di Giuseppe Mazzella
Quello che all’inizio di quest’impresa tutti ci auguravamo sta accadendo. I ponzesi hanno cominciato a parlarsi, a confrontarsi liberamente, senza quella timidezza che da sempre ci ha contraddistinti. Una timidezza che affonda le sue radici in un passato difficile, a volte al limite della sopravvivenza, che ha fortemente segnato le nostre personalità. La cautela nel dire sta lentamente aprendosi al bisogno di dire e comunicare, e comunicare più liberamente. Un processo lento – e bisognerà avere pazienza per rilevarne gli effetti – ma al quale Ponzaracconta sta imprimendo una spinta che reputo importante.
Grazie alle potenzialità della rete, un mezzo straordinario in grado veramente di entrare in tutte le case, stiamo uscendo lentamente dalle nostre “curteglie” per aprirci all“agorà”, cioè alla piazza, seppure per ora una piazza virtuale. Questo a mio avviso l’effetto più interessante e positivo che il sito sta promuovendo, oltre – e non poca cosa – quello di fissare una memoria e una tradizione che andrebbero altrimenti perdute.
Dapprima timidamente, poi sempre più liberamente, ognuno di noi sta cominciando a riflettere ad alta voce sulla nostra comunità e sul suo destino. Pur nei convincimenti politici diversi e con impostazioni culturali a volte contrapposte, ognuno di noi comincia a coltivare un sentimento di appartenenza, di partecipazione, di condivisione e solidarietà e quindi di identità. Una identità il cui sentimento era già dentro di noi, ma che non avevamo quasi mai il coraggio di esternare per paura di essere non solo fraintesi, ma avversati.
Se fosse solo questo il mutamento al quale Ponzaracconta sta contribuendo, già basterebbe a confortare le nostre fatiche, alle quali ci dedichiamo ogni giorno con entusiasmo.
Giuseppe Mazzella
rita bosso
25 Dicembre 2011 at 11:23
La mia agorà ponzese è il muretto di corso Pisacane; da febbraio, grazie a Ponzaracconta, mi ci sono seduta MILLE volte.
Buon Natale a tutti
rita bosso