e serena presa d’atto che il precipizio, o gli scogli per stare al nostro ambito, sono vicinissimi e non ci sarà più permesso di sbagliare ancora.
Quindi il mio appello è a tutti coloro che hanno, legittimamente, delle mire politiche, chiedendo loro di uscire dalle vecchie logiche e di intraprendere una strada nuova, più corale, più partecipata – che porti anche ad una lista amministrativa, è giusto ed ovvio – ma passando assolutamente per partecipazione, condivisione e senso di responsabilità, evitando conflittualità inutili e dannose.
In questo momento dobbiamo attingere dai sentimenti nobili degli antichi isolani, quelli che ci hanno permesso in passato di essere ricordati per il nostro altruismo e il forte senso di appartenenza. Il nostro obiettivo comune deve essere consentire un progresso sostenibile della nostra isola, un rilancio della sua vilipesa immagine e una nuova ma decisa legalizzazione in tutti gli ambiti e i settori.
Vorrei – ricordando uno scritto recente apparso su un social network – sognare un’isola che abbia attenzione alle classi deboli, agli anziani, ai bambini, agli emarginati, ai bisognosi.
Vorrei che i bisogni di uno di noi possano rappresentare le priorità degli altri, lo spero e me lo auguro vivamente.
Per questo, senza dilungarmi, stiamo proponendo degli incontri in varie zone dell’isola dove lanciamo queste idee e chiediamo adesioni al progetto.
L’idea – utopica forse – che ci pervade è che questa volta tutte le scelte debbano essere fatta con coralità e partecipazione, evitando le vecchie logiche di appartenenza e di compromessi. Riteniamo che tutto – dal programma, alle priorità amministrative, alla scelta dei nomi a consiglieri, al candidato a sindaco, ecc. – debba essere condiviso e partecipato in maniera pubblica e trasparente.
Ora con estrema franchezza chiedo a tutti i lettori di “ponzaracconta” una loro interpretazione, un’idea, un contributo o anche un giudizio sulle intenzioni da me evidenziate in questo scritto.
Grazie
Francesco Ambrosino