di Vincenzo Pagano
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Gli ‘squali’ allora divoreranno il mondo? Per rispondere bisogna capire l’evolversi del capitalismo su scala planetaria. In breve, il ‘capitalismo industriale’ che è il periodo d’oro del capitalismo è stato già superato in Inghilterra e in un certo modo anche negli Stati Uniti, anche se gli Usa avendo una grande economia hanno ancora un’economia industriale. La Germania, l’Italia e il Giappone sono arrivati tardi sul piano dell’industrializzazione (late comers) e guarda caso erano le tre nazioni dell’Asse che hanno messo in discussione (challenge) lo status quo. La Francia è in una posizione intermedia. Con l’evolversi del capitalismo e gli incredibili aumenti di produttività specialmente nel dopoguerra, l’economia si è spostata in avanti verso i servizi.
Cerco di spiegarmi in maniera semplice: se un lavoratore industriale riesce a produrre miliardi di automobili (esagero volutamente) non c’è occupazione per gli altri e quindi le opportunità di lavoro si troveranno nei servizi e non nell’industria. Questo è già avvenuto in Inghilterra e in America e ora anche in Italia e negli altri paesi avanzati. Negli Stati Uniti un solo contadino, probabilmente con una laurea, riesce a produrre cibo per 140 persone e nel mondo dell’industria la produttività è molto più alta; pochi riescono a produrre per tutti o quasi.
La traiettoria della storia è sempre la stessa: dall’agricoltura, all’industria, e finalmente ai servizi. La traiettoria agricoltura, industria, servizi è la stessa ma il suo dispiegarsi prende tempi diversi. La Cina e l’Egitto hanno avuto grandi civiltà basate sull’agricoltura ma allo stesso tempo hanno impiegato millenni per raggiungere la prima fase di industrializzazione. Per tutta una serie di motivi in alcune aree del globo invece si è avuta una rapida trasformazione dall’agricoltura all’industria ed ora ai servizi. Allo stesso tempo che l’industria perdeva peso c’era un’espansione verso tutti i settori della finanza: le carte di credito, le assicurazioni, i fondi pensionistici, il mercato dei cambi, i futures e derivati etc… e naturalmente i centri più avanzati corrispondevano alle economie più avanzate.
Uscendo un po’ dall’argomento si potrebbe dire che la seconda guerra mondiale è stata già una guerra fra due tipi di capitalismi. Uno, quello germanico, italiano e giapponese basato sull’industria e territorio (nazionalismo). L’altro, quello anglo-americano basato sui flussi di finanza e l’orizzonte della finanza, è il mondo intero. Detto questo non vuol dire che in America come pure in Inghilterra l’industria scarseggiava. Voglio semplicemente dire che chi avesse vinto la guerra avrebbe imposto un nuovo ordine mondiale basato sul suo tipo di capitalismo.
Con la fine della guerra entra in gioco la Pax Americana basata sulla fine del colonialismo, sui liberi scambi, il mercato e una crescente finanza. Non dimentichiamo che il fascismo italiano e il nazismo provengono dal socialismo. Mussolini diceva che lo Stato è tutto: tutto dentro lo Stato, niente fuori dallo Stato. Lo Stato, non il mercato, è il ‘prime mover’. Il nazismo in Germania capì che il mercato aveva fallito miseramente e che per far riprendere l’economia lo Stato doveva intervenire massicciamente.
La finanza non è una cosa a sé. Oggi è tutto ‘il capitale’, incluso quello industriale che è coinvolto con la finanza. Questo avviene perché i saggi del profitto nell’industria sono bassi, e su questo punto l’analisi di Marx è azzeccatissima e quindi i capitali si spostano sempre di più verso la finanza, dove i rendimenti sono sì più alti, ma anche molto più rischiosi. Si potrebbe avere una Fortress Europe come pure una Fortress America. Due economie su scala continentale con solide basi economiche. Ma in realtà le cose sono molto più complesse. Non credo agli Stati Uniti d’Europa e all’idea che il capitale per sua natura abbatterà qualsiasi ‘muraglia cinese’. Gli ‘squali’ cercheranno di predare tutto il possibile in breve tempo come sta avvenendo dal crollo di quella famosa muraglia che è stata il muro di Berlino.
‘Quello che è mio è mio, quello che è tuo deve diventare mio’ è il motto della finanza odierna. Si andrà avanti così su scala planetaria, e attraverso privatizzazioni e liberalizzazioni la finanza si approprierà sempre più della ricchezza dei cittadini in tutto il mondo. Non c’è Fortress che tenga.
In conclusione aggiungerò solamente che la Cina è una potenza regionale e per il momento vuole restare tale. Il Giappone è in una lunghissima fase stagnante da cui non si potrà riprendere anche a causa della crisi demografica. Il Brasile è troppo sottosviluppato. Non ci si rende ancora conto che la fine dell’Urss è stata come la fine di Cartagine, e Roma fa quel che vuole.
Meno male che adesso i tempi sono molto più veloci e un anno attuale non è come un anno nell’antica Roma. Quindi dove siamo? Dove siamo arrivati? Il crollo è alle porte?
Magari ne parleremo la prossima volta.
Vincenzo Pagano
[Economia per principianti. (2) – Continua]